Ci è stato detto: “ma perché ce l’avete con Tridico? Volete far vincere Occhiuto?”
Che detto a noi suona come l’acqua santa in una messa nera. Non ce l’abbiamo con Tridico – che le sue marachelle le ha già combinate e sa bene di essere una marionetta nelle mani di un sistema – ma con chi sostiene che con lui presidente la Calabria potrebbe cambiare. Un discorso che arriva quasi sempre accompagnato dalla logica del “meno peggio”, una delle trappole più ricorrenti della politica: un meccanismo psicologico che ha permesso per decenni di mantenere intatti i sistemi di potere, presentando sempre due facce della stessa medaglia. Votare il meno peggio – che in questo caso dovrebbe essere Tridico rispetto a Occhiuto – in Calabria non è un atto di pragmatismo, ma di resa. È accettare di restare ostaggi di un sistema dove il potere si traveste ma non cambia mai padrone. La vera alternativa non è scegliere tra due mali, ma smettere di farsi ricattare dalla paura e costruire dal basso una possibilità diversa. Sarà pure utopia, ma è proprio questo principio che ci impedisce di accettare la logica del meno peggio.
E non è una posizione di partito preso (mo ci vo), ma il frutto dell’esperienza: perché il ripiego del meno peggio non funziona. E gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei cosentini: Tridico corre dentro una coalizione dove il maggiore azionista resta il Pd. E Cosenza, seppur nel suo piccolo, è stata uno dei primi laboratori dell’asse Pd–M5S: un esperimento che dicevano avrebbe cambiato la città dopo dieci anni di occhiutesimo. Così come oggi dice Tridico per la Calabria. Tutti se l’aspettavano, ma il risultato è stato un Comune dove il vero sindaco si chiama ancora Nicola Adamo – che non brilla certo per impegno verso i cittadini – e un M5S totalmente succube del Pd. E a guardare le liste che sostengono Tridico, il risultato non può che essere di nuovo questo.
Del resto, per capire come andranno le cose, basterebbe chiedere all’assessore alle Politiche sociali, Veronica Buffone, esponente cittadina dei 5 Stelle e oggi candidata alle regionali, di dire pubblicamente cosa ha fatto in questi quattro anni per i tanti cittadini in difficoltà a Cosenza. E’ da questa risposta che siamo sicuri non arriverà mai, che si capisce cosa ci aspetta al di là dei soliti slogan di cambiamento che i 5 stlle usano in campagna elettorale. Nella sua brochure di presentazione all’elettorato inserisca tutto quello che il suo assessorato ha prodotto. così la gente potrà capire a chi dare il voto. Non vogliamo esprimere nessun giudizio in attesa di una risposta a questa domanda, che in campagna elettorale, per un candidato, per di più di amministratore è la prima cosa che si chiede. Quando leggeremo l’attività svolta dalla Buffone in questi 4 anni allora ci esprimeremo.









