Cosenza, NoMetro: bloccheremo i cantieri come hanno fatto in Val di Susa

Questa metro non s’ha da fare. E’ stato questo il grido di battaglia che ha caratterizzato la manifestazione di ieri del comitato NoMetro di Cosenza contro l’inutile opera che dovrebbe sorgere sull’odierno viale Giacomo Mancini fino ad arrivare all’Università della Calabria. Un’opera dispendiosa i cui costi di gestione ricadranno unicamente sulle spalle dei cosentini. Le ragioni del no sono state spiegate tante volte e l’opera risulta oramai datata e anacronistica. Cosenza non è Siviglia, né Firenze e la garanzia di una utenza continua e costante e numericamente elevata, necessaria per coprire le spese di gestione, non c’è.

Diverse centinaia di cittadini si sono trovati a piazza XI settembre per ribadire alla città e all’amministrazione Occhiuto tutta la loro contrarietà a quest’opera e per chiedere al sindaco di consultare i cittadini prima di aprire il cantiere. Ma l’amministrazione, dopo la giravolta di Occhiuto che aveva addirittura raccolto le firme per bloccare la costruzione della metro, una volta raggiunto l’accordo clientelare con la Regione ha dato il via libera allo smembramento del viale.

Perché a guadagnarci dalla costruzione di quest’opera saranno i soliti noti: progettisti, ditte amiche, lobby varie e politici corrotti. Senza contare che si sa quando inizieranno i lavori, ma non si sa quando finiranno. E siccome siamo in Italia i lavori potrebbero durare anche decenni. Insomma non esiste nessuna garanzia per il cittadino se non quella di sottostare alla prepotenza del sindaco che si rifiuta di consultare i cittadini prima di avviare i lavori.

Diversi gli interventi dal microfono aperto, e tutti dello stesso tenore: se non saremo ascoltati dalle istituzioni, occuperemo i cantieri, e trasformeremo Cosenza in una piccola Val di Susa. Presenti in piazza i 5Stelle (assenti ma giustificati, perché impegnati in lavori parlamentari, Morra e Orrico), Rifondazione Comunista, il Movimento Noi, tutta la sinistra antagonista e tantissimi cittadini, accomunati da un solo obiettivo: bloccare i lavori della metro.Di risposte istituzionali al momento nisba. Il sindaco Occhiuto continua imperterrito sulla sua strada, definendo la protesa di ieri una “protesta di nicchia”. Mentre del ministro Toninelli si sono perse le tracce. Forse troppo impegnato a reggere la stampella a Salvini nella guerra agli sbarchi.

Dal canto suo l’ATI che si è aggiudicata i lavori fa sapere di essere pronta ad aprire il cantiere entro i prossimi giorni (verosimilmente entro il 20 luglio), e nessuno degli “attori” principali di questa ennesima speculazione sembra minimamente preoccupato dagli “annunci di occupazione” dei manifestanti.

Prossima tappa per i manifestanti: occupazione fisica del viale per impedire l’arrivo delle ruspe. E quello che si preannuncia è un agosto di fuoco.