Oggi qualcuno, alza il ditino, dal proprio scranno, per parlare di sanità. Questo si, questo no. Ma voi dove eravate, ieri mentre indisturbati si cambiavano, in peggio, le sorti della sanità?
Che cosa avete detto? Che cosa avete fatto? Mentre i vostri/vostre compagni/e di partito si prodigavano a fare affari con i colletti bianchi della malasanità? Dove eravate mentre venivano scelti primari, a voi confacenti, senza né arte e né parte? Dove eravate mentre venivano scelti direttori generali di dubbia configurazione? Dove, siete oggi? Pur se belle agghindate/i con le vostre borse firmate, le macchine di lusso, mentre vi atteggiate a grandi politici, grandi strateghe/ghi del nulla. Qui non pervenuti/e!
Dove eravate mentre qualcuno imponeva alla Calabria di costituire una nuova Azienda?
Un’azienda che avrebbe cambiato le sorti della sanità calabrese. Un’azienda apparentemente del nulla, un’azienda che vale meno di zero, ma è il baricentro di milioni di euro.
Nessuno si focalizza ad analizzare questo essere ectomorfo nato per ridurre le spese della sanità e risolvere tutte le problematiche della malasanità: “Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero”.
Il 15 dicembre del 2021 con una legge regionale, e precisamente la 32, è stata costituita azienda zero, preciso votata dalla giunta regionale e dal consiglio regionale.
Lo scopo di questo scatolone vuoto, quello di “perseguire la razionalizzazione, l’integrazione e l’efficientamento dei servizi sanitari, socio-sanitari e tecnico amministrativi del Servizio sanitario regionale, con modalità partecipative basate su percorsi improntati alla massima trasparenza, alla condivisione responsabile, nel rispetto del principio di efficienza, efficacia, razionalità ed economicità nell’impiego delle risorse al fine di continuare a garantire l’equità di accesso ai servizi, nella salvaguardia delle specificità territoriali”.
In poche parole, dovrebbe accentrare le funzioni del dipartimento Tutela Salute della Regione Calabria ed alcuni servizi erogati dalle ASP, per risparmiare. Ma allo stesso tempo viene inquadrata come azienda sanitaria attingendo al fondo sanitario per finanziare l’organizzazione e il personale. Quindi meno fondi per le Aziende Sanitarie Provinciali già esistenti, per un essere amorfo sede di commistione di due obiettivi da perseguire: azienda di gestione e governo regionale di indirizzo che rischia di non essere realmente efficacia e imparziale.
I dipartimenti gestionali che accentrerà saranno quelle del controllo di gestione, GSA, risorse umane e finanziarie, stazione unica appaltante e la definizione della rete ospedaliera e territoriale, emergenza urgenza.
Il personale previsto di Azienda Zero, sulla carta era di 204 dipendenti. A tutt’oggi il bilancio di uomini e donne transati è di poche decine, che vorrebbero ritornare nelle loro aziende di appartenenza, in quanto insoddisfatti e poco stimolati.
Il modello voluto dal “Caro” Presidente Occhiuto è già stato utilizzato in altre regioni d’Italia come la Liguria, il Veneto, il Lazio e la Sardegna tutte fallimentari in queste regioni, con risultati scarsi.
Gli effetti attuali di Azienda Zero nomine di direttori di UOC, della stessa azienda, senza evidenza pubblica, senza titoli, effettuate con artifizi e giri pintalici per dissuadere chi aveva ed ha le competenze, limitata al cerchio magico di Occhiuto o di Miserendino. Un piano per la transazione al digitale che fa acqua da tutte le parti soprattutto per ciò che riguarda gli affidamenti effettuati in maniera discutibile alle società che si sono viste garantite commissioni milionarie. Blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, Miserendino non è in grado di gestire le procedure dei concorsi e le Aziende Sanitarie Provinciali impazzano con avvisi a tempo determinato. Una stazione Unica appaltante che non è partita a pieno regime lasciando le AASSPP ad effettuare acquisti senza controllo e senza un’effettiva programmazione.
Per l’Emergenza e Urgenza, è sotto gli occhi di tutti, che è ancora in panne con le solite criticità, autombulanze che non arrivano dai malati nei tempi prescritti, e qualora ci fossero le autombulanze sono sempre prive di medico. Per non parlare della spesa farmaceutica in termini di programmazione che di monitoraggio e ricognizione delle effettive esigenze, inesistenti, quali strumenti di contenimento e di razionalizzazione, soprattutto in presenza di carenza di risorse con sforamenti dei tetti degli acquisiti diretti dei farmaci originali.
Per non parlare dei fondi del PNRR lo stato di attuazione degli interventi finanziati, COT, Case di Comunità, 43 progetti di cui molti non riusciranno a raggiungere il target temporale Cis al 31.3.2026, Digitalizzazione delle strutture ospedaliere con 11 progetti nessuno realizzato. Fascicolo Sanitario Elettronico ancora in altomare
Chiudiamo questo baraccone del nulla, ristabiliamo l’ordine e l’autonomia e controllo delle Aziende Sanitarie. Riduciamo la spesa prodotta da questo barraccone inutile. Rendiamo più forte il Dipartimento della Salute della Regione Calabria e lasciamo ad altri la realizzazione di progetti fantasiosi già falliti – come il “capo dei capi” – ancora prima di nascere.
Lettera firmata









