Catanzaro, traffico di influenze illecite: condanna definitiva per l’ex assessore Mungo

Ci furono irregolarità nella passata gestione della piscina di Pontepiccolo, a sancirlo è la Corte di Cassazione. È infatti definitiva la condanna a nove mesi di reclusione (pena sospesa), nei confronti dell’ex assessore comunale allo Sport Giampaolo Mungo per l’accusa di traffico di influenze illecite. L’ex amministratore pubblico aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, sulle presunte irregolarità nella gestione della piscina comunale “Vinicio Caliò”, nel quartiere Pontepiccolo di Catanzaro. Mungo, difeso dagli avvocati Vittorio Ranieri e Leo Pallone, era stato condannato prima dal gup e poi dalla Corte d’Appello sempre a nove mesi. Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti anche Antonino Lagonia e Salvatore Veraldi, che hanno scelto il rito ordinario e nei cui confronti è in corso il processo dibattimentale.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Mungo avrebbe messo a disposizione le sue conoscenze all’interno del Comune sfruttando le sue relazioni con pubblici ufficiali o comunque incaricati di pubblico servizio operanti al Comune e nella municipalizzata Catanzaro Servizi per farsi promettere ed effettivamente dare diverse utilità. In sintesi avrebbe preteso l’assunzione fittizia di Veraldi, all’epoca dei fatti fidanzato con sua figlia. La Procura ha anche ricostruito il passaggio di alcune somme di denaro. Soldi versati sul conto dell’Asd Catanzaro Nuoto sulla posta pay evolution intestato a Salvatore Veraldi con causale “assistenza spogliatoi, attività agonistiche e attività campus estivo” nel periodo intercorrente tra ottobre 2014 e luglio 2015. Veraldi, però, secondo l’accusa, non avrebbe svolto alcuna attività, tanto che risulta del tutto sconosciuto agli altri dipendenti e collaboratori della piscina. Lagonia avrebbe corrisposto allo stesso Veraldi somme a titolo di stipendio in un’unica soluzione al solo fine di stornare i soldi in favore di Mungo. Somme per 15mila euro sono state sequestrate nei mesi scorsi sui conti di Mungo.

L’indagine era partita da una denuncia di Lagonia che puntava il dito contro l’allora assessore Mungo, dimessosi dall’incarico a novembre 2017. La prima ipotesi di reato era stata concussione, riformulata poi in traffico di influenze illecite. Agli inquirenti in fase di indagine Lagonia aveva raccontato di avere consegnato a Mungo 3mila euro in una busta. “Dopo di allora Mungo mi chiese altri soldi ed io gli feci capire che non avevo alcuna possibilità economica di farlo. Allora mi suggerì di attingere dai fondi dell’associazione e di farlo facendo figurare l’assunzione di un ragazzo, Salvatore Veraldi, all’epoca dei fatti fidanzato con la figlia… Mungo cercava di strumentalizzare la mia associazione come se gli fosse politicamente vicina e ne faceva una sorta di distorta sponsorizzazione di vicinanza politica”. Dopo tre gradi di giudizio il caso si chiude con la condanna a 9 mesi, seppur con pena sospesa, dell’ex assessore Mungo. Fonte: Gazzetta del Sud