Che la costa jonica calabrese sia divenuta una porta d’ingresso strategica per tutto l’occidente evoluto è indiscutibile, si pensi alla tragedia di Cutro e l’ultima del 17 giugno a largo delle coste di Roccella Jonica, ancora poco chiara nei suoi avvenimenti. E poi l’ingresso di sostanze stupefacenti in Europa dall’Albania, insieme al porto di Gioa Tauro, di certo di tutti questi chilometri di affascinante costa calabrese fermiamo l’attenzione sull’area del comune di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio.
Senza dubbio un rifugio di biodiversità e macchia mediterranea che resiste al sovrasviluppo dettato dal “turbo turismo”. Un’oasi naturale che da anni è “sorvegliata” da enti nazionali di tutela ambientale e salvaguardata dal vincolo paesaggistico, che si trova sulla costa degli Aranci a poca distanza dalla città di Soverato.
Sono circa tre km di litorale di sabbia bianca che attraggono da 15 anni l’interesse degli esperti. Bagnanti fai-da-te provenienti da tutto il mondo scelgono Sant’Andrea per le sue peculiarità. Nel 2006 Fai e Intesa San Paolo finanziarono uno studio sulla flora e fauna nell’area costiera, che ha ospitato anche la nidificazione di tartarughe Caretta – Caretta. Nel 2008 incombeva il rischio di perdere parte dell’ecosistema naturale, compreso tra il fosso Cupido ed il torrente Alaca, a causa di un progetto comunale per la costruzione di lidi attrezzati. Fai, Legambiente, Wwf, Italia Nostra coinvolsero la popolazione nella protesta, il progetto fu bloccato e arrivò il vincolo di salvaguardia ambientale. La battaglia è poi proseguita per ottenere l’istituzione di un’area naturale regionale protetta, con l’idea di includere nell’intervento non solo la parte costiera ma anche l’area collinare.
Finalmente nel mese di Luglio del 2024 nasce la Legge regionale 10 luglio 2024, n. 28 per l’Istituzione della riserva naturale regionale di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, pubblicata in Gazzetta regione Calabria (BURC n. 143 del 10 luglio 2024) in linea con la Legge regionale 24 maggio 2023, n. 22 Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità, pubblicata nel bollettino (BURC n. 116 del 24 maggio 2023), inserisco i riferimenti normativi con la speranza che qualche lettore voglia approfondire l’argomento.
Le finalità della legge sono di certo le più nobili e sincere nel voler conservare e riqualificare le caratteristiche naturalistiche e del paesaggio, garantire la fruibilità dell’ambiente, nel rispetto delle caratteristiche delle biocenosi presenti e delle specificità culturali, archeologiche, storiche e architettoniche, garantire la fruibilità a persone disabili e con handicap realizzando strutture e percorsi specifici. Ma ciò che mi colpisce lo ritrovo nell’articolo 3 ”Obiettivi gestionali”. Qui si specificano per primo l’obiettivo di studio e ricerca della fauna e flora esistente con lo scopo di preservarla passando poi alla fase di divulgazione, informazione ed infine la fase educativa coinvolgendo scuole, associazioni culturali del territorio ed altro ma l’attenzione si ferma sul seguente punto.
- j) promozione di iniziative volte a ridurre i fabbisogni energetici e a promuovere l’uso razionale dell’energia anche attraverso l’utilizzo di sistemi energetici provenienti da fonti rinnovabili compatibili con il sistema naturalistico e paesaggistico;
Proseguendo la lettura un altro punto della legge diventa interessante
- k) promozione e sostegno alla fruizione turistico-ricreativa del territorio attraverso lo sviluppo di forme di turismo ecosostenibile, dell’agriturismo, dell’agricoltura biologica, dei servizi e delle attività ricreative, compatibilmente con le caratteristiche ambientali dei luoghi;
Infine la legge designa la gestione dell’area che verrà affidata al Comune di Sant’ Andrea Jonio che dovrà sviluppare un programma triennale presentarlo ad un Tavolo di partecipazione attiva con i vari enti del territorio che potranno esprimere pareri favorevoli o contrari ma non vincolanti.
Ora mi chiedo: perché non è stato inserito anche il tratto di mare adiacente alla spiaggia per una lunghezza di 300 – 400 metri di distanza tutelando anche fauna e flora marina? Ovvero estendere i divieti ed i vincoli della riserva anche in mare e poi mi chiedo: quali sistemi energetici di fonti rinnovabili possono essere compatibili con una riserva naturale? Credo nessuno, escluso in mare un’area non vincolata e pronta per un bel parco eolico… Nel punto successivo si parla di sviluppare una nuova forma di agricoltura, quella biologica compatibile con la riserva naturale quindi niente sostanze chimiche, diserbanti e pesticidi e questa nuova forma di agricoltura dovrà sostituire quella attuale considerata tradizionale e mantenuta in vita da vari sussidi europei.
A questo punto è forte la tentazione di pensare ad un bel parco fotovoltaico ben inserito nell’area della riserva anzi direi più che inserito “ben mimetizzato” a vantaggio dei soli proprietari terrieri che diventerebbero produttori di energia da vendere al gestore di turno, il tutto avallato e retto in piedi da una bella Convenzione con il Comune di Sant’Andrea Jonio…
Altro che lidi privati che portano turisti e devastano spiagge: un bel parco fotovoltaico che ha bisogno solo di una manutenzione ordinaria, che non genera nessun posto di lavoro, non coinvolge nessuna associazione del luogo, non genera nessuna possibilità di formare o sensibilizzare coloro che vivono intorno alla nuova riserva naturale…
Ma il tutto regge se l’impianto fotovoltaico genera un buon guadagno annuo e per questi impianti c’è bisogno di aree ampie, quindi nel prossimo futuro bisognerà conciliare i nidi della tartaruga caretta-caretta e di tutti gli animali che si vogliono proteggere, le specie di piante esistenti, eucalipti compresi, con il fabbisogno energetico economico-privatistico di pochi… E’ chiaro che la politica non c’entra nulla: è mero senso civico, senso di appartenenza, speranza nel futuro che si esprime anche con la conservazione dei luoghi, concetti che non esistono più. Un grande politico che fu sindaco di Bologna proprio in quel fatidico 2 Agosto dell’Ottanta, l’agosto della strage, il professore Zangheri, durante un comizio disse una frase che può essere estesa anche ad una riserva naturalistica come quella di Sant’Andrea Jonio appena nata.
“Quando si parla di un centro storico che decade fino a perire, non si tratta solo di case, muore lo spirito di una città, la lingua che vi si parla, il costume e il modo di vivere e di sentire i rapporti di vicinato, di quartiere, di classe …. Difendere un centro storico è un fatto di cultura nel senso più profondo e più proprio: non solo estetico, ma di strutture morali e mentali”… (Cusenza Viecchiu o Vecchia, ma questa è un’altra storia)…
Infine la mia attenzione si è fermata sulle Misure transitorie e di salvaguardia dell’articolo12 che inizia riportando le seguenti frasi…
L’ente gestore, fino alla data di entrata in vigore del regolamento regionale di cui all’articolo 6, adotta le misure necessarie per salvaguardare le caratteristiche naturali degli habitat e proteggere le specie animali e vegetali presenti, nonché per mantenere i caratteri paesaggistici che contraddistinguono l’area.
Ora, il protagonista di questa estate 2025 messer il Caldo è diventato intenso e mi rende insofferente passo al linguaggio delle immagini tanto caro al poeta, scrittore e regista P.P.P. auguro tanta fortuna al nuovo gestore della riserva naturale, il Comune di Sant Andrea Jonio che avrà a disposizione per gestire la nuova area la somma di 50.000 euro annui dopo aver dimostrato le spese sostenute e gli obiettivi raggiunti sperando che non ricada nell’art. 9 Attività di controllo e vigilanza sulla gestione, la situazione si complicherebbe e addio eventuale parco fotovoltaico o forse no “ pecunia non olet ”.
Fortunato Catalano