Crosetto, il ministro delle “arti magiche” che manda cannoni

(di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it) – Tra le qualità di Crosetto, c’è anche l’astuzia. Il ministro della Difesa ha inviato armi in Ucraina con un gesto fulmineo sfruttando lo scandalo Ferragni in suo favore. Quando Crosetto entrava in palazzo Baracchini, il ministero delle Arti magiche sussurrava che l’Ucraina avrebbe sconfitto la Russia con la controffensiva più travolgente della storia universale. All’epoca dei fatti, l’arma magica del mese era il Samp/T. Delle armi magiche si è perso il conto: Himars, Atacms, Abrams, Leopard, Storm Shadow, bombe a grappolo, F-16.

In quei giorni di maghi e fattucchiere, Crosetto tuonava contro Giuseppe Conte che gli chiedeva di discutere l’invio di armi in Parlamento: “Conte è un deficiente”, disse in un fuorionda, del quale – signore come sempre – si scusò. Era l’11 novembre 2022 e Crosetto vedeva il passaggio in Parlamento con terrore.

Ma poi la controffensiva ucraina si è risolta in un fallimento colossale e Crosetto ha iniziato a invocare la discussione in aula per scaricare sul Parlamento la responsabilità di spedire le poche armi italiane in quel buco nero con Zelensky intorno. Nel dicembre 2022, Crosetto ragionava male: “Se l’Ucraina vince, le armi le ho inviate io e mi prendo i meriti”. Dodici mesi dopo, Crosetto ha ragionato bene: “Se l’Ucraina crolla, le armi le hanno date pure Salvini e Schlein, con cui dividerò i demeriti”. Peccato che Salvini gli abbia chiesto di inviare le armi per l’ultima volta lasciando il ministro delle Arti magiche in mezzo al dramma di Natale. Da una parte, Crosetto voleva scaricare il fallimento della guerra sul Parlamento; dall’altra, sapeva di dover inviare armi per un anno intero.

A questo punto, Crosetto si è detto: “Oibò, se mi presento in Parlamento ogni volta che dovrò inviare armi nel 2024, Conte mi sbatterà in faccia il fallimento d’Ucraina a ogni discussione”. Alla fine, Crosetto ha deciso di inviare armi a Zelensky per un anno piuttosto che essere umiliato da Conte tutto l’anno. Mentre gli sguardi erano puntati sui pandori griffati, Crosetto ha optato per un decreto nottetempo. Il governo Meloni invierà le armi senza chiedere il permesso al Parlamento. In perfetto stile anti-democratico, cioè in perfetto stile Draghi, nessuno saprà quali altre attrezzature Crosetto infilerà nel buco nero d’Ucraina. Lo sapremo grazie ai soldati ucraini abituati a ringraziare l’Italia con le foto social degli obici italiani.

Dietro il polverone del pandoro, Crosetto ha nascosto un bel cannone. È lecito chiedersi se Giorgia Meloni abbia meditato tutto questo quando ha attaccato Chiara Ferragni ad Atreju. Non possiamo saperlo. Tuttavia sappiamo che Crosetto darà armi all’Ucraina per l’ottava volta mentre Zelensky dichiara di non sapere come avviare una nuova mobilitazione per raccogliere 500.000 soldati. Avere un bisogno disperato di 500.000 soldati dopo avere appena terminato una controffensiva è come avere bisogno di un trapianto di cuore dopo l’asportazione di un polmone. Non è un’immagine salutare.

Il fatto che Zelensky annunci di avere bisogno di arruolare 500.000 soldati dice tutto. Nel frattempo, è caduta pure Marinka e tutto si riassume in due parole: “Game over”. La nave russa colpita a Feodosia conferma che l’Ucraina ha perso la guerra. Siccome gli ucraini non riescono a vincere nemmeno una battaglia sul campo, non possono fare altro che colpire le infrastrutture russe. Quando cadrà Avdiivka, Zelensky cercherà di colpire il ponte di Crimea. “Elementare, Watson!”. Anzi no: “Elementare, astuto Crosetto!”.