Catanzaro, “Basso profilo”. La denuncia di De Marco: “Elezioni 2017, cancro della democrazia e della politica”

Nei sei faldoni che compongono l’inchiesta Basso profilo gli investigatori della Dda utilizzano le rivelazioni di un “insider”, un uomo delle istituzioni che visse da protagonista le elezioni comunali del 2017: Tonino De Marco. Attualmente coordinatore per il Comune del Programma Agenda Urbana, l’ex dirigente comunale fu ammaliato dalle sirene della politica tanto da metterci la faccia e candidarsi a sindaco della città con un polo centrista.

Poche settimane dopo la sua discesa in campo De Marco decise di ritirarsi dalla competizione. Il perché fu lui stesso a spiegarlo in una conferenza stampa. A distanza di tre anni quelle parole tornano di attualità. Finiscono infatti nell’informativa della Dda poiché ritenute illuminanti per comprendere “il clima” di quelle elezioni. Antonio De Marco si spinse a parlare di “cancro della democrazia e della politica di Catanzaro, che è il ruolo dei consiglieri comunali uscenti, non tutti ovviamente. Consiglieri titolari di pacchetti di voti personali legati a situazioni professionali, di quartiere o di famiglia, disponibili a navigare da uno schieramento all’altro senza problemi di collocazione politica, di ideale o culturale che condizionano la vita amministrativa della città”.

Secondo De Marco “le scelte delle coalizioni a Catanzaro sono eternamente condizionate dalle transumanze e dai ricatti dei consiglieri e dei portatori di voti e dalle loro valutazioni che si basano sull’opportunità di essere eletti e non su una condivisione di ideali e politica. In quest’ottica, le scelte amministrative rimangono ancorate ai condizionamenti dei consiglieri e non ai programmi ed alle esigenze della città”. Infine denunciò che “sulla fine del terzo polo hanno influito anche forti interessi di potentati economici esterni alla costituenda coalizione… nomi non ne faccio anche se a Catanzaro certe cose sono risapute”. Fonte: Gazzetta del Sud