Catania, massoneria deviata: arrestato il Gran maestro Corrado Labisi

CATANIA – “Terremoto” alle falde dell’Etna, il potente massone Corrado Labisi è stato arrestato dalla Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro. Si tratta di un’operazione di altissimo profilo, condotta dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia guidata da Renato Panvino, che vede impegnati i centri operativi di Palermo, Reggio Calabria, Caltanissetta e Messina. Per la delicatezza del caso, Zuccaro ha affidato le indagini al gruppo di magistrati specializzati nei reati dei colletti bianchi, composta dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabio Regolo.

A Corrado Labisi vengono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di somme di denaro. L’Autorità giudiziaria ha disposto gli arresti domiciliari a carico della figlia, Francesca Labisi, della moglie Maria Gallo e dei collaboratori Gaetano Consiglio e Giuseppe Cardì contestando il reato associativo finalizzato all’appropriazione indebita di somme di denaro.

Secondo l’accusa, Labisi avrebbe “gestito i fondi erogati dalla Regione Siciliana e da altri Enti per fini diversi dalle cure ai malati ospiti della struttura Lucia Mangano, distraendo somme in cassa e facendo lievitare le cifre riportate sugli estratti conti accesi per la gestione della clinica, tanto da raggiungere un debito di oltre 10 milioni di euro”. Ma non finisce qui. Un’istanza di fallimento è stata chiesta dalla magistratura catanese nei confronti dell’istituto medico psicopedagogico Lucia Mangano, di Sant’Agata li Battiati, che, secondo la Procura distrettuale etnea, ha un ‘buco’ di 10 milioni di euro. L’iniziativa fa seguito a indagini della Dia. L’udienza è prevista per stamattina. Se la richiesta dovesse essere accolta agli indagati potrebbero essere contestati anche altri reati finanziari.

Labisi, trentatré della massoneria, in passato “sovrano, gran commendatore e gran maestro della Serenissima gran loggia del Sud” è a capo della casa di cura Lucia Mangano e gestendola avrebbe, dunque, distratto fondi regionali vincolati: ben 10milioni di euro. Un personaggio di primo piano, sia del mondo della politica, che in quello imprenditoriale, con contatti anche con un pezzo da novanta di Cosa nostra.

MAFIA – Nell’ordinanza notificata da poche ore a Corrado Labisi non ci sono contestazioni per fatti di mafia. Ma in passato, nell’operazione Fiori Bianchi, è emerso il suo rapporto, stretto, con Giorgio Cannizzaro, uno dei colletti bianchi del clan Santapaola. Cannizzaro era presente – come risulta a LiveSicilia – nelle prime file in chiesa durante i funerali della madre di Labisi. Al telefono, quando le cimici della Procura di Catania registrano, Labisi lo chiama “mio fratellone” e gli investigatori annotano che “i due si chiamano vicendevolmente fratelli, sostantivo com’è noto utilizzato in massoneria per indicare i consociati”.

ANTIMAFIA – Corrado Labisi è stato tra i promotori del premio “Livatino, Saetta, Costa”, intitolato ai nostri magistrati uccisi da Cosa nostra. Ogni anno, tra i premiati ci sono stati giudici, esponenti delle forze dell’ordine e delle istituzioni. Di recente, però, il prefetto di Catania Maria Guia Federico ha rifiutato il riconoscimento, immortalato con tanto di foto e lo ha restituito. Si vantava di essere da sempre impegnato per la “legalità”. Secondo gli inquirenti, Labisi avrebbe distratto somme di denaro dell’istituto Mangano per coprire i costi relativi al premio Livatino e per gli eventi connessi agli eventi dell’associazione Antonietta Labisi (madre di Corrado).

POLITICA – Corrado Labisi ha fondato il movimento Coscienza popolare che nell’aprile del 2017 organizzò una tavola rotonda con alcuni candidati alla presidenza della Regione.

Fonte: LiveSiciliaCatania