Si accende la campagna elettorale a Castrolibero e a darsele di santa ragione (a suon di comunicati e post sui social) sono i candidati che sostengono i due “sindaci”, quello uscente e quello che aspira a soffiargli la poltrona, Giovanni Greco e Francesco Calvelli. Burattini, pupi e pupari a ‘nna lira ma anche citazioni forbite di Manzoni e Dante: ce n’è per tutti i gusti. Di seguito, una dura risposta di Orlandino Greco a Calvelli e una colta replica di Antonello Cersosimo a Fausto Capitano.
CASTROLIBERO E IL TELECOMANDATO CALVELLI (di Orlandino Greco)
Al telecomandato Francesco Calvelli dico:
1) Le tue dichiarazioni, il registro lessicale utilizzato, la totale ignoranza rispetto al contesto amministrativo e territoriale evidenziano ancora una volta quanto larga sia la distanza tra i soliti “burattinai” cosentini e i cittadini di Castrolibero;
2) Prima di farti candidare a sindaco avresti dovuto, per evitare figuracce e per non dire castronerie, leggere, insieme ai tuoi numerosi e variegati danti causa, gli atti degli ultimi quindici anni dell’amministrazione comunale di Castrolibero. Atti online e a completa disposizione dei cittadini di Castrolibero, nella totale trasparenza;
3) I cittadini di Castrolibero ragionano in autonomia e libertà e certamente non subiscono le influenze delle “alte sfere” che da oltre quindici anni spingono per occupare il Castro;
4) Visto che non hai sicuramente il tempo per leggere gli atti amministrativi, impegnato come sei a scrivere quanto dettato dall’alto, ti illumino sulle opere finanziate negli ultimi cinque anni;
5) Stai sereno.
BASTA CON LA DOPPIEZZA DI CERTA GENTE (di Antonello Cersosimo)
“Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiare di venti ….” (Dante V c. Purgatorio)
Spirano venti diversi a Castrolibero ma, i politici sempre uguali a se stessi, non tradiscono il loro principio di riannodarsi attorno al Mistero del Potere, dimenticandosi dell’Etica che dovrebbe essere accessibile agli “illetterati” … Ed esposta in modo chiaro a noi poveri abitanti, che accettiamo nel senso letterale del termine, dotte promesse puntualmente disattese.
Povero Renzo, che ad Azzeccagarbugli porta 4 capponi per trovare giustizia verso un signorotto che per scommessa distrugge il suo sogno di sposare la “donna amata”.
Sapete signori che Manzoni ci ha reso edotti sulla “provvida sventura” ? Per cui chi soffre in Terra avrà il Paradiso.
Ma forse, Vi prego, occorrerebbe spostarci dalla doppiezza di certa gente, superando anche il Manzoni e accogliendo il caro Dante. Stigmatizziamo chi disattende le nostre attese, superando l’inerzia tutta meridionale, che ci illude tristemente, e come legge del Contrappasso buttiamo nell’Inceneritore (chissà quale) chiunque voglia farci passare come “polli creduloni”.