Calabria. I giornalisti del Consiglio regionale, il loro (pseudo) licenziamento e il silenzio dei media di regime

Gentile direttore, a distanza di tempo, scrivo per dirle che tutto quello che avevo già scritto sulla vicenda – e lei è stato l’unico che ha pubblicato e ad oggi non se ne vuole occupare nessuno, solo silenzi e media di regime.

I giornalisti del Consiglio regionale ed il loro pseudo licenziamento.
Il rumoroso (e giusto) silenzio del sindacato giornalisti
E la stampa tace

Gentile direttore,
ancora una volta la politica del magna magna tenta di difendere l’indifendibile. I giornalisti del Consiglio regionale della Calabria non sono stati licenziati come vorrebbero far credere. Come hanno ribadito la Corte Costituzionale, il Ministero delle Finanze e tanti altri soggetti istituzionali, non hanno mai superato un concorso. Violando l’art.97 sono stati dai 20 ai 40 anni dipendenti della Regione Calabria.

Nei ruoli della pubblica amministrazione si entra per concorso tranne i collaboratori esterni che restano fine alla fine mandato. Le figure di fiducia terminano alla fine della legislatura.
Il silenzio del sindacato dei giornalisti è eloquente.
Non avrebbe potuto difendere chi nella pubblica amministrazione non ha mai superato un concorso pubblico ed è rimasto per più legislature. Ed i giornalisti del Consiglio regionale non lo hanno mai superato.
Non lo dice un lettore qualsiasi ma la Corte Costituzionale, che ha bocciato una legge che consentiva la stabilizzazione in aperta violazione dell’articolo 97 che prevede l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni mediante concorso.
Si faccia una ricognizione interna tra chi in Consiglio regionale della Calabria è giornalista.
E se non ce ne sono si facciano i concorsi.
La stampa locale e di regime perché non si occupa di questa vicenda? Questa la sentenza:
https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2020&numero=133