Calabria, media e potere. “Il giornalista che denuncia non merita Report e passa per infame”

CRONACA DA UN MONDO CAPOVOLTO DOVE CHI DENUNCIA PASSA PER INFAME

dalla pagina FB di Agostino Pantano 

Strana regione la Calabria dove la positiva retorica antimafia ci fa solidarizzare sempre con le vittime, o con chi va a denunciare, a patto che – pero’ – non sia un giornalista.
Il giornalista che denuncia no, non merita due righe di comunicato dei politici o della societa’ civile, non merita che arrivino Report e Ranucci sospinti dall’indignazione social che – per altri temi che riguardano il potere degli altri – fa perfino salotto.

Capita che io dopo aver interrotto un CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO sia andato a denunciare alla Polizia delle cose, capita che io abbia dovuto fare questa scelta dolorosa – e antieconomica – rivendicando paghe e diritti giusti, capita che un giudice dica che il fatto merita una inchiesta e una misura mobiliare a mia tutela – e a tutela dello Stato – e capita, pero’, che io che sono giornalista, e quindi abituato alla comunicazione, non la possa spiegare questa cosa.

Anzi, capita che io venga fatto passare per un traditore, come colui che ha tolto il pane dalla bocca dei figli di un lavoro che io ho semplicemente raccontato a chi per dovere deve assicurare Giustizia e Legalita’.

Sono un garantista perfino con i mafiosi, figuratevi se non lo sia per tutelare una impresa indagata: ma non sono io l’infame…
Io ho semplicemente detto stop, ai controlli e alle buste creative : non voglio medaglie, ma certamente non posso accettare l’etichetta di “mpamu” e se altrove il sospetto controllo del lavoro giornalistico con l’occhio elettronico e il sospetto sfruttamento di quel lavoro – e delle provvidenze statali – suscita quanto meno morbosa curiosita’, e qui da noi sembra acqua fresca, me ne faccio una ragione.

Ho aiutato un sacco di politici per presentare interrogazioni parlamentare su questioni ben piu’ irrilevanti, constato, e se oggi di questa nostra denuncia non gliene frega a nessuno vuol dire che c’e’ la conferma di un mondo che va a rotoli: non parlatemi piu’ di antimafia e difesa dei diritti, pero’, siete solo “guardiani” di un cane che non mangia cane pur di avere un grammo di visibilita’ sulla tappezzeria mediatica della regione piu’ povera d’Europa (sic).