Catanzaro, procedimento disciplinare Lupacchini: le dichiarazioni spontanee del magistrato

di Saverio Di Giorno

Qualche giorno fa è iniziato il procedimento disciplinare a carico dell’ex procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini. Una prima battuta, uno stadio preliminare dal quale però già traspare un clima teso o quantomeno appassionato.

Qualche mese fa si era già riunito il Csm, ma si era dovuto aggiornare perché tra i componenti del collegio giudicante vi era uno dei magistrati che aveva avuto parte attiva nel trasferimento del procuratore di Castrovillari Facciolla. Una posizione quantomeno inopportuna.

In questa prima fase si era chiamati ad indicare le prove a supporto dell’accusa e della difesa e dove e come poterle recuperare. I capi di accusa a carico del procuratore sono due: il primo riguarda le frasi pronunciate a Tgcom24 all’indomani dell’operazione Rinascita Scott sulla procura di Catanzaro e cioè “l’abitudine a saltare i coordinamenti con le altre procure e “l’evanescenza come ombra lunatica” delle indagini della stessa procura; il secondo l’aver condiviso sul proprio profilo social la raccolta firme a sostegno del procuratore Facciolla.

Il procuratore Lupacchini ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee in un intervento accorato nei toni e nei contenuti, ma interrotto più volte con la motivazione che non c’entravano con i capi d’accusa. Nelle parole del dott. Lupacchini si sentiva la delusione nel doversi difendere dall’immagine di essere “protettore dei massomafiosi” per aver criticato i metodi della procura di Catanzaro. Curioso, anche a chi è digiuno di diritto, è anche che l’intera accusa imputa a Lupacchini l’incapacità di reggere la procura con sobrietà ed equilibrio quando lui è stato trasferito proprio per aver criticato (e probabilmente precedentemente segnalato) questo e cioè l’eccessiva esposizione mediatica del procuratore Gratteri. Sfugge qualcosa che giustifichi due logiche tanto diverse.

Il fulcro dell’intervento tentava di ricostruire i rapporti tra Gratteri e Lupacchini da sempre definiti come in contrasto. E questa narrazione (secondo la strategia della difesa che si può dedurre da quanto è stato consentito dire), avrebbe pesato nel giudizio sulle parole al Tgcom24. Parole che secondo Lupacchini vanno inserite nel discorso più ampio che stava facendo sull’importanza della prevenzione per l’efficacia dell’azione giuridica. In proposito sarà audito Paolo Liguori, direttore di Tgcom24. Unico dei venti testi ammessi dal collegio (gli altri erano procuratori, giornalisti tra cui Marco Travaglio e lo stesso ex ministro Bonafede).

“Un contrasto ha bisogno di due altercanti” dice Lupacchini, ma almeno fino al dicembre 2019 non c’è alcun atto da parte sua. Ci sono invece una serie di non atti da parte di una serie di autorità: ad esempio segnalazioni alle quali mai si è avuto risposta dal parte del ministero, un atto sul quale Lupacchini avrebbe richiesto qualcosa a Gratteri. Difficile capire di più e in maniera più approfondita perché ogni volta che il procuratore provava a ricostruire il contesto veniva interrotto dal collegio perché le “questioni non erano inerenti con i capi d’accusa”. Forse non lo erano in quel momento e in quella sede, ma sicuramente sono rilevanti dal punto di vista sociale e per questo sarà interessante quanto si dirà il 13 e 14 maggio quando non ci dovrebbero più essere questi limiti nelle dichiarazioni spontanee.