Vibo 2024. La “sfida” tragicomica tra l’avvocato dei Mancuso e la “cricca” di Occhiuto

VIBO VALENTIA: LA SFIDA TRAGICOMICA TRA L’AVVVOCATO DEI MANCUSO E IL DIRETTORE DI ROBERTO OCCHIUTO

A Vibo Valentia ci sono buone possibilità di avere l’avvocato dei Mancuso eletto sindaco della città. Non è una nostra malignità, ma è quanto scaturisce dall’ultima tragicomica puntata di Propaganda Live di Diego Bianchi su La7. Nel suo viaggio nella malasanità in Calabria, Diego Bianchi, dopo una  tappa a Polistena dove i cittadini, sotto la guida dell’ultimo sindaco comunista d’Italia, sono scesi in piazza a protestare contro la chiusura paventata dell’ospedale cittadino, si  sposta a Vibo Valentia  dove a giugno si voterà per le elezioni comunali.

Prima sosta davanti all’ospedale civile “Iazzolino” dove il  candidato a sindaco del Pd, Enzo  Romeo, ha indetto una contromanifestazione alla manifestazione ufficiale del centrodestra, che nello stesso momento presentava la candidatura a sindaco di Nicola Cosentino. Alla presenza di  tutti i pezzi da novanta dello schieramento di centrodestra, capeggiato dal nostro grande presidente Roberto Occhiuto con al seguito  tutto il circo con nani, ballerine, clown, vassalli, ammiratori, portaborse, e purtroppo anche cittadini comuni “costretti” a presenziare pena la “morte civile”…

Ma torniamo alla manifestazione davanti all’ospedale del centrosinistra. Dopo i tanti bla bla bla del candidato  a sindaco Enzo Romeo, che almeno parla in un italiano corretto, contro la malasanità dell’era Occhiuto, dimentico delle pari schifezze  fatte dai presidenti e commissari del centrosinistra, interviene una cittadina che desta il clima sonnolento e stanco dell’incontro gridando nel microfono di Diego Bianchi che il candidato del terzo polo ovvero Muzzopappa è l’avvocato dei Mancuso.

La cittadina esclama: “Non si può dire che uno dei candidati a sindaco è l’avvocato Muzzopappa, l’avvocato dei Mancuso?” L’hai detto, gli ribatte Diego Bianchi alias “Zoro”. La notizia si ripresenta nella parte terminale del servizio, quando Diego Bianchi, dopo aver intervistato Roberto Occhiuto e il candidato di centrodestra, va a cenare in un ristorante   situato sul corso di Vibo Valentia e all’uscita incontra un gruppetto di giovani che si presenta come i ragazzi del Pd. Tra questi spicca il segretario del Circolo Pd di Vibo Valentia, il gruppetto afferma tranquillamente che il candidato del centro, il famoso Muzzopappa, è forte, può prendere un 20% e forse andare lui al ballottaggio con il candidato del centrodestra.

Alla richiesta di Bianchi di fargli vedere il candidato del centro, i ragazzi del Pd gli mostrano un filmato dove l’avvocato Muzzopappa in un dibattito ad una radio esclama: “Finito qua vado ad una festa organizzata. Io sono convinto che la festa gliela organizzeranno bene e probabilmente  prima del 10 giugno…”. Stacco in studio dove Diego Bianchi afferma che pensava dopo aver intervistato il candidato di centrosinistra e quello di centrodestra
che era a posto con il servizio e con la par condicio e invece proprio i ragazzi del Pd “mi  dicono camminando con loro che al ballottaggio “ci andiamo … non ci andiamo, c’è un terzo candidato quello di centro che potrebbe andarci lui al posto nostro”, addirittura è così
competitivo, chiosa Diego Bianchi… “Sì, siamo messi proprio male, chiudono i ragazzi del Pd”.

Benedetti ragazzi, proprio dei pivelli ad ammettere così palesemente la debolezza del proprio partito. Bianchi a quel punto decide di intervistare per il giorno dopo l’avvocato Muzzopappa. Anche perché, esclama, che figura ci facciamo se alla fine vince ‘stu
Muzzopappa. Per una botta di culo, così come la chiama lo stesso Bianchi, l’avvocato Muzzopappa si appalesa in una traversa del corso e inizia un confronto a dir poco agghiacciante. Bianchi esclama: “Stavamo parlando di te, non ci posso credere, che botta dii culo assurda”.

Dalle parole di Muzzopappa apprendiamo che lui ha l’appoggio di Azione di Carlo Calenda e di Italia Viva di Matteo Renzi, che non conosce direttamente ma tramite i referenti locali che sono brave persone. Uno di questi referenti locali è il consigliere regionale De Nisi. In più dovrebbe avere l’appoggio della Lega di Salvini o di una parte di essa di cui è stato candidato alle ultime elezioni. Diego Bianchi rilancia e chiede se è vero che è l’avvocato
dei Mancuso e lui risponde tranquillamente: “Si vede che sono bravo come avvocato. Di me parla la storia personale, ottima, ho solo pensato a fare l’avvocato…”. Poi più avanti riprende la questione: “Sono 35 anni  che faccio l’avvocato nel rispetto della legge e non ho cadaveri, altri hanno scheletri nell’armadio”.

E qui lancia un messaggio in codice affermando che al momento della presentazione delle liste si potranno vedere gli intrecci tra politica, affari, ‘ndrangheta e malaffare. Alla domanda di Bianchi se punta di andare al ballottaggio risponde. “Io punto a vincere al primo turno” e che al candidato di centrodestra gli stanno preparando la festa. All’obiezione
di  Bianchi di essere più realista, lui risponde che quando ha accettato la candidatura ha esordito dicendo: “Niente  pupi né pupari”. Non sappiamo se l’avvocato Muzzopappa abbia ragione o meno, di certo un pupo o un puparo di cui lui non ha parlato è Vito Pitaro, la cui
storia politica parte da Rifondazione comunista fino ad arrivare al Pd e poi al centrodestra diventandone anche consigliere regionale e artefice della vittoria alle ultime elezioni amministrative di Maria Limardo con cui rompe definitivamente nella parte finale della
consiliatura. Quel Vito Pitaro che viene evocato tante volte in varie indagini della DDA  come esponente politico che intratteneva rapporti con alcune ‘ndrine del Viibonese. E che mentre Diego Bianchi intervista l’avvocato Muzzoppappa si trova sulla porta della pizzeria antistante ad ascoltare  iil colloquio tra i due.

Sarebbe il colmo se dopo cinque anni dall’indagine Rinascita Scott di Gratteri e da tutte le successive indagini svolte a Vibo si arrivasse all’assurdo di vedere l’elezione alla carica di sindaco di un avvocato difensore dei Mancuso e di un candidato voluto da Vito Pitaro. Chiaramente non è una questione legale, su questo ha ragione Muzzopappa, non ci risulta che sia mai stato indagato o processato, ma è un ragionamento di opportunità politica. Il messaggio che arriverebbe e che si vuole far arrivare  sarebbe devastante. E i fatti e i personaggi dicono  che questo rischio è reale.

Il candidato del centrosinistra Enzo Romeo è una brava persona  ma sconta la debolezza del suo schieramento ed in particolare del Pd che si è fatto perfino fottere un consigliere comunale uscente che si ricandida con il M5S.

Con il candidato del centrodestra Cosentino peggio mi sento. Nel convegno di presentazione della sua candidatura alla presenza di Roberto Occhiuto, il moderatore gli dà la parola
esclamando: “Robertino vieni”. Trattato da figliolazzu daì suoi stessi amici… Conclude il suo intervento con uno slogan da settimana  enigmistica: “… Dobbiamo prendere la rincorsa per andare tutti insieme oltre”. Poi vaneggia di musica rock affermando a Bianchiche gli faceva i complimenti per aver citato la canzone Jump dei Van Halen, una cosa degli anni ottanta, quella di avere un’anima… metallara.

Un tipo così l’avvocato Muzzopappa se lo sbrana in un nano secondo, se alle sue spalle non ci fosse  tutto il sistema di potere della Regione Calabria rappresentato da Roberto Occhiuto, da Francesco Cannizzaro, da Giuseppe Mangialavori e dal consigliere regionale  Michele Comito. Diego Bianchi concede molto spazio al colloquio con il presidente
Robero Occhiuto e conoscendo poco la situazione calabrese si fa abbindolare dalla  ruffianaggine e soprattutto dalle minchiate del Robertino “ino ino”, cazzaro di Calabria. I cavalli dii battaglia sono sempre gli stessi, in due anni e mezzo ho fatto cose che non sono state fatte in 20 anni… Con me vince il merito e  nei ruoli apicali della sanità calabrese ho inserito solo figure altamente professionali… e altre colossali minchiate e bugie…

Se Diego Bianchi si fosse un po’ informato avrebbe potuto rispondere se con questi criteri scelse a  suo tempo Il Direttore Generale dell’Asp di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano… Quello stesso Giuliano che dopo pochi mesi dalla nomina fu sospeso dall’incarico perché interdetto per un anno dai pubblici uffici per un’indagine sui falsi posti letto nell’era covid. Oppure in cosa consiste  il cambiamento nella sanità vibonese, visto che il Prefetto di Vibo Valentia ha disposto una commissione d’indagine per sospette infiltrazioni mafiose nell’ASP.  Comunque Diego Bianchi ha sintetizzato magnificamente i due  anni dell’era Occhiuto chiosando lo spot dei successoni di Robertino che scorreva con immagini di repertorio, all’apparire della scritta “Amadeus racconta la Calabria”, con l’esclamazione; “Questo è il trofeo più grande, due anni e mezzo di Occhiuto e Amadeus che racconta la Calabria, pochi se lo possono permettere tra i presidenti di regione”. E meno male che non ha citato Toti, altrimenti sarebbe stato perfetto…

Non c’è nulla da fare, gratta gratta, esce sempre fuori il  Re delle minchiate, il grande, unico, impareggiabile, Cazzaro di  Calabria. Su Vibo Valentia cosa dire, SE
QUESTE VI SEMBRANO ELEZIONI LIBERE E DEMMCRATICHE CONTENTI VOI E
CONTENTI TUTTI.

PS: se invece dei soliti appelli a rifiutare i voti mafiosi che lasciano il tempo che trovano, si mettessero sotto controllo (ma veramente…) i telefoni di tutti i candidati ne sentiremmo delle belle… Ma Gratteri non c’è più e anche se ci fosse stato avrebbe fatto come ha fatto nei sette anni in cui c’è stato: dormiva e anche beatamente, al punto che a Vibo ancora oggi o vince l’avvocato dei Mancuso o vince la cricca di Robertino. Alla grandissima…