Calabria Golf Destination, il verde che “uccide”

A Rende nei giorni scorsi si è svolto il convegno di presentazione del Golf Destination Calabria.

Con tanto di relazione del consigliere regionale Orlandino Greco e “lezione” sul golf…

“Il golf è un’escrescenza importante del turismo, che è uno dei punti di forza su cui la Calabria e il Mezzogiorno debbono sapersi giocare una partita decisiva, attivando parte dei fondi comunitari che questa Giunta regionale sta recuperando e programmando con grande scrupolo”, ha detto D’Agostino. Dove “escrescenza” è sembrato a molti una specie di lapsus freudiano.

Per il consigliere regionale Mauro D’Acri “puntando anche sul golf si potrà sperare di attrarre turisti tutto l’anno, considerando che nel 2015 i turisti golfisti hanno toccato la bella e tonda cifra di 25 milioni di presenze nel mondo”. Con un’estensione di 100 ettari ad impianto, in grado di sopportare una presenza massima di 320 giocatori al giorno in ciascun impianto, per un periodo di otto mesi.

La proposta di legge ha avuto l’assenso del presidente Oliverio che proprio di recente ha scritto una lettera al presidente della Federgolf Franco Chimenti “offrendo la piena disponibilità della Regione per la stesura di un progetto di sviluppo del sistema golfistico che parta proprio dalla Calabria”.

IL VERDE CHE UCCIDE

Che idea innovativa! Eppure basterebbe cercare un po’ in internet per capire che si tratta di una sceneggiatura di spreco di risorse che potrebbero essere impegnate molto meglio.

Un film già visto e soprattutto nelle Regioni meridionali, basta ricordare già la regione Puglia e la regione Sicilia nella programmazione dei POR 2000- 2006. I fallimenti di questi progetti, contrabbandati come vere panacee per lo sviluppo territoriale, sono ormai molteplici e la protesta di associazioni e comitati contro la realizzazione dei campi da golf è sempre più attiva in tutto il mondo.

fb-img-1456238223050

Certo, bisognava trovare una Regione come la nostra a corto di idee innovative e pronta a recepire quelle di suggeritori che possano aiutare a spendere in modo facile. Eppure l’Europa ha chiesto progetti sostenibili, non solo ambientali ma anche nel tempo e soprattutto ha messo al primo posto l’inclusione sociale e il rapporto con le aree interne e la loro protezione.

Certo, i campi da golf, sono l’opposto di quanto l’Europa detta e l’opposto persino del movimento dell’Italia del Meridione, che pone, alla luce di ciò solo strumentalmente, al primo posto la difesa dell’identità calabrese.

A sentir dire il consigliere Greco, sembra che in giro ci sia una grande voglia di golf, una passione per lo swing o queste servono a nascondere le smanie di qualcuno in cerca di riconoscimento politici e di suggeritori con voglia di speculazione?

Tra i punti in comune di ogni nuova golfistica nel vi è sempre il legame intrinseco con operazioni immobiliari. Troppo spesso la gestione sportiva di parte pubblica va in rosso, scaricando i costi sia dell’investimento che della gestione sui contribuenti, mentre quella degli immobiliaristi va fortemente in alto. Spesso a questi progetti si lega la possibilità di variare norme urbanistiche in modo da favorire l’urbanizzazione delle aree con tipologie di elite di abitazioni.

Orlandino Greco
Orlandino Greco

La stessa scelta del sito tra i Comuni di Mendicino e Castrolibero, che hanno già annunciato in conferenza la realizzazione degli impianti (come sapranno di essere già vincitori?), si presta ad una lettura, non turistica, ma immobiliaristica.

Da anni i campi da golf si trovano al centro di un’accesa polemica per il notevole impatto ambientale e paesaggistico che essi hanno sul territorio.

Per mantenere determinati requisiti di qualità, gli impianti dovranno essere completi di: spazi per attività golfistiche, campi pratica, percorsi di golf, aree di putting greens, aree di pitching greens; spogliatoi ed annessi, depositi macchinari ed attrezzi, uffici amministrativi, parcheggi e relativi percorsi; idrosanitario, riscaldamento, refrigerazione, ventilazione, illuminazione, emergenza, segnalazione, irrigazione, depurazione, ecc.

convegno-pdl-golf-del-Gruppo-Oliverio-Pr-a-Rende“In altre parole i campi da golf, dietro l’immagine dei grandi prati verdi ed il miraggio di una natura florida, di un ambiente rispettato e valorizzato, di uno sport a contatto con la natura, in realtà nascondono una strategia della cementificazione, del consumo e del saccheggio del territorio alla quale le Amministrazioni comunali si prestano modificando i loro piani urbanistici e consentendo così volumi che ai normali cittadini ed alle imprese locali non sono consentiti”.

“Gli impatti generali connessi alla realizzazione e al mantenimento dei campi da golf sono: grandi movimenti terra, sottrazione di terreno agricolo e forestale, distruzione del paesaggio naturale, bonifica di aree umide per creare campi da gioco, laghi artificiali ecc.: interruzioni nelle vie idrologiche esistenti con la conseguenza che si possono verificare erosione e inondazioni.

Nei climi umidi, l’uso di pesticidi per la manutenzione del green può comportare il rischio di inquinamento idrico. Le strutture golfistiche hanno un’ importante impatto legato proprio all’ eccessiva irrigazione che necessitano i prati erbosi. Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche, secondo stime dell’ Associazione Europea del Golf, consuma in media la stessa quantità d’ acqua consumata da un paese da 8.000-9.000 persone. Una vergognosa beffa se si pensa che ovunque si discute di crisi idrica, sul diritto all’ acqua e soprattutto se si ricorda che siamo in una regione come a rischio siccità.

Ciò che stupisce inoltre è come possa il prato di un campo da golf essere così ben tenuto, pulito e verde, privo di piante selvatiche. La risposta è semplice: usando grandi dosi di pesticidi. Alcune zone del campo, come per esempio i green (le zone con l’erba molto bassa che circondano la buca), è spruzzata una quantità di pesticidi, erbicidi e fungicidi molto più elevata di quella usata su un campo coltivato e il più delle volte non vengono osservate le dosi consigliate e si abusa nelle quantità.

Da considerare inoltre i danni su un possibile sviluppo dell’ agricoltura locale di qualità, come la produzione in biologico che necessità di una certificazione di qualità sul terreno e sul prodotto a garanzia dell’ assenza di contaminanti chimici.

D'Acri e Oliverio
D’Acri e Oliverio

Mi meraviglia anche il consigliere D’Acri, delegato all’agricoltura e poco attento alle problematiche della stessa, come sta dimostrando nella scellerata preparazione della progettazione Leader, che da proposta dal basso è diventata in Calabria in controtendenza , progettazione imposta dall’alto (ma avremo tempo per dirne).

In conclusione sarebbe meglio concentrarsi su progetti che individuino, come l’Europa raccomanda, non attività, ma soddisfacimento di bisogni reali, e soprattutto che ci si concentri non sulla spesa, ma sui risultati, e i campi di golf hanno il solo risultato di appesantire il deficit economico calabrese a vantaggio di soggetti e imprese dedite a cementificazione, amplifica ancora di più l’emarginazione dei calabresi onesti, deturpa il nostro territorio, e uccide quella speranza dei giovani a cui arbitrariamente questi politici si abbeverano

L. L.