Calabria, faida tra magistrati: arriva puntuale (anche) la “bufala” su Lupacchini

Non abbiamo fatto in tempo a raccontarvi origini, modalità e schieramenti che caratterizzano l’ormai conclamata faida tra magistrati in Calabria (meno male che ce l’eravamo inventata noi) ed ecco arrivare, puntuale come un orologio svizzero, dalla procura di Salerno, la classica fuga di notizie che conferma quello che nei giorni scorsi abbiamo scritto.

Qualcuno da Salerno fa giungere una vocina in Calabria che dice: “tra i magistrati calabresi indagati, presso la procura di Salerno, risultata esserci anche il procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro Otello Lupacchini. Un chiaro ed inequivocabile messaggio intimidatorio al dottor Lupacchini da parte degli amici degli amici che a Salerno hanno ottimi agganci. Come a dire: caro Lupacchini, forse è meglio che ti fai i fatti tuoi, e la finisci di fare il santo protettore di Facciolla e Bruni, altrimenti per te finisce male. E questo è solo l’inizio. Ma anche un modo per dire a chi si è schierato con Lupacchini nella faida contro Luberto, Spagnuolo, Gratteri, che nessuno è “intoccabile”, neanche Lupacchini se dà fastidio agli amici degli amici, ben protetti a Salerno, perciò regolatevi. E poco importa se si espone alla berlina, senza una reale e valida ragione, un magistrato che nella sua lunga e prestigiosa carriera ha fatto sempre il suo dovere con onestà e rispetto verso mi cittadini e la Costituzione. Si sa, in Calabria l’onestà non paga.

Lupacchini è accusato dai pm di Salerno – che evidentemente ritengono più importante lavorare su questo piuttosto che sulla dilagante corruzione nelle procure calabresi e la collusione dei tanti magistrati della procura di Cosenza e della Dda di Catanzaro, con la masso/mafia – di: udite, udite: falso ideologico e falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici oltre ad errore determinato da altrui inganno. Una mega stronzata che più stronzata non si può. In realtà si tratta di una vicenda legata alla scorta del dottor Lupacchini, e non direttamente al magistrato. Ma tanto basta, agli amici degli amici, per lanciare “la bomba”.

Un’accusa che sa più di avvertimento che di voglia di fare Giustizia. Infatti l’inconsistenza della accusa è la prova provata di quello che noi sosteniamo: a Salerno “tifano” per Luberto e Spagnuolo, e chi parla male di loro fa una brutta fine. Nonostante la gravità dei reati a loro “attribuiti”: corruzione e collusione con esponenti delle ‘ndrine, altro che falso ideologico. Perché Spagnuolo e Luberto, e lo scriviamo da anni, fanno parte di una delle più potenti cupole masso/mafiose d’Italia. Ed hanno amici in ogni dove, compresa la procura di Salerno, capaci di colpire chiunque e a qualsiasi livello. Perciò Gratteri si è schierato con loro (Spagnuolo/Luberto), perché ha paura delle loro pericolose amicizie. Ed ora questo è chiaro a tutti.

Se colpiscono un magistrato dello spessore di Lupacchini, figurati cosa possono fare ad una persona comune. E noi lo sappiamo bene perché abbiamo subito tutte le angherie possibili e immaginabili proprio da questi corrotti magistrati che si credono i padroni del mondo. Sono loro il vero problema del mancato sviluppo dei nostri territori, perché garantiscono al malaffare tutela e impunità, e si adoperano a colpire chi osa parlare degli amici degli amici. Ecco perché ci bombardano di denunce. Molte delle quali proprio a Salerno dove sanno che troveranno accoglienza, così come succede sistematicamente a Cosenza, con qualche significativa eccezione.

Lupacchini paga la sua onestà e l’essersi schierato dalla parte della verità, che qui da noi è considerata una grossa illegalità. Guai a chiedere Giustizia a Cosenza o a Catanzaro per le angherie subite da magistrati corrotti, il rischio è quello di passare in men che non si dica da denunciante a denunciato, nella migliori delle ipotesi. O ti adegui o finisci in galera.

Mentre in Calabria è in corso una guerra tra chi predica una Giustizia uguale per tutti e chi vuole essere un po’ più uguale degli altri, la politica, nello specifico, il ministro Bonafede, e il senatore Morra, continuano a dire con una faccia tosta che manco Berlusconi o Salvini, che qui da noi va tutto bene, e che la faida tra magistrati è un’invenzione giornalistica. Così come la corruzione a Cosenza. E vissero tutti, per Morra e Bonafede, felici e contenti. Avete capito adesso come funzionano le cose?