Catanzaro-Brescia, la storia racconta. Nel 1974 l’ultima vittoria giallorossa al San Vito di Cosenza (campo neutro) firmata Franco Rizzo

La storia dei precedenti tra Catanzaro e Brescia racconta che i giallorossi non battono le rondinelle addirittura dal 1974, praticamente 50 anni. E per ironia della sorte quell’ultima volta il Catanzaro non vinse neanche nel suo “tempio”, il vecchio “Militare”, ma… al San Vito di Cosenza, indicato e scelto come “campo neutro” dal presidente Ceravolo per la squalifica dello stadio catanzarese. Eh sì, è proprio così. La “notizia” non è certo una novità per chi – come noi, purtroppo – sta varcando la soglia dei 60 anni ma lo è certamente per le nuove generazioni che sono abituate ormai da decenni alla rivalità tra Catanzaro e Cosenza. Ma negli anni Settanta, quando i giallorossi vivevano i migliori anni della loro storia tra le vicende politiche legate al capoluogo di regione e i trionfi sportivi con la prima Serie A per la Calabria, i cosentini erano decisamente schierati con i catanzaresi e non mancano le testimonianze, anche fotografiche, delle sfilate giallorosse a Cosenza e del clima di grande fratellanza tra le tifoserie. Un clima così disteso che ogni anno non mancavano mai almeno due amichevoli tra le due squadre all’inizio e alla fine della stagione e che ogni volta che il Catanzaro non poteva giocare al “Militare” veniva a giocare al San Vito. 

Ma torniamo a Catanzaro-Brescia. Quella volta che si giocò a Cosenza era il 3 febbraio del 1974, campionato di Serie B. Un torneo che non riservò molte soddisfazioni al Catanzaro, costretto addirittura a lottare per la salvezza dopo che nella stagione precedente aveva mancato la seconda promozione in A solo per una manciata di punti. Il capitano dei giallorossi, poi, era un cosentino purosangue come Franco Rizzo (recentemente scomparso), ingaggiato dal presidente Ceravolo dopo la retrocessione del 1972, primo calabrese a indossare la maglia azzurra della Nazionale dopo una serie di grandi campionati con il Cagliari di Gigi Riva e a laurearsi Campione d’Italia con la Fiorentina nel 1969.

E fu proprio Franco Rizzo, con una punizione-bomba e con uno dei suoi proverbiali “bolidi” del suo destro esplosivo a siglare il gol della vittoria del Catanzaro contro il Brescia nello scenario sempre suggestivo dello stadio San Vito. Di seguito, il tabellino e in copertina la fotografia della formazione giallorossa con lo sfondo della Tribuna B del San Vito.

Visto che ci siamo, ricordiamo anche i precedenti due successi del Catanzaro sul Brescia conquistati però al vecchio “Militare”. Nel 1972-73 i giallorossi vinsero 2-0 grazie ai gol di Spelta e Braca in una partita che rimase agli annali e che è stata anche ricordata di recente da Evaristo Beccalossi, capo delegazione della Nazionale Under 20, in occasione di Italia-Polonia giocata al “Ceravolo”. Beccalossi, in particolare, ricordò che quella partita è stata il suo esordio assoluto in Serie B alla tenera età di 16 anni. Ma ricordò soprattutto che dopo aver scartato Ginone Maldera si era sentito dire: “Se lo fai di nuovo, ti dò un calcione e ti mando a Soverato”. Una volta appurato che Soverato si trovava a circa 20 km da Catanzaro – glielo aveva detto il suo vecchio compagno di squadra Salvi – Evaristo sparì praticamente dalla scena e ancora oggi sorride divertito. 

Ma l’amarcord di Catanzaro-Brescia sarebbe incompleto se non ricordassimo la storica vittoria del 13 giugno 1971 (2-0) ovvero il successo che consentì ai giallorossi di Gianni Seghedoni di accedere agli spareggi con Atalanta e Bari.

Per la cronaca era l’ultima giornata di campionato. Il Brescia era avanti di un punto, ma proprio grazie a quella vittoria il Catanzaro lo sorpassò andando agli spareggi con l’Atalanta ed il Bari, per poi volare in serie A. Il primo gol di quella partita lo segnò il mediano Angelo Busatta ma non fu un gol… normale ma del tutto particolare. Lo ricorda un grande disegnatore, Carmelo Silva. E nella didascalia c’è una spiegazione.

La spiegazione della didascalia, tuttavia, omette un particolare che è certamente un’attenuante per il portiere del Brescia. Quel cross di Busatta era stato sospinto – e non poco – da una diabolica folata di vento catanzarese, che in pratica era stata determinante per fargli perdere l’equilibrio necessario a controllare il pallone. Quel portiere si chiamava Renato Cipollini e non era certo l’ultimo arrivato, avendo giocato a lungo anche in Serie A. Dopo il gol di Busatta aiutato dal… vento, quello stesso vento che avrebbe aiutato e non poco negli anni successivi anche un certo Palanca, nella ripresa fu un’altra leggenda giallorossa, Angelo Mammì, a segnare il gol del 2-0. Mammì avrebbe segnato, appena due settimane dopo, il gol della vittoria del Catanzaro nello spareggio contro il Bari al San Paolo di Napoli che sancì la prima storica promozione dei giallorossi in Serie A.