Castrolibero. Ecco perché non mi meraviglia quanto è accaduto in quella scuola (di Amedeo Pingitore)

dalla pagina FB di Amedeo Pingitore 

A proposito dell’occupazione della scuola in Castrolibero: vi racconto una mia esperienza diretta.

Qualche anno fa partecipai da relatore ad un convegno sul bullismo, presso l’ormai famoso istituto scolastico di Castrolibero, insieme ad un magistrato e alla dirigente della Polizia Postale, nonché alla dirigente scolastica dell’istituto attualmente sotto i riflettori di tutta la nazione. Ebbene, in quell’occasione mi soffermai sulla necessità da parte dei dirigenti scolastici di porre attenzione non solo sugli studenti bulli, ma anche sul corpo insegnante, evidenziando che statisticamente la categoria degli insegnanti si pone ai primi posti per prepensionamento a causa di disturbi mentali.

Infatti spesso il bullo è il professore che con il suo comportamento “autorizza” di conseguenza gli alunni a prendere di mira la persona offesa da lui stesso. A questi dati oggettivi ricordo che la dirigente dell’istituto ebbe una reazione stizzita, non condividendo per nulla ciò che avevo affermato. La dirigente negava, quasi come se fosse un attacco personale nei suoi confronti, ogni evidenza scientifica. Alla luce dei fatti odierni non mi meraviglio per niente dello scompiglio che sta avvenendo in quella scuola. Quando si innescano meccanismi di rimozione e negazione di un qualsiasi problema il danno è sempre dietro l’angolo. È così pare sia accaduto in quell’istituto.

Suggerisco la lettura di questo saggio: “Scuola di Follia” di Vittorio Lodolo D’Oria, Medico specialista. Dal 1992 è componente del Collegio Medico della ASL di Milano per il riconoscimento dell’inabilità al lavoro per Disagio Mentale Professionale (DMP) negli insegnanti. Un libro dossier, frutto di una paziente e scrupolosa raccolta di storie vere, testimonianze, contributi professionali, studi scientifici e documenti istituzionali, che suggerisce proposte d’intervento a tutti gli attori coinvolti, richiamandoli all’impegno comune nel tentativo di contrastare l’inesorabile crescita del disagio mentale tra gli insegnanti.