Catanzaro, Mater Domini. Non solo debiti, esplode il caso dei reparti “doppioni”

Situazioni paradossali che aggravano la situazione del bilancio. Reparti “doppioni” e sovrapposti. Tante anomalie al “Mater Domini”. Nell’area delle malattie digestive gravitano tre Unità operative. Fallito l’accorpamento tra Audiologia e Otorinolaringoiatria

di Antonella Scalzi

Fonte: Gazzetta del Sud 

Chiusura d’anno vecchio e inizio di anno nuovo imbrigliata tra i conti che non tornano e all’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” scoppia il caso dei doppioni che aggravano l’emergenza finanziaria fino a certificare il fatto che tra i problemi irrisolti non ci sono soltanto i debiti della Fondazione Campanella. A far precipitare una situazione già di per sé da profondo rosso ci sono pure questioni organizzative rimaste nel limbo anche a causa della pandemia in atto. Covid o no però nel mirino finisce la gestione multipla di patologie che potrebbero essere gestite da uniche Unità operative.

Sullo sfondo c’è un’indigestione di competenze, incarichi e ruoli che investono in pieno proprio l’area delle Malattie digestive gestita da ben tre Unità operative: Gastroenterologia, Fisiopatologia digestiva ed Epatologia. Un primario a testa per le prime due, un responsabile facente funzioni per la terza e i costi lievitano mentre l’idea di creare un reparto unico che sia anche propedeutico alla realizzazione di un’unica Unità operativa si è arenata ancor prima di decollare. Fu soffocata dal Covid e in nome dell’emergenza lo status quo continua a regnare sovrano mentre la situazione finanziaria diventa sempre più intricata. Tra chi nelle strutture finite nell’occhio del ciclone lavora c’è poca voglia di parlare. La situazione d’altronde non è delle più semplici, frastagliata com’è in mille rivoli tra i quali spunta anche il servizio di endoscopia chirurgica che resiste nell’ambito dell’Unità operativa di Chirurgia dell’apparato digerente.

I doppioni riferibili a tale area peraltro non sono da considerarsi neppure l’eccezione che conferma la regola perché di situazioni simili al “Mater Domini” ce ne sono anche altre. Sullo sfondo una sorta di modus operandi consolidato che finisce per rendere ancora più evidenti tutte quelle criticità che non sono più conciliabili con le ristrettezze economiche del momento. Uno schema pressoché simile si registra ad esempio per quel che concerne l’Unità operativa di Audiologia e Otorinolaringoiatria. Il tentativo di accorpamento c’è stato anche qui, ma la partita non è mai stata chiusa. Stavolta però il Covid non c’entra. Nella sfida si imbarcò l’ex commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli che sulla carta riuscì nell’intento. La pratica però non venne mai sottoscritta dal rettore dell’Università Magna Graecia e tutto decadde come è logico che sia in un’Azienda ospedaliero-universitaria. Il “Mater Domini” resta così bloccato nell’abbondanza e le aree che si occupano di diabete non sono immuni. A chiudere il cerchio c’è in effetti, il dato in base al quale della malattia del benessere si occupano il Day Hospital di Medicina interna, l’Unità operativa di Malattie del metabolismo e l’Unità operativa di Endocrinologia.