Catanzaro e la massomafia, operazione Corvo: Parente Giano bifronte

OPERAZIONE CORVO: PARENTE GIANO BIFRONTE

Dopo l’operazione Farmabusiness, per quel pezzo finora conosciuto, a Catanzaro il futuro rischia di cambiare in modo molto traumatico, per una iniziativa complessiva della procura del dott. Gratteri, che ha incominciato a dare una spallata al sistema Catanzaro.

Si è capito che Catanzaro non è più un’ isola felice, come veniva considerata, ma che è nel concreto e nel sottobosco la città della massomafia. C’è alla base del sistema Catanzaro, l’accordo fra i soci che ne detengono le quote, Mimmo Tallini ed il sindaco Sergio Abramo, che insieme hanno gestito tutte le attività lecite o presunte tali del comune capoluogo, facendo leva sulla politica per costruire una “corporate del mattone” all’origine e trasformatasi dopo nel business del farmaco, della sanità e della raccolta dei rifiuti.

Esistono oggi delle situazioni di frattura che mettono in pericolo la vita del sistema Catanzaro direttamente, ma indirettamente come la sussistenza dei tanti mercenari che sono la corte del sistema criminale-politico, una di questa è Farmabusiness, come l’ultima operazione Corvo, non considerando quella che è l’azione ormai devastante della procura di Gratteri.

Questa è una crisi di sistema, quello di Catanzaro ha un riferimento in termini di date. Una è certamente quella del 26 novembre 2015, quella che vide protagonista il consigliere Eugenio Riccio, dalle cui dichiarazioni è nata, in parte, l’attività investigativa sul comune capoluogo, quella che dopo l’arrivo del procuratore Gratteri nell’anno del Signore del 2016, non ha più avuto freni e ritardi. Il nascondino dei fascicoli negli armadi del palazzo del Tribunale cittadino non è più un valore di impunità, anche perché sono cadute le complicità, quelle che avranno un ulteriore danno, quando il “terremoto” ormai annunciato, si abbatterà sulla città di Catanzaro, sul suo ente comunale, sulle ditte amiche, sulle consorterie politiche, sulle radici massoniche, i cui forti riferimenti sono proprio nel palazzo del Tribunale.

Ma, c’è un’altra data che segna il futuro del sistema Catanzaro, il 13 settembre 2018, che non si scollega da quella già considerata  e rappresenta in termini assoluti il tentativo del salto di qualità del sistema Catanzaro, con il tentativo del furto di un patrimonio pubblico a favore degli amici dell’associazione “a delinquere” Vivere Insieme, i famosi Poggi e Parente, odiati sine die dagli ultras dell’US Catanzaro. Nasce dal settembre 2018 l’operazione Corvo che ha visto notificare proprio a Claudio Parente il 17 dicembre 2020 (stesso giorno della revoca degli arresti domiciliari a Tallini dal corrotto Tribunale del Riesame di Catanzaro) come ex consigliere e capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Calabria, l’avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, corruzione e peculato, insieme ai suoi scagnozzi, i consiglieri comunali Giuseppe Pisano e Francesco Gironda, già peraltro conosciuti per le vicende di Gettonopoli.

L’avviso di chiusura indagini invece è fresco di notifica: 29 aprile 2021, un’altra data da ricordare. Sui tavoli della procura di Catanzaro, senza il pericolo di smarrimento c’è tutto il fascicolo della vicenda Corvo-Aranceto, la ormai famosa pratica ultraventennale con la quale l’associazione Vivere Insieme, aveva ricevuto dei suoli di proprietà comunale, in diritto di superficie, per la realizzazione di strutture sanitarie e sportive. Questo era il progetto e la finalità di una convenzione rinnovata più volte, ripartendo sempre dall’anno zero e per ottant’anni con un certo favoritismo del comune capoluogo anche in presenza di motivi di risoluzione, mentre su quei suoli nulla è stato mai realizzato, almeno fino ad oggi.

Claudio Parente, il boss delle cliniche fasulle, è la narrazione di un pezzo di potentato politico che governa la città di Catanzaro. E’ il punto di raccordo fra il business della sanità regionale e le coperture della politica, dove tutto si può e dove il guadagno, facile sulla pelle degli anziani, diventa sostegno e passione, ma anche carburante per il mondo di mezzo.

Bisogna scavare a fondo per scoprire i meandri del sistema Catanzaro, quelli che emergono con la pratica Corvo-Aranceto, diventata l’operazione Corvo, dove l’associazione “a delinquere” Vivere Insieme diretta e coordinata proprio da Claudio Parente ha spartito incarichi e compensi al mondo di mezzo usando fondi pubblici della Regione Calabria, a quella componente politica che per anni ha falsificato atti e provvedimenti, non ultimo quello che si è determinato proprio nell’ormai famoso Consiglio comunale del 13 settembre 2018.

L’attività di indagine della Guardia di Finanza parte proprio dell’analisi dell’iter afferente la concessione di un’area, inserita in un progetto di riqualificazione, da parte del Comune di Catanzaro in favore dell’Associazione Interregionale Vivere Insieme, soffermandosi in particolare sull’ultima parte del percorso burocratico, quello che si richiama al deliberato del Consiglio comunale. L’attenzione degli investigatori si è soffermata su quella che viene definita: «una coincidenza temporale fra l’affidamento di incarichi di struttura complessa da parte del consigliere regionale Parente Claudio a due persone legate ad altrettanti consiglieri del Comune di Catanzaro i quali parallelamente garantivano il loro voto favorevole in deliberazioni di interesse per il primo».

Infatti con la determinazione n. 293 del 01.08.2018 l’incarico veniva conferito a Lostumbo Natascia, compagna del consigliere comunale Pisano Giuseppe,

conferimento dell’incarico di “Responsabile Amministrativo al 50% nel gruppo consiliare di Forza Italia con un compenso previsto per l’anno 2018 di €.9.244,75; e di €.20.474,96 per l’anno 2019.

Mentre con la determinazione n. 294 del 01.08.2018, l’incarico veniva conferito al Gironda Danilo fratello del consigliere comunale Gironda Francesco,

conferimento dell’incarico di “Responsabile Amministrativo al 50% del consigliere, Claudio Parente con un compenso previsto per l’anno 2018 di €.7.741,15; e di €.17.144,82 per l’anno 2019.

Per la procura di Catanzaro: «in tale scambio è riassunto, dunque, l’accordo corruttivo».

Tradotto in soldoni il metodo di corruzione che l’indagine mette in risalto, pone sullo stesso piano sia il corrotto che il corruttore, che viaggiano sullo stesso binario, sovrapponendosi il più delle volte, ma mettendo in risalto anche la qualità morale dei soggetti, che ormai da anni hanno messo le mani sulla città di Catanzaro, in perfetta assonanza con il sistema Catanzaro. Nei fatti lo esplicita proprio l’operazione Corvo, come evidenzia sempre la procura di Catanzaro: «Di seguito allo svolgimento di attività tecnica, sia da affermazioni del Gironda che del Parente si evinceva che lo scambio non si era litato a quel solo atto, ma si era trattata di una vera e propria messa a disposizione del consigliere comunale ai desiderata di Parente».

C’è per gli inquirenti un interesse specifico di Parente nell’approvazione della pratica del Consiglio comunale del 13 settembre 2018, come poi è avvenuto con la delibera n.95, quella dove si incrociano le tante dimenticanze del presidente del Consiglio, Marco Polimeni, non tanto distante dalle necessità dell’Associazione Vivere Insieme, per una serie di vicende pregresse e per una sua conclamata adesione agli interessi anche della famiglia Poggi, aggiungiamo noi. E’ pacifico dagli atti di indagine, come specifica la Guardia di Finanza, che sempre Parente: «…abbia interessi nella Associazione Interregionale Vivere Insieme (sarebbe, anzi, forse più corretto dire che ne sia l’effettivo proprietario o, quantomeno comproprietario col socio Poggi Madarena Massimo). Poggi e Parente rappresentano, cioè, un unico centro di interessi…».

Ricucire il perimetro completo della vicenda Corvo, impone alla procura di Catanzaro ed al dott. Gratteri di andare più a fondo, di superare quanto già emerso, incardinando all’inchiesta le altre responsabilità, quelle che se messe in fila portano ad una diffusa connivenza di tanti attori che si richiamano e che sono parte attiva del sistema Catanzaro.

Non sono miserevoli raccoglitori di briciole, Giuseppe Pisano e Francesco Gironda, quello che secondo le dichiarazioni dei suoi legali, Parente vorrebbe fare intendere agli inquirenti, magari tanto da essere lui – Parente – vittima di una specie di ricatto, ma sono nel concreto funzionali scagnozzi del suo agire, quello che insieme al suo socio Poggi, ha dimostrato nei fatti di avere una capacità di inquinare e di orientare, quello che si definisce reato di influenza, l’attività del Comune di Catanzaro.

E’ proprio la procura di Catanzaro che ne definisce il metodo di Parente, considerandolo il vero Giano bifronte, Ianus Bifrons, una delle più antiche divinità dei latini e dei romani, raffigurato con due volti, uno speculare all’altro, Giano è il dio degli inizi, delle porte e dei passaggi…anche quelli amministrativi del comune capoluogo di regione.

Dal divino al profano il passo è breve e cammina da sempre sulle gambe del sistema Catanzaro. Passa dalle dimenticanze del sindaco Abramo, alle reticenze del presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni e dalla copertura degli abusi e degli imbrogli della segretaria comunale, Vincenzina Sica, perché Parente e Poggi sono parte integrante e finanziaria anche di questo sistema, avendo ormai da anni messo le mani sulla città.

Emblematiche sono state le dichiarazioni rese proprio dal segretario comunale Vincenzina Sica nella seduta del Consiglio comunale del 13 settembre 2018, quando in buona sostanza affermava che l’Ente non era inadempiente e che tutti gli atti erano stati trasmessi nei tempi indicati. Ma, certamente per un indicazione politica imposta, confermava, sempre la Sica, l’esistenza di una pec inviata dall’Associazione Vivere Insieme, fuori tempo, che chiedeva di acquisire abusivamente i suoli di proprietà comunale e, scaricandosi della responsabilità anche amministrativa che era e restano in capo alla Sica stessa, sollecitava di fatto l’assise comunale a consumare un reato.

Questo ed altri sono i dettagli, che tali non sono, che imporrebbero proprio alla procura di Catanzaro di mettere sotto la lente di ingrandimento l’operato di altri soggetti, inclusi la Sica, quelli che hanno dato il loro placet politico all’operazione truffa messa in piedi da Parente e Poggi, o di quanti hanno falsato la trasparenza dei lavori del Consiglio comunale, per un fatto specifico, come Marco Polimeni.

E qui visto che l’inchiesta Corvo non è ancora chiusa , crediamo che le domande sulle quali gli inquirenti stiano facendo luce potrebbero essere focalizzate sulle dimenticanze del presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Marco Polimeni e del nascondino di alcuni atti, di fatto secretati, che svelano l’arcano, facendo emergere che la pratica Vivere Insieme viene facilitata dalla levata di scudi con prova muscolare, di una maggioranza che vota compatta, insieme agli scagnozzi di Parente, i consiglieri Pisano e Gironda, per mantenere in vita la pratica pagando le cambiali del sistema Catanzaro.

  • Perché Polimeni non ha reso pubblica la pec della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 07.08.2018, che informava i Comuni partecipanti al bando di cui alla G.U. n. 127 del 01.06.2016 di poter inviare gli atti di approvazione dei progetti esecutivi entro la data del 15 settembre 2018?
  • Perché Polimeni non ha specificato che la Giunta Municipale con delibere 375/376 e 377 del 03.08.2018 aveva approvato i progetti esecutivi relativi agli interventi di cui alla manifestazione di interesse da parte dei privati, come previsto dal DPCM del 25.05.2016?
  • Perché Polimeni non ha esplicitato che il rinnovo della convenzione di concessione in diritto di superficie con l’Associazione Interregionale Vivere Insieme del 20.05.1998, di fatto annullata e sostituita con quella del 29.07.2010 rep. 188 era corredata di piano degli investimenti e di ammortamento per le strutture da realizzare?
  • Perché Polimeni ha ritenuto che ci fosse il rischio di perdita dei finanziamenti, ritenendo valida la richiesta del 03.09.2018 dell’Associazione Interregionale Vivere Insieme tanto da convocare un Consiglio comunale indifferibile ed urgente, quando nei fatti l’Ente era assolutamente adempiente nella procedura di trasmissione degli atti come previsto dal DPCM del 25.05.2016?

Una risposta per la città e per gli inquirenti l’ha data, come abbiamo già detto, la segretaria comunale Vincenzina Sica, smarcando l’attività truffaldina della maggioranza politica del comune di Catanzaro, forse senza rendersene conto nel suo balbettio e mettendo chiappe al vento, le connivenze, le corruttele e le dimenticanze volute, proprio di quello che ormai da tempo definiamo il sistema Catanzaro.