A Catanzaro si vota. Nella prossima primavera la città capoluogo di regione si prepara ad una tornata elettorale particolarmente attesa e incerta. Le inchieste di Gratteri che hanno travolto il centrodestra e in particolare i colonnelli di Forza Italia Tallini e Parente, non sono state superate e hanno lasciato un centrodestra praticamente in mutande nonostante l’affermazione di Occhiuto. Abramo (attuale sindaco ma non più ricandidabile) e compari non sono riusciti a eleggere nessuno dei loro candidati e stanno ricevendo rifiuti a volontà in quei possibili candidati presentabili per le Comunali di Catanzaro.
Poiché non c’è più differenza tra centrodestra e centrosinistra in alcuni bene individuati settori è del tutto evidente che sono partite le grandi manovre per evitare che dal versante progressista possa esserci un candidato fuori dalle logiche del sistema e in questo quadro si inserisce il percorso lineare che punta a portare alla guida del centrosinistra il professore Nicola Fiorita.
L’altro ieri a Catanzaro si è verificato un fatto che non ha precedenti storici: con grande anticipo sul centrodestra, un campo largo, antifascista, ecologista, progressista e civico si è consolidato intorno alla figura di Nicola Fiorita. Ci sarebbe da essere soddisfatti e invece la cornice locale dell’evento è contaminata – se non proprio inquinata, visti i soggetti – dai mal di pancia della componente marcia del Pd che preferirebbe un altro candidato trasversale e prova a mettere i bastoni tra le ruote a Fiorita. Forse per la prima volta a Catanzaro si sta realizzando una volontà collettiva per uscire fuori dai soliti schemi del trasversalismo affaristico seguendo un percorso trasparente ma non mancano i tentativi “locali” di interferire con la decisione finale. Catanzaro potrebbe diventare un laboratorio interessante per una nuova proposta politica fondamentale per non restare ancora in balia di un sistema che ha saccheggiato e continua a saccheggiare la Calabria.