Ah, ma guarda un po’! Si torna a parlare di un’idea che, a dire il vero, era già nota a chi segue da vicino le dinamiche politiche calabresi: la possibile candidatura di Sandro Ruotolo alla presidenza della Regione Calabria. Un nome che, sebbene non calabrese d’origine, piace molto alla “sinistra” (parola grossa, ci rendiamo conto…) del Partito Democratico e ai giovani del Pd, grazie al suo impegno come giornalista simbolo della lotta antimafia. Tuttavia, come spesso accade, dietro ogni nome c’è una storia che merita di essere raccontata.
Sandro Ruotolo non è solo un nome nel mondo del giornalismo; è una vera e propria istituzione. Nato a Napoli nel 1955, ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità e alla denuncia delle ingiustizie, spesso sfidando minacce e pericoli concreti. La sua carriera, iniziata nel 1974, lo ha visto protagonista di inchieste cruciali sui rapporti tra mafia e Stato e sul traffico di rifiuti tossici in Campania. Per oltre vent’anni ha collaborato con Michele Santoro in programmi che hanno segnato la storia del giornalismo italiano.
Nel 2020, Ruotolo ha fatto il salto in politica, diventando senatore come indipendente sostenuto dal centro-sinistra. Successivamente, nel 2023, ha aderito al Partito Democratico, diventando uomo di fiducia della segretaria Elly Schlein. Alle recenti elezioni europee, è stato eletto con circa 113.000 preferenze, confermando il suo radicamento nel Sud Italia.
Ma facciamo un passo indietro, fino a quelle calde serate di metà agosto al club Martinica di Bonifati sulla costa tirrenica cosentina, dove, tra una portata e l’altra, ha iniziato a circolare l’ipotesi del napoletano Ruotolo come nuovo candidato presidente della Calabria. E così, con una mossa grossolana quasi quanto la sua… panza, il segretario provinciale del Pd di Cosenza, Pecoraro, ha deciso di anticipare i tempi, dichiarando senza mezzi termini a uno dei media di regime compiacenti e complici che “Ruotolo sarebbe un ottimo presidente”. Fuga in avanti o un preciso calcolo politico?
Secondo alcuni, il messaggio di Pecoraro è stato recepito chiaramente dagli addetti ai lavori: innanzitutto per stoppare il valzer delle candidature di Flavio Stasi (che il Pd ovviamente vede come il fumo negli occhi) e dell’eurodeputato Pasquale Tridico (destinato a sconfitta sicura). A dire il vero in lizza ci sarebbe anche Franz Caruso, il sindaco prestanome di Nicola Adamo a Cosenza, ma a questa candidatura non crede nessuno e tutti ridono sotto i baffi quando viene avanzata… La proposta di Ruotolo, quindi, è un vero e proprio sasso lanciato nello stagno. Pecoraro, con una certa sicumera pari a quella del padre quando faceva piovere e scampare al 4° piano di Palazzo dei Bruzi a Cosenza, sembra dire: dovete fare i conti con il Pd… cazzu cazzu iu iu…
È in questo clima che nasce l’ipotesi Ruotolo. Ecco perché Pecoraro ha lanciato l’idea proprio ora. Il bamboccione si sente sicuro, protetto dalle alleanze con due soggetti come Iacucci e Bevacqua, che lo portano in giro come una madonna pellegrina sulla costa. Inoltre, Maria Locanto, con i suoi solidi rapporti romani, offre un’ulteriore tutela, mentre Mazzuca in versione guapp’i cartune garantisce con Guccione e Orlando. Ruotolo ha, inoltre, ottimi rapporti diretti con Guccione, legato a doppio filo come tutti sanno all’ex ministro Andrea Orlando, rafforzando così la sua posizione in Calabria. Ma attenzione: Mazzuca, essendo anche amico di Franz Caruso, e abituato com’è a giocare con tre-quattro mazzi di carte, si muove con cautela, più o meno come un elefante in una cristalleria. Non si è schierato apertamente contro Franz (!) e, nella sua ultima tragicomica intervista, ha mantenuto lo stesso equilibrio di un trapezista che entra in azione dopo avere bevuto mezzo litro di vino…
Nel frattempo, Sandro Ruotolo ha dichiarato di voler continuare il suo lavoro in Europa, sottolineando che la sua priorità rimane quella di contribuire da Bruxelles alla lotta contro le ingiustizie, escludendo categoricamente una sua candidatura. Nessun problema: nel Pd ci sono decine di candidati pronti e adatti a raccogliere la sfida… Il messaggio è chiaro: la panchina è lunga e il gioco è iniziato. E bisogna tenere Stasi il più lontano possibile dalla candidatura…
C’è solo un piccolo intoppo: qualcuno adesso dovrebbe capire cosa vuole fare Nicola Adamo e non è un problema di poco conto. Prepariamoci a nuovi intrighi e colpi di scena. Con i prossimi sviluppi attesi per ottobre, è ufficiale: la corsa per le regionali è partita e il Pd si sta preparando ancora una volta alla sua solita figura di… merda.