Catanzaro, “Brooklyn”. I fratelli Sgromo in affari anche con il clan Iannazzo: gli intrecci con “Basso Profilo”

Da Lamezia a Crotone, passando per Vallefiorita e Catanzaro. I fratelli Sgromo avrebbero intessuto rapporti con le cosche di ogni territorio. Ai due imprenditori infatti viene contestata l’aggravante di aver favorito i clan nell’ambito dell’inchiesta “Brooklyn” della Dda di Catanzaro. In questo caso la Procura catanzarese ha modificato in modo sostanziale il capo di imputazione rispetto a quello contenuto nell’ordinanza del novembre scorso quando Sebastiano ed Eugenio Sgromo vennero tratti in arresto. In quel caso erano accusati di avere agevolato l’attività dell’associazione ‘ndranghetista denominata cosca Giampà.

Nell’avviso di conclusione delle indagini notificato ieri invece Eugenio e Sebastiano Sgromo sono accusati di “aver agevolato nel tempo l’attività delle associazioni ‘ndranghetiste di riferimento sul territorio, in particolare rafforzando l’attività delle stesse sul territorio, in cambio dell’aggiudicazione di lavori, in specie la cosca Iannazzo a Lamezia Terme, a favore della quale operavano subappaltando lavori a imprese riferibili alla stessa; la cosca Bruno di Vallefiorita, alla quale riconoscevano una percentuale sui lavori aggiudicati grazie alla cosca…”.

Inoltre i due imprenditori avrebbero “agevolato le cosche attraverso i guadagni fatti percepire a esponenti delle cosche crotonesi, catanzaresi e di Roccabernarda, quali Carmine Falcone, Antonio Gallo, Andrea Leone, Tommaso Rosa e Umberto Gigliotta, aderendo al sistema delle false fatturazioni dagli stessi ideato e attuato attraverso stabili organizzazioni a ciò finalizzate…”.

In questo caso l’inchiesta Brooklyn va a intrecciarsi con quanto già emerso nell’indagine Basso Profilo che ha svelato l’infiltrazione nella vita economica e politica catanzarese di esponenti delle cosche crotonesi. In primo grado, al termine del processo con rito abbreviato, il gup Simona Manna ha condannato 21 persone e tra queste anche l’ex assessore regionale al Bilancio Franco Talarico, al quale sono stati inflitti 5 anni di reclusione per il reato di scambio elettorale.