Se il Pd è alla canna del gas, il Movimento 5 Stelle calabrese è sull’orlo di un burrone. La sciagurata scelta della signora Ventura imposta a tutti a scatola chiusa da Conte, Letta, Boccia e Melicchio, ha provocato tra gli eletti calabresi 5Stelle una forte crisi di coscienza sfociata in una domanda: ma dove stiamo andando? È questa la sintesi della riunione di ieri tra deputati e senatori 5 Stelle. L’alleanza con il Pd, di fatto non ancora ufficializzata, “va rivista”, hanno sostenuto alcuni tra i partecipanti alla riunione: “il Movimento deve partecipare alle prossime elezioni regionali con un proprio candidato, in solitaria, senza allearsi con nessuno. Altri invece, hanno sostenuto che l’alleanza con il Pd va formalizzata ma la scelta del candidato questa volta tocca al Movimento che ha già in mente un nome: Laura Ferrara.
Ora Boccia ha un problema in più, oltre alle faide interne al suo partito per la scelta del candidato, gli eletti del Movimento rivendicano la scelta del candidato a presidente della regione Calabria, come base per l’accordo di alleanza (se mai si formalizzerà) Pd/5Stelle. Alleanza per niente scontata, perché legata alle note vicende tra Grillo e Conte, e questo impedisce a chiunque degli eletti calabresi 5Stelle di formalizzare patti e accordi elettorali. E anche qualora tale alleanza dovesse formalizzarsi – il che è assolutamente impossibile, non ci sono i tempi tecnici per il nascente partito di Conte per partecipare ufficialmente alle imminenti regionali d’autunno: tra beghe interne da risolvere, cause in tribunale da discutere, parere dei saggi da interpretare, statuti da scrivere, dirette Fb, voti on line, e poi: presentazione del simbolo, raccolta firme e presentazione delle liste, se tutto va bene se ne parla nel 2022. Ad elezioni già avvenute – non tutti gli eletti 5Stelle trasmigreranno nel Pd. Se a questo si aggiunge la già avvenuta scissione calabrese nei 5Stelle (Morra e paranza), quello che dovrebbe “aderire al Pd” si può classificare come 4 gatti. Insomma, ai fini elettorali questa alleanza, ripetiamo, se mai si farà, non serve a niente.
La situazione si fa per il Pd ogni giorno più complicata e la figura di Laura Ferrara diventa pesante più di un macigno. Ma solo per gli intrallazzi preventivati dal duo Boccia/Iacucci nella scelta del candidato, perché in termini elettorali Laura Ferrara – al netto del voto “popolare” di protesta espresso alle elezioni nazionali e europee passate, miracoli che difficilmente si ripeteranno – non ha nessuna speranza di battere Occhiuto. Ha tre quarti del Pd, o meglio diverse paranze del Pd contro e che hanno già fatto sapere che non la voteranno mai. Preferiscono far vincere Occhiuto con il quale un canale per continuare ad intrallazzare in santa pace, si trova sempre. Lavoreranno sottobanco come sempre per garantire ad Occhiuto una vittoria sicura. Senza contare poi le varie spaccature del Movimento. E questo Laura Ferrara, lo sa bene. Il perché abbia deciso di prestarsi, come la Ventura, a sostenere questo diabolico disegno criminoso del Pd, non riusciamo a capirlo.
Laura Ferrara è una eurodeputata al suo secondo mandato. È una esperta di diritti umani e diritti civili. Anche se di questa sua attività non c’è traccia, se non nella sua tesi di dottorato. Si dice per le libertà di stampa, e firma appelli e petizioni a favore di Report, salvo poi denunciare la nostra testata per aver osato nominarla con una certa ironia. Lei come tutti i 5 Stelle eletti, è bravissima a predicare bene e a razzolare male, ma il gioco dei belli, buoni, bravi e onesti, è finito, è arrivata l’ora di schierarsi. Gli alibi sono finiti, e le chiacchiere stanno a zero. Anche lei, come molti altri eletti 5 Stelle, sarà costretta ad una scelta, e allora capiremo se quello che ha sempre mostrato è il suo vero volto, o solo una maschera. Non vogliamo affrettare giudizi però, aspettiamo ancora un po’ prima di scendere nei particolari dell’attività politica (e sottolineiamo politica, con relative parentele) della signora Ferrara, per capire se sarà complice consapevole dello sciagurato patto trasversale tra il Pd, il centrodestra e gli amici degli amici finalizzato al saccheggio delle risorse dei calabresi, oppure ci stupirà schierandosi, questa volta, dalla parte dei cittadini.