Carlo Rossella: «Meloni? È una ducia con stimmate fasciste. Berlusconi era un rivoluzionario senza rivoluzione»

(DI ANTONELLO CAPORALE – ilfattoquotidiano.it) – Carlo Rossella, vogliamo iniziare dalla fine?

Anche da giovane ho sempre pensato alla morte. Devo dire che è stata una frequentazione piuttosto intensa. Ora, capirà, molto molto di più. La dipingo nella mente, ne tratteggio i contorni, mi immagino nel momento del trapasso. Mi affeziono quasi all’idea, la scorgo e a volte la interrogo.

Non ne ha paura?

Col tempo la vita diviene un peso e si attende di essere liberati da quel macigno che soffoca. Si anela quel giorno.

Ma lei è nel pieno delle sue forze e ha la fortuna di potersi permettere ancora oggi viaggi di prima classe, nelle città più belle del mondo.

A Parigi alloggio solo e sempre al Ritz, in place Vendome. Al centro, del centro del centro. Poi naturalmente Londra e New York. Ma prima di ogni altro luogo viene Mosca, lì ho trascorso giornate elettrizzanti.

Siamo ritornati in terra, ma stavamo parlando del cielo. Lei pensa di vivere oltre la vita?

Assolutamente sì. E, in tutta sincerità, penso anche di andare in Paradiso. Da cattolico cerco di possedere le virtù per candidarsi lì: anzitutto essere misericordioso. E io lo sono.

È misericordioso perché oggi è senza incarichi di potere, senza amici influenti da frequentare o editori da rispettare?

Ho sempre pensato che sia un gesto di saggezza quello di staccare la spina quando si è ancora nella condizione di apprezzare il profumo della vita, amare i viaggi (come detto esclusivamente all’estero naturalmente) ed essere alleggeriti dal peso delle responsabilità a chi del potere è coniuge. Mi permetto di consigliare ai colleghi miei coetanei che ancora battono il ring di valutare l’opportunità di una second life. E ricordarsi sempre dell’ammonimento di Giovanni Paolo II: “Da un momento all’altro si può varcare la soglia della speranza”.

Lei è alleggerito?

E non lo vede? Perciò mi posso permettere, senza alcuna ipocrisia, di dire ciò che penso di Giorgia Meloni. È una ducia, copyright di Giuliano Ferrara. Ha le stimmate fasciste impresse nella carne, ha l’eloquio e il portamento e anche la cultura che ne fanno la rappresentante perfetta della destra che io aborro. Pericolo mortale.

La ricordavo berlusconiano, molto più disponibile e generoso.

Lavoravo per lui e naturalmente mi sentivo obbligato ad essere solidale.

Beh.

Eh?

In questi giorni si sono ricordati i trent’anni della discesa in campo del Cav.

Un rivoluzionario senza rivoluzione. Un ideologo senza ideologia. Berlusconi lo ricordo come un uomo pratico, di grandi capacità, che ha perorato i suoi interessi. Stop.

Stop?

La cosiddetta terza età apre la mente, definisce meglio i contorni della vita. Io ricordo sempre con nostalgia gli anni in cui ho militato nel Pci. Togliatti era un uomo coltissimo.

Rossella per me è stato il giornalista in doppiopetto, la notizia in cachemire. Non mi capacito.

Con la destra prevale l’ignoranza. Con la sinistra prevale la cultura. Non si discute.

Quindi?

Quindi Meloni pericolo mortale. Non mi piace, in lei rivedo un passato tragico. È più forte di me.

Per chi fa il tifo?

Per Schlein.

Schlein?

Tre volte sì. È una donna capace, colta e finalmente lontana da un mondo untuoso.

Dicono che non regga, che i suoi discorsi siano fumosi, respingenti.

È ficcante, puntuale, e ha un modo autentico di illustrare il mondo nuovo. L’Italia ha bisogno di sprovincializzarsi, perciò Elly, Elly, Elly.