Catanzaro. L’irresistibile ascesa di Scarpino nel mirino della Finanza? Fiorita tace e… spera

Catanzaro è la città della massomafia. Qui la mafia non spara, compone i nuovi schemi con la complicità della politica collusa; con la Curia cittadina da qualche decennio fucina di protagonisti in cerca d’autore; con la benedizione e la supervisione delle obbedienze massoniche, quelle che sono il moltiplicatore di potere in città.

In questa scenografia sbaglia, anche volutamente, chiunque immagini o abbia immaginato un cambiamento, una svolta nel palazzo di città con l’avvento del nuovo sindaco, il professore di religione Nicola Fiorita, detto anche Nick marmitta. Il cambiamento non c’è a tutti gli effetti, non c’è stato e quasi certamente non ci potrà essere, se nel retrobottega vivono ancora e si adoperano le famiglie della massoneria deviata, come i servizi e, quelli che hanno decretato la fine ingloriosa della città capoluogo di regione.

Il miracolo è il fenomeno più diffuso in città. È quello che seleziona e bacia i predestinati, quelli che riattrezzano le file della politica mistica, votata agli affari di famiglia, ai bisogni dei predestinati ed al clientelismo più becero, ormai codificato nel manuale di gestione. Tutto avviene nonostante i proclami sterili in continuità con il passato, con il “sistema” Catanzaro, con i suoi soci fondatori e con i nuovi ingressi, quelli che ormai caratterizzano, senza distinguo dal passato le nuove logge in Consiglio comunale. In questo programma di gestione massomafioso, il sindaco Fiorita svolge il ruolo di comparsa, paga allo sportello le cambiali in bianco della campagna elettorale e garantisce lo status quo della massoneria cittadina, il cui appoggio unitamente ai colletti bianchi ed alla Chiesa inquinata hanno decretato la sua vittoria alle urne.

A Catanzaro la mafia non spara, si infiltra, si ramifica, consolida il suo potere con la complicità della politica che traffica e si riserva profitti e risposte coltivando il terreno degli appalti comunali e delle società partecipate, il tutto con il consenso silenzioso di Nick marmitta. Il “sistema” è solido, impone la sua visione sul ventre molle della politica cittadina, tanto che il sindaco Nicola Fiorita, che voleva apparire come il manto immacolato della vergine Maria, si rivela per quello che è: il burattino del “sistema” ed il continuatore della filosofia massomafiosa. Ecco il cambiamento…

Che esista il problema è fatto consolidato, tanto che il sindaco Nick marmitta sta pensando ad un rimpasto di giunta, non già su un principio politico di rispetto del consenso elettorale, ma come un bendaggio tossico su una maggioranza che non esiste e che soprattutto convive ed opera per o attraverso quanti hanno vissuto di ‘ndrangheta. La mano unta della Santa si conferma la longa manus. Da qui ripartiamo per svelare alla conoscenza dei catanzaresi il metodo del consolidamento di famiglia e di quanti rispondono alla logica mutualistica della ‘ndrangheta e della massoneria.

La crisi strisciante al comune di Catanzaro non è solo politica, ma è crisi di valori, è crisi di legalità. Nick marmitta questo ormai lo conosce bene, lui è l’artefice, il progettista ed il complice. È suo il placet su alcune operazioni, quelle a vantaggio del singolo consigliere, del “sistema” Catanzaro, ma soprattutto a favore di una nuova coalizione, che si muove nella palude della massomafia e che trae profitti e vantaggi per il proprio pianerottolo di famiglia.

La notizia ci giunge dagli ambienti di palazzo di giustizia. Il prof. Valerio Donato pare abbia depositato ormai da qualche tempo una denuncia nei confronti del consigliere comunale Francesco Scarpino, tanto che la Guardia di Finanza avrebbe provveduto ad acquisire i documenti presso la partecipata Catanzaro Servizi e la società Verdeidea.

Il fatto nasce, come ricompensa, per il traghettamento di Francesco Scarpino dal centrodestra al centrosinistra e più precisamente all’interno del gruppo “Catanzaro al centro”, il cui leader è il consigliere regionale Antonello Talerico, che in regione Calabria supporta la maggioranza di Occhiuto, mentre al comune di Catanzaro è alleato di Nick la marmitta e funzionale agli accordi sottoscritti con Mimmo Tallini & co. con il sindaco Fiorita.

Ecco allora che le varie prebende, quelle contabilizzate in euro (€) al consigliere Scarpino amico e degli amici non bastano più e grazie al tandem Fiorita-Talerico lavora non per la città ed i cittadini catanzaresi, ma per il “clan di famiglia” al quale deve essere riconoscente. La longa manus della ‘ndrangheta catanzarese si materializza grazie al nuovo consigliere della maggioranza Francesco Scarpino, che addirittura battezza il suo ingresso in maggioranza a ben due assunzioni familiari.

Infatti, il cognato (fratello della moglie) del consigliere Scarpino, tale Massimo Donato, fratello a sua volta del pluripregiudicato ‘ndranghetista Antonio Donato. Massimo Donato come di incanto è stato assunto nella società che cura il verde pubblico, la ditta Verdeidea, senza alcun avviso pubblico e senza alcuna pubblicità.

Appare strano che il consigliere Scarpino ottenga l’assunzione di un suo parente (molto chiacchierato) proprio mentre entra in maggioranza a sostegno di Fiorita. Ma la longa manus del consigliere Scarpino non si ferma solo a questo. Infatti, ottiene anche l’assunzione di un suo importante “compare e capo elettore del quartiere Pontegrande” tale Francesco Lo Scavo che, su indicazione del consigliere, viene assunto presso la Società partecipata comunale Catanzaro Servizi. Lo Scavo infatti gode di un buon contratto di lavoro presso il Servizio Cimiteriale della Catanzaro Servizi come elettricista addetto alle lampade votive, dove il suo referente lavorativo addirittura è lo zio diretto del consigliere comunale Francesco Scarpino, tale Elio Scarpino.

Insomma, appare sempre più marcata la condizione che il sindaco Fiorita pur di allargare i numeri in Consiglio Comunale ha venduto l’anima al diavolo, consentendo così ad ambienti sporchi di infiltrarsi nell’Amministrazione comunale e di fare man bassa di economie e posti di lavoro a vantaggio non dei catanzaresi onesti, ma addirittura di coloro i quali hanno sinora vissuto di ‘ndrangheta.

Sarà certamente la magistratura ad accertare i fatti, i complici, ma soprattutto se il comune di Catanzaro ha imbarcato soggetti borderline grazie al consigliere Scarpino, sotto l’occhio benevolo di Talerico e Fiorita.

Di certo la storia lascia quantomeno sconcertati come già era accaduto per il concorso per il comandante della Polizia Municipale, e per le ultime assunzioni, anche queste discutibili e vicine ad ambienti poco raccomandabili ovvero quelle venute fuori con l’operazione Basso Profilo.

Tuttavia l’assestamento politico della giunta Fiorita, il rimpasto arlecchino espressione della metodologia massomafiosa e dell’eredità politica consolidata non si ferma al traghettamento di Scarpino in Catanzaro al centro, ma annovera altri titolati, anche loro eletti nel centrodestra.

Uno di questi è Giorgio Arcuri, anche lui eletto nel centrodestra e passato sotto l’ala protettrice di Antonello Talerico. Con tanto di incarico assessorile nel Fiorita bis, indipendentemente da storia e da frequentazioni, come la qualità del voto, dove pare abbiano contribuito sostanziosamente le comunità rom di Viale Isonzo. È la storia che ritorna fra frequentazioni tossiche e quel filo invisibile che divide il lecito dall’illecito, trasformando in bonis i punti oscuri della storia calabrese degli ultimi anni, manifesto della massomafia e degli ambienti deviati, come l’ormai famosa ed incompiuta operazione Why not.