Calabria 2019, il dilemma di Laura Ferrara e l’uso dei media di regime

L’esposizione mediatica di Laura Ferrara, parlamentare europea del M5s eletta in Calabria, diventa gradualmente sempre più insistente. E se non bastasse la sua produzione “industriale” di comunicati stampa, adesso ci sono anche le interviste studiate e “a tema” da passare ai media di regime. La Ferrara infatti, all’indomani del voto abruzzese, ha chiarito definitivamente – attraverso uno dei peggiori media di regime sulla piazza, uno tra quelli che usa Occhiuto, tanto per essere chiari – che non ci sarà nessun accordo tra grillini e Lega per le prossime elezioni regionali. Ci sarebbe da discutere e non poco sulle motivazioni che l’hanno indotta a lanciare questo messaggio, sul perché usa i media di regime (contro ogni regola deontologica del M5s) e anche sul perché sia toccato a lei farlo ma la domanda più importante da rivolgerle, al di là delle schermaglie politiche, è molto semplice: si candiderà o meno al ruolo di presidente della Regione?

Sì, certo, le regole del Movimento sono ferree e non prescindono da una convergenza unitaria per un appuntamento così importante, ma a molti l’attivismo della Ferrara ha fatto venire in mente una candidatura diversa da quella “europea”, che pure lei stessa aveva quasi preannunciato in precedenza, salvo poi “dimenticarla” nell’ultima intervista rilasciata e lasciando il dubbio, forse volutamente, a tutti i commentatori della politica calabrese.

In attesa del “Ferrara pensiero” sul delicato tema (una sorta di dilemma amletico), nel frattempo, diciamocelo e diciamoglielo francamente: una candidatura a presidente della Regione di Laura Ferrara sarebbe molto debole, soprattutto se raffrontata a quella di un centrodestra che verosimilmente farà scendere in campo un candidato “pericoloso”. La Ferrara non ha mai brillato per denunce convinte e circostanziate del malaffare dilagante ed è sembrata molto blanda nei confronti di tutti i centri di potere della politica calabrese, con i quali, peraltro, ha anche avuto rapporti (cordiali) pregressi e ha in corso relazioni trasversali dovute soprattutto a suo marito, tale Valerio Canonaco, appartenente a una famiglia a dir poco chiacchierata, che è il vero “regista” dell’attività politica della Nostra. Tutte componenti che fanno diffidare e non poco sulla sua reale competitività, tenendo anche conto che, così facendo, il M5s rischierebbe ancora una volta di restare clamorosamente fuori dal Consiglio regionale, così com’è accaduto nel 2014 ad appena un anno dal primo exploit elettorale, non superando lo sbarramento dell’8%.

Detto questo, non rimane che attendere una decisa scesa in campo della Ferrara o una consigliabile “ritirata” rispetto ad ambizioni molto fantasiose e senza molto senso, visto il contesto politico che si va profilando. Insomma, serve un candidato serio…