Calabria 2021. Fabio Celia scrive a Letta: “Ipotizzo un accordo romano per far vincere Occhiuto”

LETTERA APERTA AL SEGRETARIO DEL PD ENRICO LETTA

di Fabio Celia, imprenditore

Caro Segretario,

Ti scrivo come si fa a un compagno e a un amico perché sono Fabio Celia, primo coordinatore del nostro amato partito nella città capoluogo della Calabria ma quel che più conta convinto assertore di valori e ideali politici ormai messi a dura prova da quanto accade nella quotidianità. Una pratica giornaliera che anche nel partito da Te diretto segna un preoccupante scollamento tra la “fede” e la passione di tanti militanti e le esigenze di quanti stanno in alto. Di chi, pur avendo la responsabilità delle scelte per cui va compreso e laddove sia possibile aiutato e giustificato, dà l’idea, purtroppo sempre più spesso, di prendere decisioni scriteriate, incomprensibili, parziali. Che non si possono insomma giustificare in alcun modo. E la riprova viene da quanto negli ultimi giorni ho appreso dalla stampa relativamente alla selezione, per così definirla, del candidato a presidente della Regione.

A riguardo dico che non spetta di certo a me giudicare la persona designata, ma il metodo si! Eccome. Perché così si viene meno a tutti i principi democratici (in ogni senso del termine, mi sia consentito asserirlo) previsti dallo Statuto. Si tratta infatti della solita figura calata dall’alto, indicata per perdere nella maniera più dignitosa possibile replicando l’avventura (ma mi sia consentito affermare: la disavventura) di Pippo Callipo appena un anno e mezzo fa. Va da sé, dunque, che lo Statuto per Te e tutti Voi del gruppo dirigente è carta straccia. Una chimera e nulla più, in buona sostanza. Mi pare di capire, di conseguenza, come abbiate (s)venduto la poltrona di governatore della Calabria in una sorta di baratto con quella del Lazio, sminuendo i militanti. Un modus operandi che ha mortificato una storia fatta di sangue, sudore e sacrifici, in difesa di certi principi, anche qui da noi.

Mi spingo pertanto oltre, fino a ipotizzare un accordo romano per fare vincere il candidato del centrodestra calabrese Roberto Occhiuto. Esagero? Può darsi, ma intanto si dovrebbe discutere degli apparati mancanti da anni nella mia terra e addirittura della possibilità di sciogliere questo nostro (allo stato sedicente) partito. Che mi pare incapace di esprimere contenuti seri da più di qualche anno. Basti pensare alla linea nazionale, che pur di mantenere lo status quo asseconda gli inciuci con la Lega. E Te lo rimprovera, consentimi, un uomo di sinistra che rimarrà sempre tale, qualunque cosa accada. Malgrado ciò, io, come tanti, rivendico dignità e la sintesi fra le varie esigenze e istanze politiche. Ecco perché, se non si vuole affondare o ricorrere (lo ripeto provocatoriamente) all’ipotesi dello scioglimento, il ritorno al metodo delle Primarie più che auspicabile diventa fondamentale e necessario.