Calabria 2019, Occhiuto resta col cerino in mano e si affida… alla Madonna

Il quadro politico attorno ad Occhiuto si fa, giorno dopo giorno, sempre più desolante. Il suo partito di riferimento, Forza Italia, conferma il “trend al ribasso” ad ogni tornata elettorale, e l’estinzione diventa sempre più vicina e concreta. In tanti hanno già abbandonato Forza Italia in cerca di lidi migliori. I pochi che sono rimasti non è certo per fedeltà al partito, ma piuttosto per l’impossibilità di riciclarsi altrove, tante ne hanno combinate. Anche un partito come la Lega, che in Calabria ha palesemente stretto alleanza con gruppi ‘ndranghetistici senza pudore alcuno, si è presa il lusso di chiudere le porte in faccia a tanti profughi di Forza Italia in cerca di asilo politico. Il che è quanto dire. Se non li vuole neanche la ‘ndrangheta, è chiaro che il loro potere politico/mafioso è finito. Non sono più spendibili sotto il profilo elettorale, perché la loro immagine è altamente compromessa e invisa all’opinione pubblica. Che in Calabria preferisce votare sempre la ‘ndrangheta, ma, questa volta, con sembianze diverse dalle solite. Vanno bene mafiosi e corrotti, come i tanti presenti nella Lega calabrese, ma devono essere “compari di nuova generazione”. Non devono essere associati ai vecchi marpioni della politica calabrese. Il tempo dei vecchi padrini è finito.

Ma, come si dice, chiusa una porta si apre un portone: molti dei respinti di Forza Italia dalla Lega, hanno trovato posto nella grande famiglia della Meloni/Fitto (ex grande amico dei fratelli Occhiuto). Segno evidente che il ripristino dell’accozzaglia è vitale alla sopravvivenza di partiti come Fratelli d’Italia, per lo più composto dalla vecchia e stantia nomenklatura politica di destra che è stata al servizio di Berlusconi per oltre 20 anni e che oggi vorrebbero ritornare a contare qualcosa, per continuare a galleggiare al limite della soglia elettorale di eleggibilità al Parlamento. Ed è per questo che imbarcano chiunque. Hanno bisogno di gonfiare i numeri, e chiunque è portatore di voti è il benvenuto nelle fila della Meloni. Fosse anche Ennio Morrone.

A sostenere Occhiuto candidato alla presidenza della Regione Calabria sono rimasti veramente pochi. Anzi è rimasto solo uno: Tallini. Neanche Cannizzaro, che ha capito che la situazione giudiziaria di Occhiuto e compari, e forse anche la sua, potrebbe precipitare da un momento all’altro, dice più niente a tal proposito. Solo Tallini si ostina a proporre Occhiuto presidente della Regione Calabria, provocando una seria spaccatura tra quel che rimane dei pezzotti del partito in Calabria: Abramo e le sue truppe già da tempo affilano le armi per contrastare la candidatura di Occhiuto, e dopo le esternazioni di Tallini annunciano una guerra senza quartiere contro questa candidatura.

Occhiuto, nell’attesa del suo destino giudiziario, e Dda di Reggio, Catanzaro e Roma permettendo, spera nella riproposizione dello schema che ha vinto le regionali in Abruzzo: il ritorno del centrodestra unito. Solo che questa volta non è a guida Berlusconi, ma Salvini. E non è detto che a Salvini vada bene un candidato pluriindagato come Occhiuto, la cui libertà è appesa a un filo. Il cambio dei rapporti di forza nel centrodestra ha fatto saltare i vecchi accordi, e la Lega potrebbe rivendicare a se la scelta del candidato alla presidenza della Regione Calabria, in un eventuale centrodestra unito. Salvini potrebbe lasciare anche la scelta a Forza Italia, a patto però che il candidato sia perlomeno “al di sopra di ogni sospetto”, e Occhiuto non corrisponde a questa descrizione. Se non lo vogliono neanche quelli del suo partito perché la Lega dovrebbe sposare un candidato come Occhiuto che porta solo problemi? Non sarà certo la Lega lo sponsor di Occhiuto. Questo è chiaro.

Anche a livello locale le cose non vanno bene. Molti consiglieri di maggioranza e anche di minoranza, ma che di fatto lo hanno sempre sostenuto, hanno preso le distanze politiche da Occhiuto. I consiglieri comunali dissidenti, promotori del nuovo contenitore politico cittadino, denominato la “Piattaforma”, non hanno gradito le esternazioni del sindaco sulla sua successione. Ovvero: il nome della Santelli come futuro candidato a sindaco di Cosenza, più che unire ha spaccato definitivamente la maggioranza occhiutiana in consiglio. Infatti i “piattaformisti” (De Cicco, Cipparrone, Ambrogio, Sconosciuto, Cito, Spadafora) non fanno mistero di voler lanciare un loro candidato a sindaco che rappresenti i quartieri, e la Santelli tutto rappresenta, tranne che i quartieri.  Poi, dicono i piattaformisti, eventuali alleanze si discuteranno al ballottaggio. Così come succederà per le Regionali: il loro appoggio ad Occhiuto alle Regionali, sempre se ci arriva, giudiziariamente parlando, non è scontato.

È questa la situazione politica in cui si trova Occhiuto. Se la sua stessa città, e i suoi stessi fedelissimi gli voltano le spalle, perché le altre città della Calabria dovrebbero sostenerlo? E se non passi a Cosenza, si sa, la poltrona di presidente non la vedi neanche con il cannocchiale. Fantasticare sui voti di Callipo come esempio di apprezzamento del sindaco Occhiuto, anche nelle altre province calabresi, è roba da politico all’ultima spiaggia.

Il centrodestra unito potrebbe, per via degli antichi vincoli di “comparaggio” tra elettori e padrini politici ancora esistenti in Calabria, anche vincere le elezioni in Calabria se dovesse costituire la grande accozzaglia, a patto però che chi la rappresenta nulla abbia a che fare con la “vecchia politica”. E’ questo quello che vuole la gente, e non gliene frega niente se la proposta di “cambiamento”, almeno estetico, arrivi da Salvini. Basta con le solite facce, è lo slogan vincente. Che non vuol dire basta con la corruzione, con le ruberie, con la mafia… Per l’elettore calabrese, da questo punto di vista, può restare tutto com’è. L’importante è farsi derubare da chi ha una bella faccia pulita e straparla di cambiamento.

Che farà in questo scenario il Movimento 5Stelle non è dato sapere. Ancora Morra forse non ha deciso con chi allearsi sottobanco. L’unica cosa che sappiamo è che ad Occhiuto, così come ha fatto, in questo desolante quadro politico, non gli resta che affidarsi alla Madonna.