Campanella, il giornalista vittima del “muro di gomma” della sanità

Il sistema sanitario che ha fatto calare la sua opprimente cappa su Cosenza ormai dai tempi del Cinghiale e della pax mafiosa, miete vittime dovunque.

Mario Campanella è un giornalista di idee opposte alle nostre ma sta subendo una serie di affronti dall’ASP di Cosenza che non possono e non devono passare sotto silenzio.
Dopo aver sudato le proverbiali sette camicie per ottenere uno scontatissimo rinvio a giudizio per l’ex commissario straordinario Gianfranco Filippelli e avere incassato con uguale fatica e connessa perdita di tempo prezioso, l’archiviazione del Gip sulla denuncia fatta dallo stesso Filippelli per una presunta, inesistente violazione penale della conciliazione firmata, il giornalista deve affrontare l’ultimo scoglio dinanzi al giudice del lavoro di Cosenza. E qui torna il “muro di gomma” del sistema sanitario.

L’udienza era prevista per ieri ma il giudice ha dovuto spostarla di sei mesi perché l’Asp fa ostruzionismo.
Il giudice è la dottoressa Silvana Ferrentino, che non conosciamo ma di cui si dice un gran bene. Iniziò nel penale, condannando all’inizio degli anni novanta Pino Tursi Prato. E ha continuato nel settore del lavoro, dove se ne vedono di tutti i colori ma purtroppo con estrema lentezza.

La vicenda fa ridere e piangere e ci vorrebbe solo un po’ di buon senso per sanzionare i signori della Asp.

Nel dicembre del 2014, Campanella e l’Asp firmano una conciliazione dopo che il Tribunale di Roma aveva dato ragione all’Inpgi circa il lavoro subordinato del professionista.

Campanella rinuncia a causa e anche a tanti ipotetici soldini, circa 90 mila euro, in cambio del diritto alla stabilizzazione.
Tra i firmatari dell’atto l’ineffabile Giovanni Lauricella, quello che ha dato appena 416 incarichi legali a Nicola Gaetano. 
La conciliazione viene riconfermata come valida sei mesi dopo dal commissario Filippelli. Campanella chiede l’immissione in servizio e denuncia lo stesso Filippelli all’Autorità anti corruzione il 28 settembre. Mal gliene colse, perché come un novello Pinochet, Filippelli dieci giorni dopo revoca tutto.

Regala circa diecimila euro a un avvocato di Paola per un parere inutile. Campanella denuncia, fa ricorso al giudice del lavoro. Filippelli viene rinviato a giudizio, il Gip Alfredo Cosenza dice che la conciliazione è a posto. A questo punto uno si aspetterebbe che l’Asp revochi la revoca. Invece, niente.

Resiste in giudizio e indovinate chi firma l’atto in cui si chiede al magistrato di dichiarare nulla la conciliazione? Quel genio del diritto chiamato Giovanni Lauricella, lo stesso che l’ha firmata!
Ora, una cosa del genere può avvenire solo a Cosenza. Terra Franca.
Firmo come avvocato la validità della conciliazione e poi chiedo al giudice di revocare tutto. Un’altra consulenza è stata data a un altro legale, nel frattempo.
Questo è un sopruso a tutti gli effetti e va denunciato.

Così come il “muro di gomma” del sistema sanità a Cosenza.