Vi ricordate il ragliare sbraitante di Occhiuto qualche tempo fa sui megastipnedi dei dirigenti dei Consorzi di Bonifica? Il parassita lanciava fulmini e saette annunciando iniziative di natura punitiva e giudiziaria. Quasi in preda a una crisi isterica urlava: “Porterò le carte in Procura!”. E “minacciava” addirittura che si sarebbe dimesso se non fosse passata la “riforma” dei Consorzi di Bonifica a “Carrozzone Unico”…
Ebbene, proprio oggi il Consiglio Regionale più squallido d’Italia ha approvato una modifica alla legge istitutiva del Nuovo Carrozzone Unico (N. 256 ” Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2023, n. 39. “ in cui conferma tutto quello che Iacchite’ ha già riportato nel corso di questi mesi ovvero che il Cazzaro Parassita unitamente al Gallo cedrone non cambieranno nulla dei grossi privilegi dei nullafacenti dei Consorzi.
Citiamo testualmente: “nell’articolo 36: 1) il comma 6 è sostituito dal seguente: <<6. Il personale dipendente a tempo indeterminato dei consorzi soppressi e dell’organismo di cui all’articolo 6 della legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica), in servizio alla data del 31 dicembre 2022, è trasferito al Consorzio di bonifica della Calabria ed è utilizzato anche a supporto della gestione liquidatoria, mantenendo l’inquadramento previdenziale. All’atto del trasferimento, il personale appartenente al comparto mantiene il trattamento economico fondamentale e accessorio in godimento ed il personale dirigenziale mantiene il trattamento economico in godimento limitatamente alle voci fisse e continuative previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Consorzi di Bonifica e Miglioramento Fondiario, compresa l’anzianità di servizio già maturata.
I megastipendi resteranno, i debiti aumenteranno, i privilegi pure…; i nullafaecnti hanno vinto sui poveri calabresi che li dovranno ancora mantenere, Occhiuto e Gallo a Voi qualcuno vi dovrebbe accompagnare in Procura ma… con i carabinieri. L’unica speranza per i calabresi è scappare via.
