Calabria 2021, gli scenari sono sempre uguali: solita squallida corsa alla poltrona

Quello di quest’anno, per i tanti credenti, non sarà un Natale come gli altri, “colpa” dell’ennesimo decreto anti contagio che stabilisce cosa si può e cosa non si può fare durante le sante feste: molti “riti tradizionali” legati a questo santo periodo, in uso da secoli, saranno sospesi. Ma non sarà un Natale “strano” solo per i credenti, quello che si appresta ad arrivare sarà un Natale difficile soprattutto per i politici calabresi. La data stabilita per il voto, il 14 febbraio, impone ai partiti tradizionali una accelerazione nell’individuazione del candidato presidente, e nella formazione delle liste.

Il tempo a disposizione è veramente poco e già qualcuno, in particolare il Pd, pensa di chiedere al governo di rivedere la data delle elezioni regionali in Calabria. I vecchi marpioni dei partiti tradizionali hanno bisogno di più tempo per mettere d’accordo tutti coloro i quali con la politica ci mangiano da sempre. E le trattative, appena iniziate, non promettono nulla di buono. Molti sono gli scogli da superare, specie in questo periodo dove i tanti nodi della mala gestione politica sono venuti al pettine, salvaguardare gli interessi privati degli amici degli amici, sarà complicato. L’arrivo del commissario Longo ha complicato, e non poco, la già ingarbugliata situazione spartitoria. La principale fonte di speculazione dei vecchi capibastone politici, la sanità, non potrà più essere oggetto di sistematico saccheggio. La torta a disposizione degli amici degli amici si è notevolmente ridotta. E allora il quesito che si pone per i ladri di stato è questo: chi confermare e chi escludere dal solito e vergognoso magna magna? Una bella gatta da pelare per i soliti marpioni.

Gli scenari che si presentano sono sempre gli stessi, nonostante tutto quello che è successo in questo ultimo anno. Per la politica tradizionale, ovvero i responsabili dello sfascio totale delle regione Calabria, pandemia o non pandemia, quello che conta è occupare i posti di potere per continuare a lucrare sulla pelle dei calabresi. Infatti i soliti ladri di stato più che interessarsi a come porre rimedio ai tanti problemi che affliggono i calabresi, in testa hanno una sola cosa: trovare una  strada sicura per piazzare i propri scagnozzi nei posti che contano. Di programma e soluzioni, non se ne parla proprio. Tutto è concentrato sulla persona “da portare”.

Per il Pd bisogna costruire una grande coalizione civica, guidata da un esponente di spicco del loro partito, da contrapporre al centrodestra. Ma le cronache di questi giorni ci dicono che il tentativo è già fallito, almeno per quel che riguarda l’outsider Tansi. Le promesse di una vicepresidenza e di un assessorato, non hanno attecchito. E la risposta alle offerte generose del Pd (fatte sempre con i soldi dei calabresi) è stata un bel: resto libero.

Non tanto diversa è la posizione dei cosiddetti movimenti civici che dopo aver tentato anche loro la carta Tansi, sono alla ricerca di una nuova collocazione. O meglio sono alla ricerca di qualche portatore di voti visto che la loro forza elettorale, allo stato, è pari a zero. Ma chi sono questi movimenti civici, vediamoli:

1) 10 Idee per la Calabria: area reggina, capitanata dal prof. Domenico Gattuso, non si hanno notizie di altri aderenti a questo movimento. Alle ultime regionali ha fallito la presentazione delle liste insieme ai Verdi Europei ed ha appoggiato il centrosinistra di Callipo. Alle ultime comunali reggine non è stato presente dopo aver provato a formare un terzo polo e alla fine ha appoggiato Falcomatà.

2) Progetto Meridiano: area cosentina, fondato due mesi fa di cui fanno parte l’imprenditore Pietro Tarasi, la biologa Loredana Gaudio, l’avvocata e ispettrice del lavoro Graziella Secreti, e dall’agente di commercio Sandro Scalercio. Francamente un “movimento” con meno di due mesi di vita quale apporto elettorale può fornire alla causa, non è dato sapere.

3) Cambiamo assieme la Calabria: area catanzarese, al momento solo uno slogan e un hashtag di Francesco Aiello, ex candidato esterno dei 5Stelle alle ultime regionali, divisivo fin dalle “regionarie” (e mal digerito dalla maggior parte dei parlamentari 5S) la cui lista “personale”, dove erano presenti attivisti 5Stelle per trainarla, ha raccolto solo l’1% nonostante i 5Stelle siano forza di governo e primo partito alle Politiche. A parte molti post sui social, non si conosce altro, ne altri.

4) Calabria Terra Libera: associazione dell’ex grillino ed ex senatore 5Stelle Francesco Molinari, di cui non si ha notizia di altri componenti e attività nel cosentino. Lo stesso Molinari partecipa anche in Progetto Meridiano. In sostanza un nome due sigle.

5) Calabria in Testa: completamente sconosciuto. Chi sono? Dove? Quando? Perché?

A coordinare tutte le associazioni sopra elencate, unite sotto una sola sigla “Patto Civico per la Calabria”, il movimento per l‘Equità Territoriale nato il 24 agosto 2019 per iniziativa dello scrittore Pino Aprile che, a detta loro, conta allo stato ben 23 circoli e 400 iscritti. Un radicamento territoriale  che presto sarà chiamato alla mobilitazione, e che dovrà dare prova concreta della reale forza elettorale, perchè un conto è scrivere numeri, un altro è tradurli in voti concreti e reali.

Più che movimenti civici sembrano la stampella del Pd.

E forte di questo il PD fa nomi e cognomi dei possibili candidati: Minniti, Irto, Viscomi. Tutti vecchi attrezzi della politica clientelare targata PD. Personaggi che hanno un unico scopo: garantire quel poco che resta da mangiare agli amici degli amici. Segno evidente della ricerca di una continuità con la spregiudicata amministrazione del passato.

Ma la proposta del Pd non si ferma ai soli movimenti civici, la speranza è quella di formare un cartello anche con il movimento 5Stelle. E solo in questo caso potrebbe accettare una candidatura fuori dal proprio apparato di partito: circola il nome di Laura Ferrara. Un nome che potrebbe stare bene anche ai finti movimenti civici.

Nel centrodestra le cose non vanno meglio. Il problema è sempre lo stesso: piazzare qualcuno di fiducia sulla poltrona da presidente per garantire gli interessi privati dei tanti consiglieri e politici proprietari di cliniche private. E qualche nome già circola: Roberto Occhiuto, Wanda Ferro, Maria Limardo, Sergio Abramo. Anche qui siamo di fronte al vecchio che più vecchio non si può. Il peggio della politica calabrese. Nomi e cognomi che rappresentano quella schifosa classe politica che ci ha amministrato fino ad oggi, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. E nonostante ciò ci riprovano senza un minimo di pudore, convinti come sono che l’elettore calabrese alla fine, dopo tanti lamenti, non avrà problemi a rivotarli.

In questo clima è inutile scrivere delle liste che sosterranno i due schieramenti: un bel copia incolla dell’ultima tornata elettorale e il gioco è fatto. E vai di nuovo con Morrone, Molinaro, Caputo, Gallo e compagnia bella.

Se questo è il cambiamento che ci propongono la situazione, allora, è più grave di quello che sembra perché conferma la volontà di questa infame classe politica di perseverare col ladrocinio. Voglia di cambiare non ce n’è.

L’unica alternativa a tutto questo, al momento, è Carlo Tansi. Solo contro tutti. Anche se ancora non ha sciolto ufficialmente la riserva. E se deciderà di candidarsi la sua sarà una vera è propria battaglia contro l’intero sistema che lo stesso definisce il Put: Partito Unico della Torta. E se così sarà il centrodestra e il centrosinistra potrebbero trovare un candidato che sta bene ad entrambi, ma soprattutto agli amici degli amici, con un unico scopo: neutralizzare Tansi. Vedremo.