Castrolibero, “Valentini-Majorana”: il caso dello studente pestato su commissione del figlio del boss

La parabola discendente del Polo Scolastico “Valentini-Majorana” di Castrolibero inizia il 4 ottobre 2021. All’uscita delle classi. “Avrei potuto perdere un figlio davanti agli occhi di tutti”. Davanti agli occhi di tanti un ragazzino è stato pestato a sangue davanti al Liceo Scientifico Valentini-Majorana di Castrolibero, ma nessuno degli spettatori ha denunciato quanto accaduto. Naturalmente, come sempre accade a Cosenza e dintorni, tutti hanno visto chi è stato, tutti sanno a quali logiche risponde il pestaggio e nessuno parla.

La gente è sconcertata davanti alla ferocia che ha colpito il figlio di una professoressa, Adele Sammarro, proprio davanti alla scuola. Il figlio, Emanuele, un bravo ragazzo di 14 anni, è stato raggiunto da un altro minorenne che lo ha pestato a sangue, un gesto che sembrerebbe sia stato commissionato per uno “sgarbo” del ragazzo alla fidanzata del figlio di un noto boss della zona. La madre ha pubblicato sul suo profilo social le foto scattate in ospedale subito dopo i soccorsi e a vederle la brutalità documentata arriva fino in gola.

Guardando quelle foto, ogni genitore ingoia a vuoto e pensa al proprio figlio, dalla testa e dal cuore il senso di protezione genitoriale fa riflettere. L’indignazione è radicale. Solidarietà, condanna e analisi del fenomeno del bullismo non mancano. Ma qui c’è altro. Non siamo al bullismo perché per quanto la persecuzione che compiono i bulli sia forte, questo atto è premeditato e rappresenta una brutalità intensa, frutto di mentalità violenta e culturale ancora più profonda. La madre parla di quasi tentato omicidio che si sarebbe consumato se non fosse che dietro la vittima c’ era un giovane che col suo corpo ha parato il colpo da un muretto.

E allora diciamolo fuori dai denti, anche perché siamo davanti al solito segreto di Pulcinella della nostra triste realtà. Tutti sanno da chi nasce questa aggressione e nessuno parla perché questo ragazzo è molto vicino ad uno dei boss del circondario. Non c’è bisogno di essere investigatori per saperlo. Ripetiamo, lo sanno tutti.  Lo sanno benissimo i carabinieri, che stanno terminando le indagini anche con il supporto dei filmati delle telecamere messe fuori dalla scuola.

Ma il problema è un altro. Che senso ha portare il discorso sull’omertà di chi ha visto e non parla per una paura anche comprensibile? La madre del ragazzo recrimina perché nessuno ha chiamato le forze dell’ordine durante l’aggressione. Per fortuna lo ha fatto il padre che aspettava il figlio poco lontano e per fortuna sono stati chiamati i soccorsi. Ma qui ci sono altri soggetti che si nascondono e non lo fanno per paura, ma per squallidi calcoli politici e personali.

L’otto ottobre del 2021, intorno alle 20,30, dopo quattro lunghissimi giorni di vergognoso silenzio omertoso su quanto era accaduto, le istituzioni hanno dato un segno di vita. A partire dalla preside Maletta, che dopo aver “silenziato” tutto se n’è uscita con un messaggio alla “Ponzio Pilato” nel quale se ne lava le mani come da scontatissimo copione preparando la strada al sindaco e al suo padrino. 

Il sindaco di Castrolibero non ha paura del boss di cui sopra, ma non gli conviene “disturbare” una famiglia così influente. E non lo fa neanche il politico che gli sta dietro le spalle e che non può stare in prima linea perché è sotto processo a Catanzaro proprio per voto di scambio con la… mafia. Questa è la verità dei fatti, che ovviamente la stampa e i media di regime non potranno mai scrivere o cinguettare davanti ad una telecamera.

Non può essere la madre del ragazzo a tirarli per la giacchetta, anzi la donna ha già avuto molto coraggio a denunciare pubblicamente l’accaduto. Ma la gente lo sa, ha capito cosa c’è dietro a questa vicenda.

Questo il testo del messaggio del sindaco.

Un’inaudita e inaccettabile aggressione si è abbattuta a Castrolibero nei confronti di un ragazzo di 14 anni…
Nel condannare ogni forma di violenza, desidero far arrivare al ragazzo e ai genitori solidarietà e vicinanza per quanto accaduto.
Le forze dell’ordine stanno facendo il possibile perché venga individuato il responsabile di questo incomprensibile gesto…
Allo stesso tempo dobbiamo sentirci tutti coinvolti in un processo di crescita di una società più coesa e responsabile del proprio futuro che possa arginare questi fenomeni e che sia capace di formare la persona ai veri valori del rispetto e della pace!

Neanche una parola, neanche un accenno agli autori dell’aggressione, noti a tutta la cittadina di Castrolibero, allo stesso sindaco, al suo “padrino” e anche a tutti i cosentini. Neanche un accenno alla sottocultura mafiosa che trasuda da questo vergognoso episodio di violenza. Niente di niente. Soltanto una dichiarazione forzatissima e di facciata per lavarsi la coscienza. Tentativo miseramente fallito e naufragato. Eppure il sindaco e il suo “padrino” non solo conoscono benissimo chi ha aggredito il ragazzo e continua ad andarsene in giro spavaldo e sempre più temuto ma anche i genitori del ragazzo aggredito e dei ragazzi aggressori.

Solo qualche giorno dopo ancora, come per magia, il ragazzo che ha colpito Emanuele su commissione ha confessato l’aggressione con una tragicomica lettera scritta per lui da qualche legale di serie D. E il caso, ovviamente, l’hanno chiuso e insabbiato a loro piacimento.

Ce n’è abbastanza per dire che hanno fatto una figura barbina e che i primi omertosi non sono i ragazzi e gli adulti che hanno assistito al pestaggio ma loro, le istituzioni, che ancora coprono chi ha concepito questa assurda violenza?

No, non ce n’è abbastanza perché a distanza di soli tre mesi, la stessa scuola – il Liceo Scientifico Valentini-Majorana – è tornata di nuovo alla ribalta per la vicenda dei professori che molestano le studentesse e che è alla base dell’occupazione degli studenti che si sono evidentemente rotti i coglioni (scusate il francesismo) di sottomettersi alla cultura mafiosa della preside, del sindaco e del suo padrino.