Catanzaro. Sant’Anna Hospital, tutte le strade del riciclaggio portano a Davide Bonetti. Il paradosso del fallimento e il nuovo affare alle porte

C’è un mondo illegale molto più ampio a cui sono agganciati alcuni personaggi, molto protetti, che sono stati incaricati di occuparsi tra l’altro anche della clinica Sant’Anna Hospital di Catanzaro attraverso le stesse società o fiduciarie utilizzate per molto altro. Ormai lo sappiamo per certo, anche se ci sono tanti altri aspetti che andrebbero scandagliati per capire bene davanti a quale scenario ci ritroviamo.

Proviamo a dare una parziale visione della questione entro la quale si inquadra anche la clinica Sant’Anna di Catanzaro. C’è un gruppo di società estere utilizzate per il riciclaggio unitamente e da lì si può descrivere il percorso del denaro. Questi personaggi gestiscono un’astronave di truffe finanziarie di alto livello, sia in Italia che in tutta Europa, godendo di protezioni politiche ed istituzionali, anche all’estero. Nel loro operato utilizzano le conoscenze e le partecipazioni di amministratori delegati di banche, ex sottosegretari di stato, faccendieri operanti con le pubbliche amministrazioni, banche d’affari private controllate e possedute da fondazioni, all’interno delle quali gli amministratori sono ex primi ministri.

Per il riciclaggio utilizzano conti correnti e società sparsi su almeno 3 continenti con una quindicina di stati nazionali coinvolti, passando naturalmente per quelli dove è più difficile ottenere rogatorie o comunque risposte istituzionali e giuridiche, nell’eventualità che dovesse essere aperta un’indagine come seguito a denuncia.

Si sono talmente strutturati tanto da pilotare anche chi dovesse eventualmente denunciare, con associazioni antitruffa gestite da loro avvocati che pilotano i truffati ritardando anche le procedure presso le Procure, tanto da arrivare a prescrizione in alcuni casi. Quando parliamo di questa gente e del loro operato dobbiamo farlo pensando come una grande impresa che svolge molteplici attività per moltiplicare i fatturati di ognuna, in modo illegale e parallelo alla legalità ma utilizzando tutti quei canali che consentono poi, attraverso le azioni di riciclaggio, di riportarli nell’economia normale.

Le attività sono diverse tipo, la sanità con l’esempio della clinica Sant’Anna, truffe finanziarie come quelle delle monete virtuali o della telefonia (wholesale telefonico), bisogna avere la mente aperta e non pensare che loro si fermino ad un unico evento economico perché le ingenti somme da riciclare non glielo permettono, proprio da un punto di vista fisico.

Quando parliamo di queste cose dobbiamo farlo in maniera coperta perché questi hanno agganci anche nei Ministeri, nei Tribunali e nelle Procure, nelle polizie di stato come ad esempio la GdF e tu sei solo contro una roba che definire vasta e potente è riduttivo.

Come mai Davide Bonetti (e compagni) è ancora a piede libero dopo tutti questi anni di porcherie commesse, nonostante qualche rinvio a giudizio?

Facciamoci un’altra domanda: chi decide veramente a Roma le sorti della sanità in Calabria e in molte altre regioni? Dovrebbe essere il Ministero, ma chi al Ministero? Non certo il Ministro. Come mai qualche direttore o figura simile possiede villa a Cortina attraverso una ragnatela di società estere? Diciamo per caso, come quella casa di fronte al Colosseo, dove l’allora senatore non sapeva chi gliela avesse comprata? In tutte le operazioni finanziarie illegali di riciclaggio e reimpiego utilizzano una specie di logaritmo matematico il quale, per far sparire le tracce, prevede nei tempi dovuti: cambi societari con fusioni, incorporazioni, nuove costituzioni con nomi anche simili, cambio di ragione, copiatura di ragioni da società serie modificando solo una lettera, svuotamenti e liquidazioni, spostamenti continui di sedi in vari stati anche extra CEE, ricambio continuo di amministratori o soci prestanome eccetera. Viene attivato anche quando sentono il peso sul collo di qualche indagine.

La clinica Sant’Anna è una questione che viene “appaltata” a loro perché forti di questo meccanismo collaudato da decenni nel far sparire le tracce del riciclaggio e della proprietà, con coperture istituzionali comprovate nei vari Paesi dove operano.

Difficile dire quale sia il filo rosso e come si sono formati i contatti tra Mariani, Coi, D’Ippolito e i due padovani, quello che si è visto in tutti questi anni è che la piramide finanziaria illegale, anche con l’avvento delle piattaforme on line, riesce a crescere ed arruolare soggetti di molteplici estrazioni, nel nostro caso abbiamo individuato circa una cinquantina di persone di “alto profilo”, anche professionale.

Il punto d’incontro di molte trame è Davide Bonetti con la sua Fidimed Fiduciaria Srl, presente a lavare i panni in Lettonia con l’aiuto in loco di un personaggio simile, e poi tutti gli sviluppi in Europa. Man mano che si sale nella piramide più diventa difficile individuare il dominus. Dall’analisi dei luoghi, delle banche, delle città e dei percorsi dei flussi finanziari si evidenzia comunque una parallela con il narcotraffico di grosso calibro. Certo che per aprire tutte queste porte di centri finanziari e banche collegandoli, nell’attività di riciclaggio consapevole, con ambienti paracriminali, devono avere la forza che si potrebbe attribuire a qualche famiglia calabrese “importante”, ma i colletti bianchi ai vertici non riesci a vederli.

Quanto ai media, quando vedono e sentono questi nomi collegati ad alcune famiglie calabresi si rifiutano di pubblicare, pur riconoscendo il grosso interesse che potrebbe riscontrare tra i lettori. La divulgazione a mezzo organo di informazione di tutte queste porcherie finanziarie legate anche alla corruzione pubblica rimane comunque la principale arma per abbattere tutto il muro di omertà costruito intorno alla piramide, mettendoli in difficoltà, e risvegliando nel contempo anche l’operato delle Procure della Repubblica, soprattutto mettendo a nudo i percorsi di riciclaggio.

Teniamo comunque presente che nelle società dove entrano loro si notano costantemente cambi di sede legale, modifiche alle cariche con prestanome, incorporazioni, controlli con fiduciarie, svuotamento, passività, liquidazioni, fallimenti. Domanda: perché i crediti vantati non sono arrivati dall’Asp? Certo, di mezzo ci sarà anche la Procura ma il meccanismo che ha provocato tutto questo ovvero l’ultima richiesta di fallimento era programmato perché succedesse. Come in tutti gli altri casi avvenuti la colpa è di chi chiede il fallimento che, non essendo a conoscenza della regia, paradossalmente fa il loro gioco. Il trucco è mescolare illegalità con provvedimenti giudiziari  che funzionano come reset legali. Se questa gestione fallisce, chi sarà il nuovo acquirente delle strutture? La sentenza di fallimento cancellerà il passato e aprirà la strada al nuovo affare.