Caso Peppe ‘ndrina, persino Morra ha denunciato i suoi rapporti con i clan: protagonisti e retroscena

I nostri lettori sanno bene che non amiamo Nicola Morra, il pessimo ex senatore grillino ed ex presidente della Commissione Antimafia, che nel corso dei suoi due mandati alla fine è risultato funzionale alla massomafia, che lo teneva per le palle per le “frequentazioni” a dir poco discutibili di uno dei suoi rampolli. Per anni ha fatto finta di non “sapere” che insieme a lui, nella Commissione Antimafia, c’erano addirittura Giuseppe Mangialavori non a caso detto Peppe ‘ndrina e la “contessa” Wanda Ferro, notoriamente eletti nel 2018 grazie ai voti della zona grigia e in particolare del clan Anello, per come risulta da più indagini della Dda di Catanzaro.

Tuttavia, a sua – molto parziale – discolpa, dobbiamo riconoscere che la scorsa estate, quando ormai tutti i buoi erano scappati dalla stalla, qualche cosa è riuscito a dirla ed è giusto che la riportiamo proprio in queste ore “calde” nel corso delle quali tutta l’Italia sta conoscendo la “doppia faccia” di Mangialavori: medico di giorno e mafioso di notte. In perfetto stile… Forza Mafia.

Tra luglio e agosto Morra ha pubblicato diversi post su FB contro il coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria, il senatore (oggi deputato) Giuseppe Mangialavori detto Peppe ‘ndrina. Con un post su Facebook, Morra sottolineava anche il silenzio da parte della politica e di una buona fetta dell’informazione rispetto a “situazioni imbarazzanti che interessano il senatore Mangialavori”.

Ecco l’ultimo post pubblicato dal senatore Morra sul proprio profilo Facebook:

Tre giorni fa qui sul social network Facebook ho pubblicato un post nel quale scrivevo di situazioni “imbarazzanti” per il senatore Mangialavori, di Vibo Valentia, coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria.
Ora, se si scrivono falsità, com’è giusto che sia, si rischia di essere querelati per aver diffamato l’onorabilità della persona oggetto delle dichiarazioni mendaci ma, così come avvenuto nel 2021 allorquando iniziai, insieme ai colleghi del M5S, a segnalare opacità in alcune scelte passate del senatore Mangialavori, ad oggi non mi risulta essere stato oggetto di querela da parte del coordinatore regionale del partito di Berlusconi.

Mi aspettavo che sia l’informazione calabrese, sia quella nazionaleriprendessero i fatti da me rappresentati, chiedendo chiarezza al senatore Mangialavori, ed invece soprattutto la seconda è risultata assolutamente miope e distratta.
Eppure si tratta del coordinatore regionale della Calabria di un partito che alle ultime elezioni regionali ha ottenuto percentuali di rilievo nazionale, data la crisi di consenso che ha investito da più tempo Forza Italia. E le ipotesi che sono adombrate sono assai tetre, a meno che la promiscuità con ambienti ‘ndranghetistici oggi sia considerata pienamente accettabile dai commentatori della politica, non solo calabrese.
E tuttavia, nessun giornale nazionale, nessun network televisivo ha inteso riprendere tale notizia, anche e forse perché a scrivere è stato il Presidente della Commissione Antimafia, considerato da tanti un legno storto poiché si permette di criticare le istituzioni! Vero è che quel giorno ci sono state vicende politico-parlamentari importanti con le dimissioni di Draghi, ma è altrettanto vero che un tempo in questo paese si gridava “fuori la mafia dallo Stato”, memori del sacrificio che era stato chiesto a servitori dello Stato forse abbandonati, se non venduti a poteri criminali e certamente non democratici.

Purtroppo è l’informazionevolutamente parziale e strabica perché controllata dal potere – troppo spesso colluso e criminale -, ad essere in difetto rispetto ai suoi doveri.
La situazione della provincia di Vibo Valentia è esplosiva per il livello di infiltrazione e condizionamento che la ‘ndrangheta opera in tante amministrazioni comunali e pubbliche, con buona pace delle istituzioni preposte a controllare in via preventiva il rispetto della legalità amministrativa, con il clan Mancuso che è nuovamente tornato alla ribalta delle cronache criminali dopo l’operazione Rinascita-Scott promossa a dicembre del 2019 dalla DDA di Catanzaro guidata da Gratteri. Però l’ordine è NON SCRIVERNE! Aiutatemi a diffondere questo post, la democrazia non può voltarsi dall’altra parte quando la legalità viene calpestata”.

A distanza di qualche mese, sicuramente perché qualcuno a livello della Casta politica, non gradisce che Peppe ‘ndrina (e menu male…) faccia anche il sottosegretario, il caso è esploso ma Morra, interpellato da Repubblica, non sembra molto fiducioso: “Troppo silenzio, tanti complici, una cappa opprimente. E ora vogliamo meravigliarci che Mangialavori diventi sottosegretario? Basta, non ne parliamo più, tanto Roma vuole che la Calabria sia terra morta, politicamente: dev’essere solo bacino di consensi. Serve a Forza Italia, e anche al Pd e a ciò che resta dei 5S, che flirtano con questo quadro politico. In Calabria uno come me non ci può tornare. E gli onesti aspettano ancora che si sciolgano gli enti inquinati”.