Ciao Annalisa, giornalista e volontaria generosa

Inizia il mattino e non sai mai cosa c’è in serbo per te. Se un regalo o l’ennesimo colpo basso. Mi hanno avvisata, ho letto in contemporanea un post su Fb. Se n’è andata. Anche lei.
La nostra giornalista Annalisa Orlando. Per noi che abbiamo vissuto nelle redazioni dei giornali cittadini è un’altra sferzata al fianco, perdiamo un altro compagno di avventure e dobbiamo anche questa volta incassare il dolore.
Cara Annalisa, ci siamo conosciute alla Provincia Cosentina, quel piccolo giornale portato avanti dalla grinta e dalla caparbietà che ci caratterizzava. Proprio lì ognuno di noi ha iniziato la sua scalata nei confronti della vita.
Tutti giovani, ridevamo e lavoravamo, cazzeggiavamo e lavoravamo, ci incazzavamo e lavoravamo. E’ in quel posto che abbiamo radicato amicizie vere e anche non vere, un luogo ambiguo come ovunque. Ma tu e la tua delicatezza siete arrivate, carezzevoli. Sempre.
Anche rispetto all’isteria, alla furbizia, all’arrivismo. Tu mai, mai uno sgambetto, mai una sgomitata. Tu e la tua stupenda chioma, per chiamarmi mi sfioravi la spalla e sfoderavi il tuo sorriso. Chiedevi poche cose, poi passo tranquillo, continuavi per conto tuo come chi sa cosa deve fare e dove deve andare.
Ti sei presa in mano un mestiere senza fare chiasso, senza quel fastidioso rumore che fa la vanità. Proprio in un luogo dove in molti sono dei frivoli costruttori di chiacchiere. Dove atteggiarsi è d’obbligo. Ma non tu, troppo concreta, una ragazza, una donna seria! Non credo che lì dentro qualcuno abbia mai litigato con te, come avrebbe potuto, tra le altre cose eri una stacanovista.
Sapevo del tuo cuore debole, non ricordo come. Quando era notte ed eravamo ancora lì tra titoli, pezzi da correggere e locandine da stampare mi domandavo se non ti stessi stancando, ma tu ridevi al telefono con qualche corrispondente, ti guardavo e senza saperlo mi rispondevi. Bella e generosa.
Lo studio, il giornalismo non ti bastava, dovevi dare ancora. Dare volontariamente amore. Allora ancora più energia per tutti i bambini in ospedale, attivissima insieme all’Associazione Gianmarco De Maria, la sentivi tua. Quando ho cambiato giornale mi chiamavi, mi invitavi per tutti gli eventi che organizzavi, sempre entusiasta. Tra noi c’era una confidenza strana, eri tu l’avvolgente, eccezionalmente dirompente per la mia ritrosia caratteriale.
Cara Annalisa, in mezzo a noi resti per sempre uno stupendo giglio tra i cardi.
Laura De Franco