Calabria 2019, Occhiuto: da un uomo solo al comando a un uomo solo e basta

Lo squallido spettacolo andato in scena ieri, a Catanzaro, è la degna e giusta conclusione della tragicomica commedia messa in scena da otto anni a questa parte, da Occhiuto. Con la buffonata di ieri è calato definitivamente il sipario, non solo sulle ambizioni politiche del cazzaro, ma soprattutto sulla possibilità di continuare a lucrare sulle casse pubbliche. Che è quello che più di ogni altra cosa interessa Occhiuto. Senza potere politico, e senza un ruolo istituzionale, è un uomo rovinato, finito. Far fronte all’enorme mole di debiti che ha accumulato in tutti questi anni di “successi professionali” è pressoché impossibile: oltre 28 milioni di euro, così come dice la Guardia di Finanza nell’inchiesta che lo vede imputato, insieme a Carmine Potestio, di bancarotta fraudolenta. Per Occhiuto “amministrare” (come se fosse cosa sua) il denaro pubblico è vitale, e questo è l’unico modo che ha per far fronte alle sue impellenti necessità finanziarie. Non ha più niente: né un lavoro, né un’attività, almeno non ufficialmente.

Del resto la sua storia politica nasce proprio da questa necessità: apparare i suoi guai. Così com’è avvenuto nel lontano 2011, quando la maggior parte dei creditori di Occhiuto (il famigerato comitato di affari che da sempre, insieme ad alcuni masso/mafiosi, governano la città) pur di recuperare le somme dovute, decisero di candidarlo a sindaco con un preciso mandato: rubare il più possibile dalle casse comunali e versare il denaro ai creditori. Operazione che ancora oggi continua, vista la quantità di denaro che Occhiuto deve a banche, erario, imprenditori, privati, fornitori e dipendenti. Ed è questo l’unico e solo vero motivo per cui ha deciso di candidarsi a governatore della Calabria. Sperando, anche forzando la mano e i tempi, di raccogliere un po’ di liste attorno a se. Un’operazione che è naufragata, prima ancora di iniziare.

Ma veniamo alla cronaca della giornata di ieri.
Catanzaro, 42 gradi, ore 16,00 inizia la conferenza stampa di Occhiuto. Da un pullman partito da Cosenza, riempito dalla Santelli, scendono dirigenti, dipendenti e consulenti del Comune di Cosenza, ma anche di imprese amiche, fotografi e parenti della portavoce del sindaco, imbarcati con un unico scopo: fare da claque al proprio sindaco. L’obiettivo della Santelli era quello di riempire la sala, obiettivo non raggiunto: le vistose e numerose assenze politiche erano troppo evidenti per essere nascoste. Nonostante ciò i convenuti a pagamento ostentano sorrisi a denti stretti, battute, strette di mano ripetute e pacche sulle spalle, il tutto a favore del solito fotografo incaricato (con i soldi dei caggi) di diffondere il verbo!

A mollare Occhiuto, dopo la forte presa di posizione dei partiti della coalizione di centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia, che non hanno gradito la fuga in avanti del cazzaro, e dopo la pubblicazione della numerose inchieste giudiziarie in cui è coinvolto, anche chi aveva giurato sin dal primo momento fedeltà al cazzaro: Lorenzo Cesa, Francesco Cannizzaro, ma soprattutto il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, che come vi abbiamo già raccontato è da tempo che lavora sottobanco con Tajani e compari, per eliminare definitivamente dalla scena politica il trio della meraviglie: i fratelli Occhiuto e Jolanda l’educanda.

Insomma, da un uomo solo al comando, ad un uomo solo e basta il passo è stato breve. E tutto perché Mario Occhiuto, capito che non sarebbe mai stato il candidato del centrodestra unito, ha deciso di giocare sporco com’è suo costume: ricattare Forza Italia, già in crisi di suo, con lo spauracchio della scissione. La sua ultima speranza, la sua ultima spiaggia. Come a dire: perso per perso, mi gioco tutto. O mi candidate oppure spacco l’unità del centrodestra alle regionali. Ma purtroppo per lui, questa minaccia non ha spaventato nessuno, anzi, ha motivato maggiormente i suoi avversari interni che hanno deciso di disertare tutti i tavoli politici convocati dalla Santelli.
Le parole pronunciate da Occhiuto durante la conferenza stampa sono sempre le stesse: chiacchiere su chiacchiere, e bugie su bugie. E non meritano neanche di essere riportate. L’unica cosa seria pronunciata da Occhiuto è stata questa: “Le inchieste giudiziarie che mi hanno colpito, non mi spaventano…”. Combinazione la stessa battuta di Giuseppe Scopelliti un anno prima di essere arrestato! Che dire: come inizio della fine non c’è male!