Catanzaro. L’impero del Gruppo Lobello tra prestanome, fiancheggiatori e rapporti con i clan

Nonostante il silenzio assordante dei media di regime, che aveva fatto seguito all’operazione Coccodrillo del marzo scorso, eravamo comunque riusciti a capire qualcosa in più rispetto al blitz della Dda di Catanzaro che ha scoperchiato un pentolone di interessi massomafiosi risalente addirittura a una quindicina di anni fa. Forse mai come in questa circostanza c’è stato un tacito accordo tra i giornalisti servi del potere nel non divulgare le parti scottanti delle carte. Oggi il procuratore Gratteri ha assestato la mazzata del maxisequestro beni per oltre 200 milioni di euro e allora ecco allora alcuni stralci dell’ordinanza (evidentemente non molto graditi ai media di regime che hanno “ordinato” il silenzio a… reti unificate) che ci aiutano a capire meglio la portata del lavoro dei magistrati della Dda di Catanzaro. Specie alla luce del sequestro di stamattina. 

Secondo l’impostazione accusatoria Antonio LOBELLO (padre), Giuseppe LOBELLO (figlio) e Daniele LOBELLO (figlio) indicati come soggetti contigui ai clan MAZZAGATTI e ARENA, a decorrere dal 2007, avrebbero intestato diverse società a collaboratori e parenti, al fine di schermare il patrimonio sociale dalla possibile applicazione di misure di prevenzione patrimoniali. Tale eventualità, lungi dall’integrare un mero timore, si concretizzava nel 2016 con l’emissione, da parte della Prefettura di Catanzaro, di tre interdittive antimafia che colpivano la CAL.BI.IN. Sri, la CANTIERI EDILI — INIZIATIVA ’83 Srl (entrambe legalmente rappresentate da LOBELLO Antonio) e la STRADE SUD Srl (legalmente rappresentata da ROTELLA Giuseppe, cognato di LOBELLO Giuseppe).

Tale sopravvenienza rendeva invero ancora più pregnante l’esigenza di pulire le società a loro riconducibili e “proteggerle” “dall’antimegia” (petcome ammesso dallo stesso Giuseppe LOBELLO in una conversazione con MIRANTE Giuseppe: ‘pure per questo cazzo di discorso…perché… per il discorso dell’antimafia si possono prendere pure il bar… Io adesso appena risolvo il problema gli parso subito la licenza con il nome di Marika, e me la pulisco), imponendo ai coindagati una pronta riorganizzazione.

L’indagine si focalizza principalmente sulla figura di Giuseppe LOBELLO – pur ponendo in luce anche il coinvolgimento del padre Antonio e del fratello Daniele (come riassume lo stesso Giuseppe dialogando con la madre, RICCELLI Natalina Maria, in una conversazione del 24.12.2018 allorquando, discutendo sul licenziamento di alcuni dipendenti, afferma: “lì non è che comando solo io, comandiamo in tre” — e sui soggetti che, a vario titolo (in qualità di intestatari fittizi o di collaboratori dei LOBELLO), hanno prestato il proprio contributo alla realizzazione delle fattispecie contestate.

Il compendio indiziano a loro carico (costituito da dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, intercettazioni, indagini bancarie e patrimoniali e servizi di OCP), ha invero disvelato un vero e proprio sistema fraudolento, diretto ad occultare la riconducibilità di svariate imprese alla famiglia LOBELLO, che nondimeno proseguiva ad amininistrarle atti dominus e a percepire i proventi delle relative attività.

L’indagine disvela infatti come, tramite le società fittiziamente intestate, i LOBELLO partecipavano a numerose gare di appalto – sovente facendo eseguire i lavori aggiudicati ad altre società a loro riconducibili (TRIVELLAZIONI SPECIALI SRL) — i cui corrispettivi, dopo essere confluiti sui conti correnti delle imprese appaltattici fittiziamente intestate a terzi, venivano movimentati, su disposizione dei LOBELLO, dai collaboratori del gruppo (ragionieri o intestatati fittizi) sui conti correnti di altrettante società del GRUPPO LOBELLO, consentendo così agli effettivi titolari di rientrare – dopo una sequela di operazioni bancarie – nella effettiva disponibilità del denaro.

Tale modus operandi veniva in realtà posto in essere abitualmente. Plurime sono infatti le intercettazioni che hanno captato le istruzioni impartite in tal senso dai LOBELLO ai ragionieri del gruppo. Anche i conti correnti bancari disvclano agevolmente tale, univoca, conclusione.

Ed invero, i costanti trasferimenti di denaro operati tra le imprese riconducibili direttamente o indirettamente ai LOBELLO, lungi dal costituire il frutto di genuine operazioni commerciali, rappresentavano lo schermo dietro il quale questi ultimi, effettivi titolari delle aziende materialmente gestite, hanno tentato di porre al riparo le società oggetto dei capi di imputazione dai rischi di una possibile confisca di prevenzione, assicurandosi al contempo i profitti dell’autoriciclaggio del denaro proveniente dalle imprese fittiziamente intestate, potendo a tal fine confidare sulla compiacente collaborazione prestata da diversi soggetti, appartenenti alla loto cerchia familiare, amicale o lavorativa.

In altri termini, attraverso una serie di intesrazioni fittizie, i LOBELLO hanno inizialmente schermato le loro società dall’applicazione di possibili misure di prevenzione patrimoniali; allorquando la Prefettura ha emesso tre interdittive antimafia a carico delle società a loro riconducibili, è stata necessaria una riorganizzazione, che ha visto la strumentalizzazione della TRIVELLAZIONI SPECIALI (non attinta da interdittiva) per continuare a partecipare alle procedure ad evidenza pubblica; tale partecipazione è avvenuta anche eludendo gli effetti dei provvedimenti interdittivi adottati dalla Prefettura, avvalendosi del CONSORZIO STABILE ZEUS o di imprese consorziate (quali la PRESLLA), che fungevano spesso da meri prestanome, poiché i lavori appaltati venivano in realtà spesso materialmente eseguiti dalla TRIVELLAZIONI e i relativi compensi, tramite una sequela di operazioni bancarie, tornavano nei conti correnti delle società a loto riconducibili.

Tale complesso disegno criminoso è stato eseguito grazie all’ausilio di numerosi soggetti, che a vario titolo hanno prestato il loro consapevole contributo alla sua realizzazione.

Si tratta, nello specifico:
– degli intestatari fittizi, tutti collegati alla famiglia LOBELLO (ROTELLA Giuseppe e ROTELLA Domenico sono i fratelli della moglie di Giuseppe LOBELLO; GARCEA Caterina è la moglie di Daniele LOBELLO; GARCEA Pietro è il fratello di GARCEA Caterina; VIGLIAROLO Anna Rita è la moglie di ROTELLA Domenica; Francesco IIRITANO è un tuttofare dei LOBELLO e, oltre ad essere il Presidente del CONSORZIO STABILE ZEUS, lavora stabilmente presso gli uffici amministrativi di TRIVELLAZIONI SPECIALI e CAL.BIN; Gaetano OLIVETI è il titolare della PRESILA, unica impresa parte del CONSORZIO STABILE ZEUS rimasta a seguito dell’avvicendamento di imprese occasionato dall’adozione dell’interdiniva antimafia della CANTIERI EDILI);
– dei ragionieri: Vitaliano FULCINITI, Vincenzo PASQUINO, PUCCIO Salvatore Rosario; Pasquale TORCHIA (cognato del ragioniere PUCCIO) Antonio CAPRI S UPO (collaboratore dello studio PUCCIO) e Pasquale VESPERTINI.

I ragionieri del gruppo ricevevano infatti istruzioni da Giuseppe LOBELLO per effettuare movimentazioni sui conti correnti tra le varie società del gruppo, allo scopo di non lasciare liquidità su alcune società più a rischio di sequestri/piguatamenti. Mantenevano, in altri termini, il controllo contabile/ finanziario delle diverse imprese effettuando, all’occorrenza, le movimentazioni bancarie necessarie “parlare quadrare i conti”. A detti collaboratori, Giuseppe e Daniele LOBELLO rivolgevano le direttive per la gestione delle società oggetto di interposizione fittizia, in modo da accrescerne di anno in anno l’utile digestione.
Nello specifico Vincenzo PASQUINO aveva il controllo dell’aspetto finanziario del gruppo LOBELLO e gestiva i conti correnti di concerto con Giuseppe LOBELLO (il PASQUINO ha infatti la delega ad operare su tutti i conti correnti di tutte le società del gruppo LOBELLO nonché sui conti personali di LOBELLO Antonio, dei due figli Daniele e Giuseppe nonché di ROTELLA Domenico e Giuseppe). Era lui materialmente, il più delle volte, a distrarre il denaro da un conto all’altro’, tant’è che riceveva sul proprio cellulare gli SMS relativi alle movimentazioni bancarie effettuate sul conto delle società del gruppo. In tale attività veniva in ogni caso coadiuvato da Vitaliano FULCINITI (il cui ufficio è ubicato presso la sede della CALBIIN) e VESPERTINI Pasquale.

Tra i collaboratori si annovera anche PUCCIO Salvatore Rosario, contabile delle imprese del gruppo, che si interfacciava con i ragionieri per farsi spedite la documentazione. Presso il suo studio hanno la sede sociale diverse società del GRUPPO LOBELLO.
Si aggiunge la figura di Francesco IIRITANO, che si occupava principalmente, per conto dei LOBELLO, della partecipazione alle gare di appalto pubbliche attraverso le imprese e i consorzi del gruppo non colpiti da interdittiva antimafia. Egli consultava inoltre regolarmente le mail e le PEC di ZEUS — STRADE e TRIVELLAZIONI, informando i ragionieri del gruppo della presenza di corrispondenza di loro interesse.

Al fine di meglio comprendere ed apprezzare gli intreal societari emersi nel corso del procedimento, pare opportuno riepilogare, brevemente ed in base alle risultanze acquisite, le imprese direttamente o indirettamente riconducibili ai LOBELLO.
– Cantieri Edili — Iniziativa 83 s.r.l.” (amministratore e socio unico LOBELLO Antonio);
– “Impresa Costruzioni di Lobello Giuseppe” (titolare Giuseppe LOBELLO);
– “Costruzioni Futura Immobiliare s.r.l.” (amministratore unico LOBELLO Antonio);
– “Metalcantiere Lobello s.r.l.” (soci LOBELLO Antonio (50%) e LOBELLO Giuseppe (50%),
entrambi amministratori);
– “Simeri Duemila s r.L” (liquidatore LOBELLO Antonio; le quote nominali (pari al capitale sociale corrispondente a €.98.000,00) sono di proprietà della società “Strade Sud”);
– “CAL.BI.INs.r.l.” (attuale amministratore e socio unico LOBELLO Antonio)
– “Strade Sud sal.” (amministratori e soci unici della società, sono stati, nel corso del tempo, GARCEA Pietro, allora ventenne, fratello di Caterina GARCEA, moglie di Daniele LOBELLO; ROTELLA Giuseppe, fratello di Francesca RO IELLA, moglie di Giuseppe LOBELLO, nonché dipendente dal 1999 fino all’assunzione dell’incarico di amministratore e socio unico della “Strade Sud” avvenuta nel 2013 della ditta individuale di LOBELLO Giuseppe; GARCEA Caterina, moglie di Daniele LOBELLO, fino all’attualità; Daniele e Giuseppe LOBEILLO hanno in ogni caso mantenuto la delega d operare sul conto acceso presso la BANCA DEL CATANZARESE);
– “Trivellazioni Speciali srl” (amministratore e socio unico ROTELLO Domenico, cognato di LOBELLO Giuseppe; Antonio, Giuseppe e Daniele LOBEI I O mantengono tuttavia la delega a operare sui conti correnti della società);
– “MarinaCafé Sits” (amministratore unico Marika LOBELLO, figlia di Giuseppe; socio unico VIGLIAROLO Anna Rita, moglie di Domenico ROTELLA, cognato di Giuseppe LOBELLO —)

Dalle indagini patrimoniali svolte dalla GDF emerge inoltre la frequente cessione tra i LOBELLO medesimi di quote delle società da loro direttamente amministratenel 2008:
– LOBELLO Daniele cede 50% del capitale sociale della CANTIERI EDILI SRL – INIZIATIVA 83 a LOBELLO Antonio.
– LOBELLO Daniele cede il 45% del capitale sociale della COSTRUZIONI FUTURA IMMOBILIARE SRL a LOBELLO Giuseppe.
– LOBELLO Daniele cede il 50% del capitale sociale della METALCANTIERE LOBELLO SRL a LOBELLO Antonio.
– LOBELLO Daniele cede il 50% del capitale sociale della CAL.BI.IN SRL a LOBELLO Antonio. nel 2009:
– LOBELLO Daniele acquista 50% del capitale sociale della CANTIERI EDILI SRL – INIZIATIVA 83 da LOBELLO Antonio.
– LOBELLO Antonio cede 11 50% del capitale sociale della CAL.BI.IN SRL a LOBET LO Daniele. nel 2010:
– LOBELLO Daniele acquista il 50% del capitale sociale della D&D IMMOBILIARE COSTRUZIONI SRL da LOMBARDIDeborah nel 2015:
– LOBELLO Daniele cede 50% del capitale sociale della CANTIERI EDILI SRL – INIZIATIVA 83 a LOBELLO Antonio.
– LOBELLO Giuseppe acquista 50% del capitale sociale della CAL.BLIN SRL da LOBELLO Daniele.
– LOBELLO Daniele cede le proprie quote di partecipazione nella SI MARE SRL a LOBELLO Antonio.

Ciò posto, si passeranno in analisi i vari capi di imputazione provvisoria formulati a carico degli indagati dalP.M., segnalando sin d’ora la sicura utilizzabilità delle intercettazioni acquisite in seno al procedimento penale denominato “Mafia e appalti a Catanzaro” (1968/07 R.G.N.R. Mod.21 — DDA) e confluite nel presente procedimento.
D’altra parte, il procedimento penale nr. 1968/07 R.G.N.R. Mod.21 — DDA, inrardinato presso la Procura della Repubblica di Catanzaro e noto come operazione “Mafia e appalti a Catanzaro”, aveva ad oggetto l’approfondimento investigativo delle cointeressenze e dei legami funzionali esistenti tra alcuni gruppi imprenditoriali, prevalentemente operanti nel settore edilizio e movimento terra, legati direttamente e/o indirettamente ai contesti malavitosi di maggior spessore criminale, e alcune istituzioni politiche del comprensorio territoriale Catanzarese. Con riferimento al gruppo di società riconducibile ai LOBELLO, in particolare, veniva evidenziato il connubio, non solo di carattere imprenditoriale mantenuto con esponenti di affermate e potenti consorterie criminali operanti in Calabria, ma anche la capacità dello stesso di permeare all’interno di realtà amministrative e istituzionali godendo di efficaci “aderenze”.

Le attività di indagine evidenziavano infatti collegamenti dei LOBELLO con le cosche di `ndrangheta degli ARENA di Isola di CapoRizzutoe degli SCERBO di San Leonardo di Cutro (KR), nonché con esponenti delle cosche FARAO di Citò Marina e MAZZAGATTI-RUSTICO di Oppido Mamertina (RC). Sicché, in data 24.05.2007, LOBELLO Antonio, Giuseppe e Daniele venivano iscritti nel registro degli indagati Mod.21 della DDA di Catanzaro, in ordine al reato di cui all’art.416 bis c.p.

Nel corso delle indagini affioravano, tra l’altro, le difficoltà incontrate dal gruppo LOBELLO per ottenere le certificazioni antimafia per le proprie imprese, indispensabili per partecipare alle varie gare d’appalto (in particolare quella per la fornitura di calcestruzzo e altro materiale per la costruzione della nuova S.S. 106 ionica, tratto Simeri Mare-Squillace). In quegli anni, infatti, si era verificato un rilevante giro di compravendite di quote societarie relative ad imprese riconducibili al “gruppo LOBELLO” ed in particolare delle seguenti società: “Cantieri Edili — Iniziativa 83 s.r.L”; “Costruzioni Futura s.r.l.”; “Metalcantiere Lobello s.r.l.”; “Simeri Duemila s.r.l.”; “CAL.BI.INs.r.l.”; “D&D Immobiliare Costruzioni sii”; “Strade Sud s.r.l.”; “S.A.R. Immobiliare s.r.l.”; “Trivellazioni Speciali s.r.l.”.
Le cessioni e gli acquisti di porzioni del capitale sociale, alcune volte verificatisi nel giro di pochi mesi, tra gli stessi soggetti e per le medesime quote, evidenziano che la ragione sottostante a tali operazioni non era di natura ecònomico-finanziaria ma meramente dettata dalla necessità di “ripulire” la compagine sociale dalla presenza di nominativi che impedivano il rilascio della certificazione antimafia, sostituendoli con prestanome compiacenti e fidati, reperiti nell’ambito familiare.

Tra le numerose intercettazioni captate vi sono quelle di cui al R.I.T.747/2006, richieste dalla Procura Distrettuale di Catanzaro ed accordate dal Giudice per le Indagini Preliminari, in cui sono state acquisite importanti conversazioni in merito alla costituzione della società STRADE SUD SRL e alla sua fittizia attribuzione all’allora ventenne cognato di LOBPLT O Daniele, tale GARCEA Pietro. Tale operazione societaria interveniva qualche mese dopo che la cosca MAZZAGATTI-POLIMENI-RUSTICO di Oppido Mamertina (RC) veniva attinta dal provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, con il quale veniva disposto il sequestro di numerosi beni riconducibili agli affiliati alla predetta consorteria criminale ed in cui venivano evidenziate le relazioni tra questa cosca e la famiglia dei LOBELLO.

Nel corso di quell’indagine si apprendeva infatti che la “frantumazione societaria” che di lì in avanti i LOBELLO avrebbero portato avanti veniva sfruttata dagli stessi per ripartire i sub-appalti in base alla convenienza ed alla necessita di aggirare i controlli antimafia.
Orbene, tale breve riepilogo delle investigazioni effettuate pone in luce la stretta connessione tra i due procedimenti, in considerazione della ravvisabilità di un medesimo disegno criminoso che lega le varie intestazioni fittizie che si sono succedute nel tempo, atteso che, già al momento della commissione del primo reato della serie (2007), i successivi erano stati realmente giù programmati nelle loro linee essenziali, come si desume dallo sviluppo della vicenda, che ha visto, appena un anno dopo, la replicazione dell’operazione interpositolia rispetto alla società TRIVELLAZIONI SPECIALI SRL. E il presente procedimento illumina la prosecuzione di tale unitario disegno criminoso, divenuta ancora più avvertita a seguito delle interdittive che hanno colpito le tre società dei LOBELLO.

È evidente quindi la connessione tra le imputazioni dei due procedimenti e la parziale coincidenza della regiudicanda oggetto dei procedimenti connessi, con conseguente urilizzabilità delle intercettazioni provenienti dal p.p. nr. 1968/07 R.G.N.R. Mod.21 — DDA.
D’altra parte, si segnala anche l’acquisizione, al presente procedimento, delle risultanze del p.p. 4499/2016 RGNR DDA CZ (Operazione Profilo basso), sfociato nell’esecuzione, in data 21.01.2021, della o.c.c. n. 4499/2016 R.G.N.R.mod21 – n. 4162/2016 R.G. G.I.P. en. 79/2020 R.M.C. emessa in data 13/01/2021 dal Tribunale di Catanzaro — Sezione GIP/GUP, la cui utilizzabilità verrà analizzata nel proseguo.