Castrovillari 2020, Lo Polito e i suoi giovani: “Stiamo creando la classe dirigente del futuro”. Tutte le sfide da realizzare

CASTROVILLARI – Sapeva bene che il voto sarebbe stato un giudizio dei cittadini sul suo operato di questi anni. Ma l’emozione della ricandidatura per le nuove amministrative è stata quella della prima volta.

Domenico Lo Polito per la sfida col centrodestra corrotto e impresentabile con la faccia di… Lamensa aveva scelto una squadra piena di giovani e questo lo caricava di «responsabilità maggiore – ha detto il sindaco più volte in campagna elettorale – perché so che questa volta stiamo creando la classe dirigente del futuro». Ma essere in corsa lo ha spinto a raccontare anche quanto fatto in questi otto anni di amministrazione alla guida di Castrovillari. E la gente ha compreso il suo sforzo e gli ha ridato fiducia.

Anni difficili nei quali ha la «consapevolezza di aver lavorato tanto» senza però preoccuparsi di comunicare nel modo giusto tutto quanto è stato fatto. Ma in queste settimane ha fatto di tutto per dirlo alla città e per far conoscere i progetti in itinere – e che nel segno della continuità saranno completati – ma anche le nuove visioni di una città che immagina “smart”, “intelligente” e collegata al territorio con progetti ambiziosi e funzionali alla gestione dei servizi ma anche del turismo.

Tredici pagine di programma per Castrovillari che puntano al «miglioramento della sua sostenibilità, energetica e ambientale, e della qualità dei servizi ai cittadini, tale da garantire partecipazione e cittadinanza attiva». La vera sfida del prossimo quinquennio, visto che interessa più comuni, «sarà la creazione del parco fluviale del Coscile. Un vero paradiso naturale da destinare a sport e turismo» c’è scritto tra le pagine di quel documento programmatico per il quale ha chiesto e ottenuto il voto dei cittadini di Castrovillari.

E poi due grandi nuovi idee: una che riguarda il centro cittadino con un parcheggio sotterraneo ed una piazza come catalizzatore sociale nella zona oggi intitolata a Biagio D’Arienzo che si colleghi ad un grande «percorso che arriva nella civita per arrivare a quel grande anfiteatro che c’è naturalmente all’ingresso prima del Castello Aragonese». E poi attenzione all’area agricola di Cammarata dove si ha in mente di creare la «filiera del freddo che è quello che davvero può essere il trampolino di lancio di un’agricoltura che è si un’eccellenza ma che manca dei supporti necessari e della logistica».