Diciamocelo con tutta sincerità: questo commissario del Pd in Calabria, tale Stefano Graziano, catapultato dalla Campania, a Mario Merola gli somiglia davvero. Guardate le foto: sembrano due gocce d’acqua, con decenza parlando Graziano potrebbe essere davvero il figlio del re della sceneggiata. E a quanto pare, il Nostro è anche molto preparato nel confezionare piccoli capolavori di teatralità, naturalmente in tandem con il suo ormai ex rivale del momento ovvero Carlo Tansi. Il primo – e questo gli va onestamente riconosciuto – ad accorgersi dell’incredibile somiglianza. Ma anche il primo ad andargli a scodinzolare dietro quando ha capito che non aveva altra scelta che prendersi un pezzo di quella “torta” che prima ha evocato come sintesi del malaffare e che adesso gli è ritornata in faccia come nei film di Ridolini…
La storia politico-giudiziaria di Stefano Graziano da Aversa (Caserta, il paese noto per le mozzarelle di bufala) è un crescendo di alti e bassi. Alle elezioni politiche del 2008 viene eletto deputato della XVI Legislatura, nella circoscrizione Campania 2, per il Partito Democratico. Alle elezioni politiche del 2013 è ricandidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Campania 2, nelle liste del Partito Democratico, tuttavia non viene rieletto. Bisogna trovargli un’altra sistemazione ed ecco che arriva. Alle elezioni regionali in Campania del 2015 viene eletto consigliere regionale con 15.862 preferenze nella circoscrizione di Caserta nella lista del Pd collegata al candidato presidente Vincenzo De Luca. Un successo così fragoroso che richiama su Graziano le inevitabili attenzioni della magistratura e così il 26 aprile 2016 viene reso noto che Graziano è indagato dalla Dda di Napoli con l’accusa di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Secondo le accuse Graziano era il punto di riferimento politico ed amministrativo del clan dei Casalesi. Mica pizze e fichi… Ma pochi mesi dopo, il 12 settembre 2016, il gip del tribunale di Napoli archivia le accuse contro Stefano Graziano, come richiesto dagli stessi magistrati della Dda di Napoli che avevano condotto le indagini. Un trionfo…
Graziano ne esce così forte che viene addirittura candidato al Senato alle elezioni politiche del 2018 come capolista del Pd ma “becca” proprio la tornata elettorale nella quale i pidioti naufragano miseramente e così viene “trombato”. Ma in compenso, meno di un anno dopo, il partito lo manda in Calabria (gennaio 2019) per vedere di risollevare la baracca.
In Calabria, soprattutto a Reggio, tutti sanno che il commissario Mario Merola, come ormai lo chiamano tutti, è legato a doppio filo a soggetti come Seby Romeo e Nicola Irto ovvero i “padroni” del Pd reggino, legati mani e piedi con l’Onorata Società. E tutti sanno che l’obiettivo di Graziano è stato prima quello di “pilotare” alla candidatura a consigliere il golden boy reggino Nicola Irto, già primatista assoluto di preferenze a gennaio: addirittura 12mila! E poi quello di reclutare una candidata idiota e intrallazzata al punto giusto per rappresentare lo specchietto per le allodole ideale per far vincere… la destra. Quanto a Irto, abbiamo già avuto modo di scrivere che la Dda di Reggio da tempo attenziona il ragazzotto per la sua vicinanza agli ambienti che contano, nel Pd tutti sanno che non è davvero il caso di puntare su di lui ma vaglielo a spiegare a “Merola”, che come il suo padre putativo quando si impunta su una cosa è deciso ad andare fino in fondo.
Nel frattempo, Graziano-Merola, nonostante il successone dello sceriffo De Luca alle ultime Regionali in Campania, è stato “trombato” perché a Caserta non è scattato il secondo seggio per il Pd, e così è passato solo Gennaro Oliviero e il “Merola” de noantri si è prodotto nel meglio del suo repertorio per urlare la sua rabbia. Ma il lato positivo (per lui ovviamente) è che si è potuto dedicare di più alla Calabria, con i risultati che – ahinoi – sono sotto gli occhi di tutti.
Ora, dopo le sceneggiate e i teatrini per i tavoli di trattative del centrosinistra, Letta in persona l’ha preso per il bavero e gli ha “ordinato” di recuperare Carlo Tansi (missione compiuta!) ma tutti sanno che Graziano, non appena recuperato il suo “aplomb” (si fa per dire) non ha perso occasione per tirare la volata ai “picciotti” reggini. Ma allora, caro Letta, che cosa aspetti a far rientrare in Campania il tuo Merola che sta combinando solo casini? Se lo chiedono ormai tutti quegli esponenti del Pd calabrese che hanno ancora un po’ di amor proprio per il partito e siamo certi che la permanenza del re della sceneggiata in Calabria sia arrivata alle ultime battute. Ma c’è gran curiosità per vedere la performance finale di Merola insieme alla scienziata che fa soldi sui malati di Alzheimer senza nessun pudore: preparate i pop corn, ci sarà da sganasciarsi dalle risate!