Calabria 2019, Pd e M5s tra alleanza e “desistenza”

Fonte: Huffington Post

Umbria, Emilia Romagna, Calabria. Poi anche Toscana e Marche. Dai territori passa l’ipotetica alleanza strutturale tra Pd e Movimento 5 Stelle. Alle prossime elezioni regionali il rischio di una debacle democratica è reale mentre i pentastellati nelle consultazioni locali non hanno mai brillato. Nonostante questo, l’idea di Dario Franceschini, benedetta anche dal segretario dem Nicola Zingaretti, di stringere alleanze con i grillini su base regionale viene respinta da fonti vicine a Luigi Di Maio che ufficialmente la definiscono un’ipotesi “non all’ordine del giorno”.

Tuttavia l’impressione è che ci si voglia muovere con cautela respingendo accelerazioni unilaterali su un tema come questo. Anche perché, come spiega un parlamentare M5s di primo piano, “il quadro ipoteticamente può cambiare”. Nel senso che, soprattutto in alcuni territori, se chi ha amministrato fino ad ora si mettesse da parte lasciando spazio a nuovi volti si potrebbe anche iniziare a ragionare. Non solo, c’è anche chi dentro il Movimento inizia a parlare di “desistenza”.

In che senso? “In una regionale lasciamo che sia il Pd a presentare un suo candidato e noi non corriamo, e viceversa in un’altra regione” dove casomai il Pd potrebbe presentare solo delle liste civiche con le quali M5s può stringere accordi dal momento che è stato modificato lo statuto. Per adesso si tratta solo voci isolate e pensare a un listone unico con un’impronta civica è quanto mai prematuro. Prima di tutto bisognerà capire nei prossimi mesi come andrà il governo giallorosso.

Per questo motivo l’Umbria è esclusa, trattandosi della prima regione in cui si vota. Dopo le inchieste sulla sanità che hanno portato alle dimissioni della governatrice Pd Catiuscia Marini si andrà alle urne il 27 ottobre. Il commissario Pd, Walter Verini, sottolinea che se è vero che “lo statuto del Movimento 5 Stelle impedisce alleanze elettorali con i partiti” è pur vero che “nel caso dell’Umbria si tratterebbe di un’alleanza con un profilo civico. Trovare una soluzione dipenderà da Di Maio, noi aspettiamo”. Ma il Movimento respinge al mittente la proposta avendo già avviato la consultazione online per comporre le liste.
Dall’Emilia Romagna i 5Stelle fanno sapere che “non c’è nessun ponte aperto con il Pd in vista delle prossime elezioni regionali. Come sancito dal voto dei nostri attivisti su Rousseau, ad oggi, le uniche alleanze elettorali possibili sono e restano quelle che riguardano vere e autentiche liste civiche”, sottolinea Andrea Bertani, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle. Il Pd deve fare di tutto per non perdere la regione rossa per eccellenza e di conseguenza consegnarla alla Lega. È questo il cuore di tutta la vicenda.

I dem non possono rinunciare a Stefano Bonaccini poiché sarebbe complicato cercare una soluzione terza, e per i 5Stelle è impossibile appoggiare il governatore uscente. Per questo i pentastellati che, rispetto ai vertici, si spingono un po’ oltre pretendono casomai discontinuità nei nomi. Ma anche in questo caso, se alla desistenza grillina si arriverà, significherà fare una campagna elettorale soft così da spianare la strada ai dem ed evitare l’avanzata della Lega.

Dalla Calabria arriva un ‘no’ secco da entrambi gli schieramenti. Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia ed esponente calabrese del M5s si dice contrario all’asse. Ma l’operazione, se mai si farà, richiede molto lavoro di mediazione per far diventare possibile ciò che sembra impossibile. Come lo era un governo M5s-Pd fino a poche settimane fa…