Calabria corrotta: continua l’assedio a Palla Palla

Continua l’assedio a Palla Palla da parte del suo stesso partito, il PD. Dopo i pesci in faccia ricevuti a Roma, dopo i viscigliati ara catrea ricevute da Renzi, dopo le pernacchie ricevute da tutto il consiglio dei Ministri, Minniti compreso, ora tocca all’elegante “si accomodi alla porta” detto dal quarto circolo del PD di Cosenza.

Il segretario, Tommaso Guzzo, in un comunicato dice così: «Veniamo fuori da oltre due anni segnati da sconfitte elettorali e amministrative: le Comunali del 2015 a Vibo Valentia e Lamezia Terme, successivamente quelle di Crotone e Cosenza, il Referendum del 4 dicembre e, per ultimo, la debacle di Catanzaro. Sconfitte che richiedono un’analisi attenta ed una discussione approfondita sull’evidente frattura del rapporto con la società calabrese da parte del Pd e dell’esperienza del governo regionale. Il futuro del nostro campo appare incerto e denso di nubi. La “strategia” della rimozione delle “sconfitte” è il preludio di una prevedibile disfatta alle prossime elezioni politiche del 2018. La debolezza politica ed istituzionale della giunta regionale ha fatto sì che il rincorrere sin dall’inizio della legislatura l’obiettivo di nominare il governatore come commissario della sanità calabrese abbia alimentato un’enorme conflittualità istituzionale tutta interna al Pd e ha, di fatto, peggiorato notevolmente la sanità calabrese».

Insomma per il quarto circolo del PD di Cosenza che conta tanti iscritti, l’esperienza di Oliverio alla regione è fallimentare.

Ma Oliverio non cede e si arrocca sull’Aventino insieme ai suoi pochi fedelissimi, tra cui il comunista col culo degli altri Giudiceandrea. L’unico pupazzo oggi in mano ad Oliverio, su cui realmente può contare. Insieme a Seby Romeo che come Oliverio potrebbe avere le ore contate, giudiziariamente parlando. Troppo esposto in inchieste antimafia sul voto di scambio politico/mafioso. I deputati sono tutti scappati. Sono rimasti con lui solo coloro i quali hanno capito che non otterranno mai più una ricandidatura con il PD, e allora pensano di fare “mucchio” con Palla Palla per ricattare Renzi, sventolandogli in faccia il loro pacchetto di voti clientelari indispensabili, secondo loro, al PD, per vincere le prossime elezioni politiche. Ma anche questo ultimo disperato tentativo è destinato a fallire.

Palla Palla è finito, politicamente parlando. E lui, di questo, non riesce a farsene una ragione. E’ talmente attaccato al potere e alla poltrona che non riesce ad immaginarsi come un uomo qualunque. Non riesce ad immaginarsi senza il codazzo di lecchini e clienti che lo seguono dappertutto. Perchè ama esercitare il potere sugli altri, gode nel vedere la gente prostrasi ai suoi piedi. Ma non è solo questo a far resistere Oliverio sull’Aventino. Quello che gli interessa, e lo abbiamo già detto, è continuare ad accontentare i suoi più stretti clienti e parenti che evidentemente da questo triennio non hanno tirato fuori tutto lo sgobbo che si aspettavano, per cui devono tirare a campare ancora un po’ per recuperare le spese. Ancora un altro po’ di delibere e forse ci siamo.

Se non fosse così, Oliverio avrebbe già abdicato. Avrebbe dato ascolto a chi continua a ripetergli che la sua permanenza alla presidenza della regione danneggia il partito e soprattutto la Calabria. Ma la dignità politica non appartiene a chi come lui ha fatto della politica la sua principale fonte di lucro.