Calabria 2020, gli impresentabili trombati. Mauro D’Acri: Franza o Spagna purché se magna!

Tra i voltagabbana e gli impresentabili trombati di spicco di questa tornata elettorale per le Regionali un posto di primo piano spetta senz’altro a Mauro D’Acri, fino a ieri “delfino” e lecchino di Mario Oliverio e adesso, dopo il disimpegno di Palla Palla, passato senza pudore e vergogna nelle file del centrodestra con la lista “Santelli Presidente” e puntualmente punito dagli elettori, che se ne sono finalmente liberati

Di Mauro D’Acri ci siamo occupati molte volte nel corso di questi anni nei quali è stato il “consigliere delegato” per l’agricoltura di Mario Oliverio. In queste ore abbiamo appreso che è molto nervoso, poiché – com’è giusto e sacrosanto – la gente (non certo i media asserviti al potere di tutti i… colori) gli sta dicendo in faccia quello che pensa di lui. E, nel nostro piccolo, lo facciamo anche noi sperando ardentemente – come altre migliaia di persone – che venga “trombato” in maniera da non vedere più la sua brutta faccia nelle istituzioni.

MAURO D’ACRI E IL DIPARTIMENTO AGRICOLTURA DELLA REGIONE CALABRIA

Al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, dirigenti e politici della peggiore specie si sono susseguiti nel corso del tempo, ma quello che è accaduto in questi ultimi anni non si era mai visto. Anche chi ha sempre votato a sinistra ed ha sostenuto il presidente Oliverio, è stato costretto ad affermare che chi ci governa o è stupido o è un mascalzone.

Appena insediato, il Dipartimento viene affidato alla Dirigenza in reggenza dell’ingegnere Carmelo Salvino, dirigente ben visto tra i dipendenti e tra tutti i dirigenti, quindi grandi speranze per l’agricoltura. Niente di più falso! L’ingegnere è un uomo di Nicola Adamo ed esegue ogni direttiva (vedi Calabria Verde), non ha alcun margine di scelta e nessuna autonomia, per qualsiasi decisione deve prendere l’ascensore e premere il tasto “10”. Inteso come “decimo piano” ovvero il regno di “Capu i liuni”.

Viene nominato capo struttura del dipartimento, Mario Caligiuri, ex assessore provinciale e trombato alle elezioni regionali. Ascoltandolo, non si comprende davvero come possa aver ricoperto il ruolo di assessore non riuscendo a distinguere un decreto da una delibera mentre è completamente all’oscuro di qualsiasi procedimento amministrativo. In compenso, però, lo si vede in continuazione girovagare nei corridoi regionali a chiedere raccomandazioni ad amici e amici di amici. E’ di una tale ignoranza da far impallidire un campione di inettitudine come Lorenzo Catizone, simbolo in Regione della protervia e dell’analfabetismo.

Il rappresentante politico, in quanto consigliere delegato, è Mauro D’Acri, che si vanta di essere un agricoltore ed effettivamente dovrebbe tornare a farlo in maniera assidua con una zappa in mano. Si è impossessato del PSR facendolo riscrivere a suo piacimento anzi, al totale asservimento dei grandi gruppi di potere, che hanno avuto enormi finanziamenti grazie alle variazioni fatte ad hoc sul testo del PSR.

A differenza di quanto sbandierato da giornali o da comunicati scritti da lecchini, il PSR 2014-2020 è completamente allo sbando. La Commissione Europea qualche tempo fa ha inviato dei funzionari ad effettuare un audit alla Regione, per verificare il PSR e la visita si è conclusa con una totale debacle (mancanza di verbali, procedure di appalto incerte) della Regione con conseguente e inevitabile taglio delle risorse destinate alla Calabria. La motivazione è essenzialmente una sola: incompetenti che occupano posti delicati.

Un esempio lampante è dato dall’Autorità di gestione del PSR, ufficio nevralgico i cui componenti sono pagati praticamente il doppio rispetto ad un normale funzionario e il dirigente il cui stipendio è equiparato a quello di un direttore generale. Attualmente diretto dall’avvocato Alessandro Zanfino, nominato (era un avvocato che si occupava di assicurazioni) dall’ex assessore Trematerra, oggi resta in carica in quanto firma tutto quello che viene richiesto dai piani alti.

Per quanto riguarda i componenti, ad eccezione di pochi funzionari che si sobbarcano il lavoro di tutti, gli altri trovano posto in quanto amici di Pignanelli, di Mauro D’Acri o del Presidente, se poi non capiscono nulla di PSR è un dettaglio. Insomma, il presidente e la sua corte hanno costruito un sistema che prevede la totale assenza della meritocrazia e l’assoluta prostrazione alla “politica”.

MAURO D’ACRI E CALABRIA VERDE: IL RUOLO DI GENNARINO MAGNONE

La Guardia di Finanza aveva requisito una stanza nella sede di Calabria Verde e stava chiamando uno ad uno tutti i direttori dei lavori che hanno scaricato il dirigente Alfredo Allevato e hanno collaborato. Ma i finanzieri avevano allargato il fronte delle indagini e cercavano apertamente il collegamento politico. In questo senso, l’uomo chiave è senza dubbio il factotum Magnone, impelagato fino al collo nella vicenda.

Di conseguenza, oggi torniamo ad occuparci del dottore Gennarino Magnone, agrotecnico, non agronomo, che viene assunto per redigere i piani di gestione (che però possono essere sottoscritti solo da agronomi iscritti all’albo professionale…).

Calabria Verde ha decine di figure professionali abilitate a svolgere tale funzione. Ma l’ex dg Furgiuele preferiva Gennarino. Perché? Forse perché è l’uomo di fiducia del consigliere regionale Mauro D’Acri, oliveriano di ferro e oggi saltato nel campo della Santelli? 

Forse perché è indagato per truffa per reati connessi a fondi concessi dalla Comunità Europea insieme allo stesso Furgiuele?

Forse perché risulta indagato per il caso Sarlo ed essere stato autista di Franco Morelli, il celeberrimo compare del mio compare?

Franco Morelli
Franco Morelli

Sarà per questo, sarà per quell’altro, fatto sta che il professionista si è seduto per mesi e mesi alla destra del direttore generale e non sembrava più un consulente ma un dipendente vero e proprio e ha tenuto e forse ancora tiene i rapporti con la presidenza come vuole il suo padrino politico Mauro D’Acri. Tanto tra “sinistra” e “destra” nel magna magna totale della Regione, come ci insegnano magistrati del calibro di Cordova, De Magistris e anche Gratteri, non c’è nessuna differenza.

Gennarino Magnone

Il buon Gennarino è stato nominato consulente per la stesura del Piano di Gestione ed assestamento forestale del Parco Periurbano 2 Li Comuni Siano di Catanzaro.

Gennarino, come accennavamo, nasce come figlioccio del buon Morelli e ha un curriculum di tutto rispetto.

Indagato, in particolare, nel caso Morelli come autista e conviviale alla cena tenuta a Gambarie d’Aspromonte con il defunto boss della montagna Musolino; ma anche indagato nel caso Sarlo per falsa testimonianza; e per truffa per falsa rendicontazione  dei fondi comunitari di una sua piccola azienda.

Consulente agrario dell’azienda agricola privata di ‘O Principale Paolo Furgiuele e creditore dello stesso, per questo è stato (ed è ancora!!!) suo consulente personale, come lo stesso ex direttore generale ha dichiarato in più occasioni che lo vedono protagonista (riunioni sul dissesto idreogeologico, sui fondi comunitari e cosi via).

Dopo le disavventure di Franco Morelli, Gennarino Magnone è passato sotto la sfera protettiva del consigliere regionale Mauro D’Acri grazie agli uffici del solito Furgiuele.

E ovviamente ha avuto responsabilità di un certo livello.
Gennarino, per esempio, viene incaricato con determina n.161 del 05/08/2015 per redigere un piano di gestione di Siano.

Prima domanda.

Perché incaricare un esterno visto che in Calabria Verde ci sono decine e decine di professionisti idonei a firmare un piano di gestione?

Seconda domanda.

Perché fare il Piano di gestione di Siano visto che si tratta di demanio del comune di Catanzaro e quindi non demanio regionale?

Risposta 1° quesito

Forse il lauto compenso di Magnone (circa 20 mila euro) serve anche per saldare qualche vecchio debito…

Risposta 2° quesito

Forse perché bisogna dare seguito alla creazione di una centrale a biomasse voluta dall’ex Governatore Loiero e sponsorizzata da alcuni, definiamoli cosi, “imprenditori” di Lamezia Terme?

A queste domande non ha ancora risposto nessuno… Ma la nostra inchiesta su Mauro D’Acri non è ancora finita e non sarà certo qualche “minaccia” di querela che ci fermerà. Caro D’Acri, questa campagna elettorale per lei sarà molto lunga…

1 – (continua)