Calabria Verde: ‘O Principale torna libero. Trema il livello politico

'O Principale
Paolo Furgiuele, alias ‘O Principale, deus ex machina di tutto il gran casino di Calabria Verde, è tornato libero.  Il gip di Catanzaro ha deciso di revocare la misura degli arresti domiciliari, con il consenso della Procura, applicando all’indagato le misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma e l’interdizione temporanea dal lavoro.
Era stato arrestato il 21 settembre scorso. La Finanza aveva scoperto un buco di 80 milioni di euro nel bilancio: rendicontazioni fasulle. Con quei soldi si è alimentato un sistema perverso di corruzione, che per il momento ha coinvolto solo funzionari e dirigenti regionali ma è evidente che è comandato dalla politica.
Sullo sfondo, appalti vergognosamente pilotati sempre per una stessa azienda, quella dell’imprenditore napoletano Luigi Matacena, superprotetto dal potere politico. Ma l’ultimo, quello da 32 milioni, se ne va clamorosamente in fumo determinando una vera e propria faida.
‘O Principale è napoletano ma vive ormai in Calabria da un po’ di tempo. Precisamente dal 2004, quando viene sponsorizzato dal barone Macrì di Locri. Ma diventa direttore generale di Calabria Verde nel 2014, quando lo nomina Michele Trematerra, altro bel soggetto.
Poi si è decisamente avvicinato a Nicola Adamo perché, pare, molto in sintonia con Madame Fifì. Vanno a mare nello stesso lido e c’è l’incredibile caso delle multe a ripetizione che becca nel tratto Cosenza-Roma con l’auto aziendale Chrysler Voyager: parliamo di qualcosa come 12 mila euro. Perché Cosenza-Roma? Perché Furgiuele, quando c’erano problemi, si rifugiava da Adamo, nella Capitale per circa sei mesi, con obbligo di dimora, per la vicenda Rimborsopoli.
Paolo Furgiuele riceve l’ordine di annullare il mega appalto di 32 milioni per la Protezione Civile, poi è costretto a dimettersi e prima che lo arrestino ripara con un patetico “ripescaggio” di Palla Palla, Madame Fifì e Nicola Adamo come “direttore amministrativo”.
Qualche mese dopo, l’arresto.

L’aspetto più ghiotto che i magistrati volevano conoscere da lui è proprio quello del livello politico. Furgiuele in questo periodo avrà certamente spiegato tante cose. A partire dai rapporti con l’unica azienda che aveva presentato domanda per “papparsi” l’appalto.

La Piemme&Matacena dell’imprenditore napoletano Luigi Matacena, molto vicino al faccendiere dei servizi segreti Luigi Bisignani (è stato indagato insieme a lui nella famosa inchiesta “P4”), non viene ancora menzionata dai giornali di regime. E non è certo un’azienda “sconosciuta” alla Regione e a Calabria Verde.

Non a caso, la Regione, prima di annullare il bando, aveva acquisito tutti i documenti relativi alla “collaborazione” con la holding dell’imprenditore napoletano.

La Guardia di Finanza ha acquisito nella sede di Calabria Verde una serie di documenti per vederci chiaro su tutti i soldi che quest’azienda ha “macinato” con la Regione. E siamo in grado di fornire ai nostri lettori una ricognizione del grande potere di questo Matacena con gli apparati regionali e in particolare con l’allora direttore generale di Calabria Verde, Paolo Furgiuele.

Luigi Matacena al lavoro

Partiamo dal bando Afor 2004/2005 per dispositivi di sicurezza ed attrezzature per attività relative alla forestazione, per un importo di 3 milioni 513mila 305 euro.

Un bando laborioso ma. guarda un po’ il caso, approvato con determina numero 109 del 25 maggio 2006, quindi due anni dopo, che reca la firma in calce al collaudo dell’allora direttore amministrativo Paolo Furgiuele.

Passiamo quindi al bando Afor 2010, sempre per dispositivi di sicurezza ed attrezzature per attività relative alla forestazione da 15 milioni 889mila 056 euro e sempre sollecitato dal direttore amministrativo Paolo Furgiuele.

L’Afor cede il passo a Calabria Verde ma l’azienda di Matacena è sempre in prima linea. E così esce fuori il bando Calabria Verde del 2015, ancora per dispositivi di sicurezza e attività relative alla forestazione per un importo di 12 milioni 739mila 208 euro. Con Paolo Furgiuele “garante” di tutto l’ambaradan nella sua nuova qualità di direttore generale.

Chiaramente gli operai diminuiscono in maniera esponenziale perché vanno mano a mano in pensione ma a quanto pare non diminuisce la massa di soldi messa a gara…

L’elenco ovviamente si chiude con l‘appalto degli appalti e cioè quello da 32 milioni per l’acquisto con fondi comunitari (Por Fesr 2007/2013) di automezzi speciali per contrastare il dissesto idrogeologico e di attrezzature per l’antincendio boschivo, da destinare alla Protezione Civile.

Con l’azienda di Matacena unica a presentare domanda.

Ricapitolando: appalti vinti per un totale di oltre 28 milioni di euro (con tanto di decreto ingiuntivo per pagamenti non… effettuati) e un mega appalto da 32 milioni da “conquistare” col minimo sforzo.

Ma il diavolo ci ha messo la coda e adesso tutto il castello (finalmente!) sta per crollare insieme a tutti coloro che l’hanno messo in piedi.