Caro Babbo Natale, ti presentiamo la Città delle Favole

Natale 2017: lettera a Babbo Natale 

Caro Babbo Natale, chiariamoci subito: il mestiere del giornalista è difficile, ma se non fosse per i giornalisti che accendono lumi nel buio della politica e del malaffare (ce ne sono pochi in un mare di venduti ma per fortuna ci sono!), l’Italia sarebbe completamente in ginocchio. Dunque, anche se costa caro, continueremo a dire quanto riteniamo essere la verità, perché i Cittadini possano essere consapevoli e determinare un futuro migliore per tutti, anche quando andranno a scegliere i nuovi governanti. Diciamo “nuovi”, perché se saranno sempre gli stessi, sarà la fine. Oggi, nel ringraziarti anticipatamente per i tanti lettori che ci hai portato come dono, vogliamo parlarti di Comunicazione e di una “Favola di Città”, anzi, della Città delle Favole.

Intanto, Babbo Natà, assettati e pigliati nu turdiddru.

LA COMUNICAZIONE

Quando questa testata giornalistica ha scritto che Padre Fedele era innocente, dopo aspre battaglie giudiziarie durate anni nelle quali è stata distrutta una vita, la stessa Giustizia ha detto che nulla era vero. Babbo Natà, avevamo ragione!

Denis Bergamini segna il suo ultimo gol in Cosenza-Licata allo stadio San Vito

Quando abbiamo scritto senza abbandonarlo mai all’oblio della memoria di tutti, che il mostro Campione Denis Bergamini era stato ucciso, come dimostrano le recenti perizie, abbiamo avuto ragione. Babbo Natà, e su due.

Allo stesso modo, quando abbiamo scritto che Piazza Fera/Bilotti puzzava di marcio, il marcio è uscito fuori con le infiltrazioni mafiose. Babbo Natà, avevamo ragione anche in questo caso.

Foto di MASSIMILIANO PALUMBO

E quando abbiamo detto che al Comune di Cosenza gli affidamenti diretti puzzavano, Babbo Natà, avevamo ragione ancora una volta perché oggi c’è una inchiesta giudiziaria in corso. Certo, i nostri modi possono apparire troppo diretti, ma quando ti trovi di fronte ad un muro, devi usare il piccone. E noi, Babbo Natà, ancuna picunata non abbiamo esitato a tirarla. In questi mesi, però, dal Natale scorso a questo, pure le tue renne hanno capito che il diavolo non siamo noi.Siamo stati i primi a scoperchiare lo schifo delle ruberie (con tanto di nomi, cognomi e cifre di stipendi) dentro quel grande carrozzone di papponi che si chiama Calabria Verde e la magistratura è stata quasi costretta a venirci dietro arrestando i più esposti in attesa di raccogliere le prove contro i soliti politici corrotti.

Abbiamo clamorosamente “indovinato” i nomi di almeno cinque vincitori di concorsi truccati e pilotati all’Università della Calabria e in qualche caso anche i media nazionali hanno ripreso le nostre notizie.

Abbiamo sputtanato decine di ruberie nella sanità cosentina e il caso del medico vincitore di causa di servizio per depressione e nominato addirittura direttore generale dell’Asp (il celeberrimo Faccia di Plastica) è finito in prima pagina sul Corriere della Sera.Proprio il mese scorso abbiamo “azzeccato” anche i vincitori dei bandi per le cosiddette aree sociali a Rossano, qualcuno ha fatto ricorso citandoci e come “ricompensa” gli hanno bruciato il lido balneare e il ristorante. Denunciamo ormai da anni le interferenze della massoneria deviata nella politica cosentina…

Ciò detto, siamo a Natale e in questa nostra realtà, specie a Cosenza, vorremmo trovare anche qualcosa di buono, perché di cose buone ce ne sono. Ma non perché siamo diventati buoni; noi lo siamo sempre stati: perché siamo semplicemente indignati per questa forma di delirio di cui si è ammalata l’Amministrazione che ci governa.

LA CITTA’ DELLE FAVOLE

Babbo Natà, pigliati natru turdiddru.

La politica sta raggiungendo livelli di incapacità tali, da rendere incerte speranze e futuro di migliaia di giovani che si vedono costretti ad abbandonare la Calabria. Di Cosenza, “una favola di Città”, come l’ha definita l’amministrazione comunale, gli organi della stampa a grandi titoli hanno riportato le statistiche che la vedono prima sì, ma nella scala della povertà: la più povera della Calabria, tra le più povere d’Italia. E allora, Babbo Natà, come fare per continuare ad ammorbare i cittadini? Si danno colpi di cipria per coprire il naso rosso fuoco dalla vergogna. Così nascono “una Favola di Città”,“la Citta della fiducia” quando vede che l’ha persa, perché i Cittadini vivano felici e contenti.Eppure, Babbo Natà, a guardarla, Cosenza non si direbbe sia povera, attesa la sua posizione in un paesaggio unico, dotato di un patrimonio culturale altrettanto unico e più che bimillenario, di una Città Storica pittoresca e funzionale ai turismi, se pur completamente abbandonata dalla politica sempre più farneticante. Nel quadro disarmante di queste prospettive dove la criminalità emerge perché a lei non si può dire di no, ma a chi ha due lauree sì, si delinea il futuro incerto della società civile cosentina sottoposta ad una classe politica che gira e rigira inciampa sempre su tonnellate di cemento: una, due, tre quattro, cinque, sei, sette piazze e isole pedonali, u ponte i Calatrava, i grattacieli aru stadiu, i palazzi ogni 50 metri a via Popilia e a via Panebianco e tra poco il sacco di Gergeri: basta ca movano cimento.

Come vedi, Babbo Natà, anche il più grande architetto dell’universo, l’architetto dei grandi spazi in Cina, il sindaco Mario Occhiuto, c’è cascato esattamente come tutti gli altri, da Mancini alla Catizone travestita da Nicola Adamo a Salvatore Perugini, mettendo mano a tutto ciò su cui può spalmare tonnellate e tonnellate di cemento, in barba alle più elementari regole della sostenibilità e tutela dell’Ambiente.

L’Isola pedonale di Via Roma? Vuoi ridere Babbo Natà? Dicono che bisogna proteggere dallo smog delle auto i bambini delle scuole. Prima le auto scendevano, ora, invece, salgono e questi poveri bambini li avvelenano…, ma ti rendi conto? Siamo alla follia.Per dare l’idea di quanto la ragione abbia abbandonato la politica, Babbo Natà, possiamo citare tre chicche: Mario Occhiuto che parla di sostenibilità ambientale ma è il grande cementificatore, il presidente della Provincia Franco Iacucci e il capogruppo della lista Oliverio Presidente Orlandino Greco predicano la Dieta Mediterranea, mentre il territorio del primo è stato definito da RAIUNO la piccola Chernobyl e il secondo, proprio nell’antica Pandosia, nella terra fertile e bella che ci dava da mangiare, ha collocato una mostruosa discarica (vedi https://www.youtube.com/watch?v=x0EVOR57e0k). Babbo Natà, parliamo di Cesio 137, la stessa sostanza fuoriuscita dopo l’esplosione di Chernobyl, non so se mi spiego!

Babbo Natà, assaggia puru nu scaliddru!A pagare le conseguenze delle azioni di questa classe politica, priva di logica e razionalità e che va contro ogni disposizione dell’Agenda 2030, a cascata, sono anche il mondo della Sanità, la Ricerca, la Scuola, l’Università, l’economia del Turismo, il lavoro in generale, la Famiglia. Si, perché nella politica tutto è correlato: le buone prassi chiamano buone prassi e gli investimenti che portano lavoro. Mentre le cattive prassi, chiamano il cattivo esercizio del potere e, a tal proposito, succede che i due Mario che stanno rovinando rispettivamente la Città di Cosenza e la Regione Calabria, fanno pure gli accordi del tipo: io ti faccio fare la metro e l’ospedale se tu mi dai i soldi per un’ovovia, per il museo di Alarico di cui, tra l’altro, diciamolo, non abbiamo neanche una scarpa da esporre perché sia degno del nome “museo”, e così via.

Poi, poiché nella “Città delle Favole” accade di tutto, basta credere a gnomi e fate, apprendiamo finanche che il primo cittadino commette un errore puerile che svela anche ai bambini il suo metodo: acquista uno spazio pubblicitario su nota testata nazionale e lo utilizza per autoincensare il suo stesso operato, annunciando con fierezza sulla sua pagina Facebook che la nota testata giornalistica parla bene della sua Amministrazione. Danaro pubblico, il nostro danaro, speso non per promuovere il territorio, i suoi prodotti o le potenzialità dello stesso, come sarebbe auspicabile, ma l’operato politico della sua Amministrazione che, evidentemente, per avere bisogno di essere pubblicizzato in modo maldestro, non c’è.Ciò, significa che l’Amministrazione di Cosenza, sa bene di avere necessità di fare qualcosa per aumentare la propria credibilità perduta nel grande elettorato. Perduta come? Suvvia, lo sappiamo tutti Babbo Natà: per avere tradito i cittadini che lo hanno eletto e detto SI alla metro, per non avere mai ascoltato i Comitati Cittadini che tutelano i propri diritti, come quelli del Centro Storico, per avere creato una falsa politica ambientale, falsa al punto tale da essere provata dal fatto che ha costretto i cittadini a parcheggiare al centro della Città, per avere creato una mobilità cittadina priva di senso finendo per ingolfarla, per non avere fatto rispettare il luogo sacro che è il Piazzale Santa Teresa, per non avere ancora risolto il gravissimo problema idrico, per l’incapacità di creare progetti per i giovani, per non avere realizzato il suo programma e così via.

In questo contesto, nasce il messaggio natalizio che vorrebbe illuderci tutti facendoci credere che viviamo in una “Favola di Città” che, rinforzato dal mondo della comunicazione locale, nasconde il messaggio subdolo che vorrebbe far credere che sia tutto buono ciò che luccica, e così non è.

Alla tua domanda, Babbo Natà, se Mario Occhiuto è un bravo politico, anche le tue renne stanno dicendo di NO, perché un politico vero rispetta i cittadini, uno ad uno, li ascolta, e condivide con loro la crescita della Città che non è fatta di cemento e basta, ma di gente che vuole una Città vivibile e a dimensione di essere umano. Hai ragione, Babbo Natà, la gente si sta rendendo conto che vuole un vero sindaco che i fondi pubblici non li spende ma li amministra. Spendere e amministrare sono due mondi diversi. Almeno aru paisi mia…