“Caro vacanze”. Prima di consumare chiedere sempre quanto costa

Non c’è dubbio, dopo il calcio e prima del gossip, l’argomento più discusso dai villeggianti sotto l’ombrellone è il caro vacanze di questa estate. Il tormentone estivo targato 2023. Si “canticchia” ovunque, dalla montagna al mare. Sui social da giorni appaiono scontrini e fatture che attestano l’irragionevole e ingiustificato, per chi li pubblica, aumento dei prezzi di alberghi, B&B, case vacanze, ristoranti, bar. Una pubblica denuncia, diventata in alcuni casi virale, di chi si ritiene ingiustamente spennato da “commercianti senza scrupolo”, in questa o quella località turistica. E per testimoniarlo si è scatenata la corsa a chi posta lo scontrino con il rincaro più assurdo, o il conto più salato. C’è chi denuncia la sproporzione tra il conto presentato e il consumato: 2 caffè e una bottiglietta d’acqua 60 euro, o una cena per due a base di pesce da 2500 euro, oppure un fine settimana in albergo al costo di 2800 euro, “caro lido” compreso. E c’è chi si lamenta del pagamento di servizi al cliente come smezzare un tramezzino o un piatto di pasta. Il tutto accompagnato da migliaia di meme sull’argomento.

Ora, anche se ai più che hanno condiviso “scontrini e discussione” può sembrare che il tormentone estivo si riferisca al caro vita che galoppa da mesi con aumenti consistenti sui beni di prima necessità che hanno costretto milioni di italiani a restare a casa per le ferie, a guardare gli scontrini diventati virali, tranne quello del tramezzino, si capisce che purtroppo così non è. L’argomento tanto discusso sotto l’ombrellone non tratta il tema generale dell’aumento indiscriminato di beni di prima necessità come gas, luce, benzina, alimentari, ma si limita ad analizzare i salassi subiti da vacanzieri “sprovveduti” durante la loro meritatissima vacanze, e allora la domanda sorge spontanea: ma chi pubblica lo scontrino di 2500 euro per una cena, ritenendosi spennato, o di un aperitivo da 700 euro, prima di sedersi al ristorante o al bar, secondo voi, una occhiata ai prezzi l’ha data? Chi prenota il resort stellato, o il lido esclusivo con incantevole tramonto garantito, due conti in tasca, prima di lamentarsi dello scontrino, se li è fatti?

Tutti sanno che prima di entrare in un locale di una qualche nota località turistica, è sempre meglio dare prima una occhiata ai prezzi. Tranne se non sei il figlio/a dello Sceicco. Una regola che conoscono tutti i vacanzieri che tanto hanno risparmiato pur di godersi il meritato riposo al giusto prezzo, e che a farsi spennare non ci pensano proprio. Ognuno si permette quello che può. Si sa che in vacanza tutto costa di più, e non da oggi.

Tutti sanno che un conto è prendere il caffè sotto casa, un altro è prenderlo in piazza San Marco, o a Capri. Se vai da Briatore, poi non puoi lamentarti del conto salato. E se eri abituato ad andarci, quando gli affari giravano bene, ora che gli affari vanno male, puoi sempre optare per il baretto sulla spiaggia. Come fanno milioni di italiani che da sempre optano anche per l’aperitivo sul balcone e la cena in giardino. In una società classista basata sui consumi, per sopravvivere, bisogna saper rinunciare a tante cose e accontentarsi di quello che si ha. Anche quando si va in vacanza. Non lo scopriamo certo oggi il “libero mercato” e di vivere in una società dove c’è chi può permettersi di pagare due caffè con vista mare 65 euro, e chi no. E se non sei tra quelli che se lo possono permettere, prima di sederti al tavolino romantico con vista scogliera ti consigliamo di chiedere al cameriere: scusi… quanto costa un caffè? Così da non correre il rischio di ritrovarsi, per colpa di un momento di ingenuità, con uno scontrino da 60 euro. Direbbe qualcuno: è il capitalismo bellezza! Che non è nato certo in questa consumistica estate.