Gentile redazione di Iacchitè,
vi scrivo come cittadina di Cassano allo Ionio, come mamma, ma soprattutto come persona stanca di subire in silenzio. Preferisco restare anonima, non per paura, ma perché ciò che conta oggi non è chi parla, ma quello che viene detto. In un paese dove chi prova a denunciare rischia di essere emarginato, voglio solo che si sappia cosa sta accadendo, perché la verità non può restare sepolta sotto l’omertà.
Qualche giorno fa un ragazzo è stato aggredito da un grosso cane randagio. Un fatto gravissimo, che poteva finire in tragedia. A Cassano il problema del randagismo è noto da anni. Intere mandrie di cani di grossa taglia girano libere, soprattutto di notte, rovistano tra i sacchi dell’immondizia, creano pericoli e disagio a tutti. Questa volta hanno colpito un ragazzo, ma poteva toccare a una bambina, magari a mia figlia. Dopo il morso, due amici del ragazzo lo hanno soccorso e sono andati a chiedere aiuto prima ai carabinieri, che li hanno indirizzati dai vigili, perchè pare non di loro competenza. Ma è proprio lì che si è consumato qualcosa di ancora più inaccettabile: il ragazzo, visibilmente alterato dallo spavento, ha avuto un diverbio verbale con Fioravante Veneziano, dicendogli che non segnalando i cani, non fanno il loro lavoro (più che giusto), Veneziano da poco nominato comandante della Polizia Municipale dal sindaco Gianpaolo Iacobini. Invece di calmare gli animi e raccogliere una denuncia legittima, Veneziano con l’aiuto di due individui presenti, che nessuno sa bene chi fossero, ha immobilizzato il ragazzo e, mentre uno lo tratteneva, lo ha scaraventato a terra, colpendolo con calci nello stomaco. In pieno comando di polizia. In pieno 2025. Davanti agli occhi attoniti degli amici.
Tutto ciò potrebbe essere testimoniato anche dal referto medico, perchè successivamente sia il ragazzo morso, che quello picchiato, sono andati in ospedale…
A oggi il ragazzo non ha sporto denuncia, perché vive abusivamente in un casolare dell’ex stazione ferroviaria e teme ritorsioni. Teme che gli portino via anche quel poco che ha, perchè nessuno gli propone alternative . E nel frattempo, l’amministrazione comunale non dice una parola. Nessun comunicato, nessuna presa di posizione. Il sindaco e l’assessore ai servizi sociali – sempre pronti a parlare di “cambia-mente” – dove sono? Quando il “sociale” si traduce nel silenzio di fronte a un’aggressione da parte di un comandante dei vigili urbani, c’è da farsi seriamente delle domande.
In paese si vocifera che Veneziano stia cercando “testimoni” disposti a dichiarare che il ragazzo fosse drogato o ubriaco, solo per screditarlo e legittimare l’aggressione. Ma anche se fosse, e non lo è, è questa la risposta istituzionale che uno Stato dà a un ragazzo spaventato e ferito?
Il problema non è solo nel comportamento di un singolo vigile, ma nell’intero sistema malato che negli anni ha distrutto la credibilità e l’efficienza del corpo di Polizia Locale. A Cassano, i concorsi pubblici per assumere vigili sono stati truccati per anni. L’ex sindaco Giovanni Papasso, ha piazzato amici, candidati delle sue liste, persone a lui fedeli – senza alcun merito – a ricoprire ruoli chiave nella macchina comunale. I risultati si vedono ora: vigili impreparati, arroganti, incapaci di gestire le emergenze, pronti solo a garantire il potere a chi li ha messi lì. Se un giovane non può sentirsi sicuro con i vigili, con chi potrebbe? Il sindaco sa di tutto ciò??
E parliamo di potere. Perché quella che si spaccia per una giunta tecnica, altro non è che il frutto di accordi politici, ricatti e favori tra famiglie influenti del territorio.
A partire dalle nomine degli assessori. Spacciata come “giunta tecnica”, si è rivelata una distribuzione di incarichi secondo logiche tutt’altro che meritocratiche. Su tutti, il caso più eclatante è quello di Giuseppe La Regina, 29 anni. Un ragazzo che a Cassano non ha mai costruito nulla, che molti nemmeno conoscono, che vive fuori. Com’è possibile che sia stato scelto per ricoprire il ruolo di assessore al bilancio e vicesindaco? Il suo nome non è frutto di merito né di curriculum: alle sue spalle ci sono il nonno, uno dei più grandi imprenditori del territorio, e soprattutto il padre, attuale dipendente ENEL, che negli anni avrebbe favorito tanti cittadini con “interventi” e “aiuti” mirati, creando così un sistema di consensi e riconoscenze. Ma la nomina di La Regina non si ferma alla sfera familiare. Si parla di un accordo tra Gianpaolo Iacobini, Gianluca Gallo e la famiglia Azzolino, utile a garantire l’ingresso in consiglio di Savina Azzolina, sorella dell’autista personale di Gallo. Un classico scambio politico: a La Regina si dà l’assessorato più importante e la vicesindacatura, in cambio dell’ennesima pedina utile alla causa. Le raccomandazioni, evidentemente, non finiranno mai.
Non finisce qui. Ai servizi sociali è stata nominata Rosa De Franco, persona senza alcuna competenza nel settore. In un ambito delicatissimo che avrebbe richiesto un tecnico esperto, magari un avvocato, si piazza l’ennesimo nome calato dall’alto. Alla cultura, spettacolo e beni archeologici è stato premiato Ottavio Marino, non per meriti o idee, ma per aver girato durante la campagna elettorale dei video surreali, che sembravano più usciti da un documentario di SuperQuark che da un progetto politico. Ma evidentemente, in questa giunta, i requisiti contano meno dei favori restituiti.
E poi ci sono i consiglieri comunali, molti dei quali del tutto inesistenti nel dibattito politico. Chiara Alario: muta. Luigi Garofalo: presente solo per curare i propri affari personali. Annamaria Bianchi: cambia partito come si cambiano le scarpe, saltando da destra a sinistra in base a dove conviene di più. Mimmo Pisciotti: una vita intera passata a “non lavorare” nel Comune, ora in pensione, ma che ancora si aggrappa alla politica per restare in scena. Stefano Pesce: già stato consigliere, mai detto una parola che fosse utile. Federica D’Elia: dicono che oltre al pacchetto di voti garantitole da Luciano Gaetani, abbia ricevuto preferenze anche grazie a bollette pagate e soldi elargiti. Una campagna elettorale fatta di pacchetti, promesse, e zero contenuti.
Il primo consiglio comunale si è aperto con l’intervento di Davide Papasso, figlio dell’ex sindaco, in quanto consigliere “anziano”. Un pacchetto di voti ereditato, costruito con liste piene di donne candidate solo per portare preferenze in accoppiata. Il suo discorso? Una lettera scritta chiaramente dal padre, piena di ringraziamenti insensati rivolti a mezza Calabria e al mondo, dimenticando proprio i vigili urbani. Iacobini, giustamente, ha sottolineato questa clamorosa dimenticanza aprendo il suo intervento proprio con i ringraziamenti che mancavano. La farsa continua.
Nel frattempo, i consiglieri comunali – molti dei quali eletti solo grazie a pacchetti di voti familiari o promesse – camminano oggi a testa alta, dimenticandosi di quando salutavano chiunque pur di ricevere una preferenza. Oggi nemmeno ti guardano.
E mentre tutto questo accade, si continua a ignorare il disagio, la povertà, la rabbia delle periferie. Si dimenticano i bandi, come quello per il bar alle Grotte di Sant’Angelo, passato sotto silenzio. Secondo i beninformati, era tutto già deciso: l’unico a presentare domanda, guarda caso, è stato Notaristefano, accordo preso tra Filari, La Regina e Notaristefano per dividere i compensi. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Nel frattempo, in paese c’è chi continua a sentirsi intoccabile solo perché ha vinto le elezioni: candidati che si credono padroni del mondo, parcheggiano in mezzo agli incroci, si muovono con l’arroganza di chi sa di essere “coperto” dall’alto. Ragazzi scendete, che il posto o il lato vincente non sarà per sempre, lo ha notato persino Giovanni Papasso, che si sentiva ormai da anni, il re/capo/boss di Cassano.
Proprio il lato Papasso, nel frattempo, continua a collezionare figuracce: bilanci che non tornano, presidenti di partito che si dimettono, consiglieri che dopo anni passano all’opposizione e che, pur di rientrare nel dibattito, aprono pagine Facebook in stile “Articolo 21” che non hanno mai pensato di creare quando erano loro a governare, per denunciare ed essere trasparenti “solo oggi”.
Persino Carmen Gaudiano, ex candidata a sindaco e oggi consigliera all’opposizione, viene trattata con sufficienza, allontanata e derisa dagli stessi che l’avevano sostenuta.
Ultima, ma non per importanza, la questione del canile “Varca”. Da anni riceve fondi dal Comune, ma nessuno sa se davvero ci siano cani all’interno. Nessuno ha mai visto una squadra recuperare animali per strada. E i vigili? Non denunciano, non segnalano, non controllano. Come sempre, tutto tace. E intanto il randagismo devasta le nostre strade.
Ecco la verità. Ecco il “cambia-mente”. Un paese che si illude di essere cambiato, ma che in realtà è ancora schiavo dei vecchi giochi di potere, dei soliti nomi, delle stesse dinamiche clientelari che lo tengono fermo da decenni. Io non ci sto più. E come me, tante altre mamme, padri di famiglia, giovani e anziani che speravano in qualcosa di meglio.
Non so se l’amministrazione comunale attuale non è a conoscenza dell’accaduto, ma in paese lo sappiamo tutti, e se così non fosse, spero che questa lettera apra gli occhi, perchè voglio ancora credere che possano fare il cambia-mente.
Lettera firmata