Catanzaro, Codacons: “Abramo, metta fine a questa corsa al potere”

Codacons: ”La città non merita questo”

Ora basta. Abramo metta fine a questa vergogna quotidiana.
Da troppo tempo la politica è sempre più simile ad una competizione sportiva.
Frasi come “discesa in campo”, “opposti schieramenti” o “competizione elettorale”, stanno a testimoniare come ciò che più interessa sia riuscire a battere l’avversario.
Seguendo questa logica il fine, quindi, non è quello di amministrare nell’interesse collettivo, ma ottenere il potere.
E per “mettere le mani” sulla città, non si disdegna di scatenare una incredibile “campagna acquisti”.
Catanzaro in questi anni assurge ad esempio, forse negativo, di questa “campagna acquisti”. I cambi di casacca sono all’ordine del giorno e le motivazioni risultano, ai più, incomprensibili.

Dovrebbe far riflettere, ad esempio, come il Pd, oggi, non abbia neanche un consigliere comunale, neppure il candidato a sindaco. Praticamente una fuga per la vittoria.
Ma gli esempi si sprecano, ieri acerrimi nemici del sindaco, oggi suoi fidati scudieri e sullo sfondo un mercato davvero avvilente.
Intanto la città viene, quotidianamente, esposta al pubblico ludibrio.
E’ davvero irrilevante se fatti e comportamenti integrino ipotesi di reato, ma la politica non può essere ridotta ad un baratto.
Non è possibile che dietro ogni voto, ogni opinione, si possa nascondere uno scambio di favori, di assunzioni.
Non dimentichiamo che siamo la città in cui finanche per una carta d’identità ci si rivolgeva al potente di turno che, naturalmente, esigeva una controprestazione.

In attesa che domani esca fuori qualche altra becera conversazione, il Codacons rivolge un appello a Sergio Abramo. Sindaco, cosa dobbiamo ancora ancora sopportare.
Non si rende conto che queste ferite non solo umiliano Catanzaro, ma finiscono per screditare le istituzioni?
Faccia un regalo a Catanzaro, si dimetta.
Dia un segnale forte a tutti i “mercanti di voti” e regali la speranza ai tanti giovani che sono costretti a scappare da una città sempre più famelica ed egoista.
In tutta onestà, non prova vergogna nel sentire i Suoi consiglieri essere definiti “ingordi” o paragonati a “pozzi senza fondo”?
Ci ascolti, metta fine a questo “mercimonio” e si faccia da parte.
Occorre coraggio, certo, ma in questo modo verrà ricordato come il sindaco che allontanato i mercanti dal tempio e non come il loro capo.