Calabria 2021. Robertino sull’orlo di una crisi di nervi: chi è il “traditore” (o la “traditrice”)?

Robertino Occhiuto alias il cazzarino vive giornate molto difficili, al di là del sorriso a trentadue denti che offre a chi lo “interroga” sul perché il centrodestra non dà via libera alla sua candidatura alla Regione. Diciamo pure che – parafrasando Almodovar – è ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Eh sì, perché dopo aver dato il via alla prova di forza di sabato con l’ormai famigerata pagliacciata di Vibo Valentia, anche il suo “consigliori” Mangialavori è stato costretto alla “ritirata” precisando che di ufficiale non c’è proprio nulla e che la questione evidentemente è ancora aperta.

I media di regime calabresi, intanto, impazienti di incassare le sonanti prebende per la campagna elettorale, non sanno spiegare ai loro lettori cosa sta succedendo e non vanno oltre quello che viene sussurrato dai soliti noti: la federazione tra Forza Italia e Lega che andrebbe per le lunghe o addirittura il ruolo di vicepresidente da assegnare a Tizio o a Caio. I media venduti si rendono perfettamente conto di non essere credibili ma ormai lo sanno anche le pietre che tutto quello che scrivono non è credibile, quindi cazzata più cazzata meno che differenza fa?

E Robertino? Beh, chi lo conosce bene sa che nelle lunghissime notti che sta passando insonne da sabato in poi, si sta scervellando non solo su quello che è il vero motivo del “palleggiamento” ma anche sull’identità del traditore o della traditrice che ci sta dietro. Perché il cazzarino ricorda bene come è andata a finire la storia della candidatura di Mario suo fratello sacrificata sull’altare di Jole e teme fortemente che ci sia qualche manovra simile anche adesso, ovviamente favorita e portata avanti da Salvini che quando sente parlare di Occhiuto – giustamente – si tocca i coglioni… 

E allora, a nessuno è sfuggito che sia a Zambrone (dove pure ha confermato che il candidato alla presidenza della Regione Calabria sarà di Forza Italia), sia a Roma quando ha ricevuto Spirlì, non ha mai fatto neanche per sbaglio il nome di Occhiuto (otto e nove fora maluaccchiu) e allora il cazzarino, visto che non poteva litigare apertamente con Salvini, ha provato a replicare con la “piazzata” di Vibo Valentia, che ha avuto il potere di ridurlo letteralmente in mutande ed esporlo definitivamente alle forche caudine di chi non lo vuole candidato alla presidenza.

Dunque, ricapitolando: il traditore numero uno è certamente Spirlì, che ancora non ha rinunciato al progetto di essere lui il candidato o quantomeno il numero due. Ma non solo lui, care signore e cari signori. Dietro questa snervante attesa per il fratello furbo del cazzaro ci potrebbe essere anche una “salvifica” figura civica e fuori dalla politica che sarebbe più che mai necessaria se – come sembra assai probabile – il centrosinistra ritroverà unità con il nome di De Magistris. E se fosse così, tutti si renderebbero conto che la campagna elettorale di Robertino sarebbe un calvario, visti i numerosi processi del fratello in giro per l’Italia e la corruzione strisciante in tutte le opere dei “politici” del centrodestra. Insomma, opporre Occhiuto il piccolo a De Magistris non sarebbe proprio cosa. E allora quel furbacchione di Salvini si sarebbe messo d’accordo con zio Silvio per trovare un “civico” o una “civica” che facciano le scarpe al cazzarino. 

E intanto, nell’attesa, mentre i media amici cercano di lenire le ferite del giovane cazzaro (il cui profilo FB è maliconicamente fermo all’8 giugno), quelli “nemici” stanno sguazzando nel prenderlo per il culo. A Catanzaro hanno tirato fuori la metafora del prode crociato il cui ritorno a casa viene annunciato giorno per giorno e ora per ora ma non avviene mai… A Vibo invece si sono ricordati una tragicomica convention del 2016 con la quale si festeggiava il ritorno in Forza Italia di Totò Caridi, che anticipò di appena un mese la retata nella quale venne coinvolto il senatore… E dicono che non solo Salvini si sia messo ancora una volta le mani sui coglioni ma anche Mangialavori, che è quello più gettonato a fare la stessa “fine” di Caridi.

Mentre a Cosenza la sortita delle sorelle di Jole Santelli, che hanno diffidato tutti dall’usare il nome di Jole in questa campagna elettorale, sembra aver dato la mazzata finale alle speranze del giovane Occhiuto. Passa un’ora passa l’altra mai non venne il prode Roberto…