Calabria, sanità e massomafia: la prima gallina che canta ha fatto l’uovo

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 02-10-2018 Roma Politica Camera dei Deputati. Conferenza stampa di Forza Italia per presentare la convention Persona Impresa Libertà Nella foto Roberto Occhiuto Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 02-10-2018 Roma (Italy) Politic Chamber of Deputies. Press conference by Forza Italia to present the convention "Persona Impresa Libertà" In the pic Roberto Occhiuto

Dopo la diffusione della notizia di perquisizioni e sequestri, ad opera dei carabinieri del NAS e della guardia di finanza di Catanzaro, presso l’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, Robertino il parassita si è subito affrettato a diramare un bel comunicato in cui dice: «Negli anni sacche di potere e malaffare si sono insinuate nella sanità. Ora basta. La nostra sanità ha bisogno di una rivoluzione anche etica». Mai come in questo caso il vecchio adagio “la prima gallina che canta ha fatto l’uovo”, è più che azzeccato. Che tradotto vuol dire: il primo che denuncia un fatto negativo ne è probabilmente il responsabile. E di responsabilità Robertino il parassita ne ha tante. A cominciare dal fatto che apre la bocca per dire cazzate solo quando ad essere coinvolti in una inchiesta non sono i suoi compari, e poi, come tutti i falsi e bugiardi di natura, nasconde le sue vere intenzioni truffaldine dietro la maschera del bravo e onesto politico sempre pronto ad indignarsi ad ogni sospiro di Gratteri.

Dopo il blitz di stamattina, il piccolo Occhiuto non ha esitato a pronunciare la parola “sanità” mentre invece qualche giorno fa, dopo il blitz nel Vibonese, non ce l’aveva proprio fatta a nominare l’Asp di Vibo Valentia, notoriamente sotto lo schiaffo dei suoi compari Giuseppe Mangialavori detto Peppe ‘ndrina e Michele Comito. Una vergognosa doppia morale sgamata da tutti.

Robertino il parassita, insieme al fratello Mario, e a tutta la sua banda, sono, storicamente, tra i maggiori responsabili del degrado morale, etico, e strutturale della sanità pubblica in Calabria. La sanità in Calabria ha sempre avuto una unica missione che non è mai stata quella di tutelare la salute dei calabresi, ma quella di riempire le tasche di politici corrotti, imprenditori senza scrupoli, professionisti dell’intrallazzo, ‘ndranghetisti di livello, e burocrati mai abbutti. Di curare i malati non gliene frega niente a nessuno, men che meno a Robertino che oggi finge di strapparsi le vesti. E così, mentre in pubblico fingono di voler salvare la sanità pubblica, in privato, girano buona parte del denaro pubblico, dopo aver piazzato nei posti chiave galoppini e servitori ben pagati, ai boss della sanità privata. Un giro di affari che vale miliardi di euro, una montagna di denaro che sistematicamente finisce per essere risucchiato dal giro vorticoso del malaffare che la politica, tutta, ha creato a suo uso e consumo. Tra i tanti intrallazzi quello della sanità è il più lucroso. E quando si tratta di intrallazzi e di fregare lo stato gli Occhiuto sono sempre in prima linea. Oltre a favorire i compari di paranza, hanno pensato bene di ricavarsi la loro bella fetta di guagna dalla torta della sanità, incaricando il loro storico galoppino, Carmine Potestio, di aprire un po’ di “strutture sanitarie” subito “accreditate” con la Regione.

Favorire gli affari dei privati intrallazzoni, a cominciare dai suoi “affari di famiglia”, è l’unica azione politica messa in campo da Robertino sulla sanità pubblica. Basterebbe sospendere tutti gli accrediti ai privati e investirli realmente in strumenti e professionalità, per risanare la sanità pubblica, invece di sparare cazzate. Se i medici non vogliono lavorare nella sanità pubblica calabrese è perché c’è chi offre loro molto di più e a condizioni migliori. Piuttosto che fronteggiare esasperati pazienti in perenne attesa nel “Pronto Soccorso” a cui non possono dare risposte ne assistenza per mancanza di strumenti e medicinali, preferiscono, a ragione, lavorare per il privato, dove la tranquillità lavorativa è garantita. E se succede questo la responsabilità è solo della politica corrotta che usa la sanità pubblica come un bancomat privato. Altro che le chiacchiere di Robertino.

Ma non finisce qui: per meglio lucrare sulla salute dei calabresi, ha pensato bene di inviare il suo fido galoppino Potestio in Albania a reclutare professionisti da piazzare nelle sue strutture disposti a lavorare per la metà dello stipendio di un medico, o di un tecnico di laboratorio italiano. Agli Occhiuto non basta lucrare sulle prestazioni, vogliono lucrare anche sugli stipendi del personale. E poi si sa che agli Occhiuto piace vrusciare i i propri dipendenti, e gli stranieri si vruscianu meglio. Ecco, è questa la verità che si cela dietro la becera e ipocrita retorica di Robertino che blatera di rivoluzione etica nella sanità pubblica, nel mentre si adopera, sottobanco, a svenderla, al miglior offerente. E pensare che c’è chi ancora si ostina a credere alle sue false parole. Cumu si dicia: ognuno si ‘mmucca chiru ca vò… puru l’uavu da gaddrina i Robertino.