Calabria 2025. Ma quale trionfo, questa è una “vittoria di Pirro” in tutti i sensi

Presidente Occhiuto,

Le riconosco il garbo di un gesto di estrema generosità nella dedica della sua vittoria a tutti i calabresi. Io, tra i tanti calabresi che non l’hanno votata, mi sarei aspettato che si interrogasse, da uomo delle istituzioni, del perché in questa Regione  il 57% dei nostri concittadini elettori non vota più. 

Sembra, infatti, impropriamente generoso il suo ringraziamento al popolo calabrese al quale si è rivolto, dimettendosi, per essere da esso giudicato in sostituzione della Magistratura istituzionalmente abilitata a valutare la liceità dei suoi comportamenti; per qualcosa, peraltro, su cui non è detto che ci sarebbe stata una sentenza di colpevolezza.

E tuttavia, delegando, in modo esclusivo, agli elettori la funzione di certificatori della Sua innocenza, ha evidenziato un serio deficit di eleganza istituzionale; un sorta di vuoto educativo che non fa bene a nessuno tanto meno alla politica. Io credo che il suo risultato elettorale che qualche benevolo titolo di giornale ha definito “trionfo” non La debba inorgoglire più di tanto.

Basterebbe leggere, e penso che, passato questo irresistibile afflato di gioia, lo farà, i dati sull’affluenza del 43% degli aventi diritto che dicono che su 100 elettori chiamati a votare solo in 43 si sono recati al seggio e di questi solo in 25 l’hanno votata. Questo, ad elezioni concluse, è lo stato dell’arte. Beato Lei che è felice! E come darle torto, visto che quello che voleva l’ha ottenuto.

Beato il primo ministro Meloni che si spinge a dire che la Sua rielezione è una conferma del buongoverno della destra e non riesce a dire altro. E beati i rassegnati che non sono andati a votare né per Lei né per nessuno. Tra i Beati ci sono anche  i DANNATI che hanno richiesto attenzione  e che si aspettavano che Lei, in tempi ordinari, battesse un colpo; quella gente ha registrato silenzi e indifferenza, interrotti, con l’apertura del mercato del voto, dal  frastuono delle elettoralistiche grancasse.  Presumo che il  ringraziamento per il suo “trionfo” vada anche a coloro che rinunciano alle cure e che hanno sopportato e continuano a sopportare  con pazienza certosina, oltre alla propria sofferenza, anche la Sua inerzia e i Suoi silenzi.

Non ci vorrebbe tanto per rompere il silenzio, presidente, se solo capisse che i cittadini semplici non chiedono (grandi progetti) ma solo che si facciano funzionare i servizi sanitari pubblici e la garanzia che venga ripristinata la normalità. E una delle condizioni per il ripristino della normalità è avere contezza della natura  geomorfologica della Calabria che condanna alla più totale marginalità le zone più disagiate.  Ha mai pensato alla parte più fragile della popolazione che vive  nei paesi ubicati nelle aree interne?  Si è mai posto il problema che per raggiungere gli ospedali ubicati nei centri urbani occorre percorrere strade simili a quelle percorse dalla vecchia diligenza del romantico Far West? A fronte del bisogno di mantenere  gli ospedali avvicinando i servizi ai cittadini, nel 2009 ne avete chiusi 18.

Avete lasciato sola, e con i propri malanni, la nostra popolazione, soprattutto quella fragile ed anziana che contestualmente ha visto i figli partire in cerca di fortuna e la Regione  alle prese con un piano di rientro che non rientra mai. E la resistenza di questo piano a rientrare ha prodotto solo e soltanto disservizi: liste d’attesa che non sono un dispetto del destino ma sono opera Vostra, come i calendari bloccati che rinviano alle calende greche le prenotazioni per le prestazioni specialistiche e per gli accertamenti strumentali. Pensi che  quando va bene  un anziano malato che vive a Martirano deve andare a Rocca di Neto; le poche ambulanze che non arrivano dove c’è bisogno e se partono dai loro presidi, spesso arrivano tardi e senza medici a bordo.

Presidente, le speranze di sopravvivere della gente semplice, che a malapena sbarca il lunario, sono legate alla possibilità di farsi la valigia e prendere il treno verso gli ospedali del Nord. E alle strutture del Nord, più attrezzate e funzionali delle nostre,  paghiamo centinaia di migliaia di euro ogni anno per la gioia incontenibile di quelle  rappresentanze politiche filo padane che fino a poco tempo fa si vergognavano di noi e che oggi scorazzano in mezzo a noi. Spero, Presidente Occhiuto, che Lei sia in grado di compiere il miracolo di rimuovere le critcità sopra evidenziate e tante altre non citate. In caso contrario la Sua sarà una rediviva vittoria di Pirro che, dopo un ennesimo trionfo, esclamò “Un’altra vittoria come questa e saremo perduti”.

Fiore Isabella (Ex consigliere Comunale di Lamezia Terme)